LO STUDIO

Città da smart working, ecco le top 75 nel mondo. Roma (quasi) a fondo classifica

La Capitale al 62esimo posto dell’indice Nestpick che valuta le condizioni di lavoro ideali per i “nomadi digitali”. Velocità di Internet e fisco le voci che zavorrano l’Italia. Melbourne regina globale

Pubblicato il 02 Lug 2021

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E’ Melbourne la città regina mondiale dello smart working. Emerge dalla classifica stilata Nestpick, piattaforma per la ricerca di alloggi, secondo cui la metropoli australiana svetta su un totale di 75 città che offrono le condizioni migliori ai “nomadi digitali” grazie al punteggio ottenuto sulle voci considerate.

Quasi a fondo classifica Roma, che si piazza al 62esimo posto “zavorrata” da alti costi e scarse infrastrutture, legislazione non a favore dei nomadi digitali e vivibilità. Punteggio basso anche sul fronte digitale: la capitale totalizza 78,90 punti per velocità di Internet (download e caricamento) contro l’84 di Parigi e l’86,60 di Berlino. A fondo classifica su questo fronte Marrakesh, con punteggio 50.

I parametri utilizzati per la classifica

Costi e infrastrutture, legislazione e libertà, vivibilità i 3 parametri principali adottati. Alla voce “costi e infrastrutture” troviamo i prezzi di affitto di una stanza per l’ufficio a casa, imposta sul reddito e contributi sociali, velocità e capacità Internet.

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“In qualità di osservatore diretto di questa crescente tendenza al trasferimento – fa sapere Nestpick in una nota -, l’azienda ha deciso di indagare utilizzando i dati per determinare le città che non sono solo le più attraenti per i lavoratori stranieri, ma presentano anche le infrastrutture e le normative in atto per rendere loro più semplice vivere e lavorare lì. L’indice risultante offre informazioni su un’ampia gamma di fattori che comprendono costi, infrastrutture, legislazione e vivibilità per rivelare le città più preparate ad attrarre questa nuova generazione di residenti che possono lavorare da qualsiasi posto”.

Le condizioni offerte dalle città

Solo 10 città nello studio offrono un visto “Digital Nomad”: Zagabria, Praga, Lisbona, Reykjavik, Tallinn, Atene, Sydney, Melbourne, Dubai e Città del Messico.

In media, Rio de Janeiro presenta lo spazio per l’home office più conveniente (119 euro al mese), seguita da San Pietroburgo (139) e Istanbul (169).

Las Palmas ha le migliori condizioni meteorologiche complessive nello studio, mentre Tallinn ha il miglior punteggio combinato di inquinamento acustico, atmosferico e luminoso.

Le città statunitensi sono in testa al gruppo per i tassi di vaccinazione contro il Covid-19; Boston ha la percentuale più alta con il 63,31%, davanti a Honolulu (58,94%) e Seattle (54,89%).

Ancora troppe barriere legali

“La tecnologia e i datori di lavoro si sono mossi più velocemente delle infrastrutture, con molte barriere legali ancora in vigore per i migranti che vogliono portare con sé il proprio lavoro” – dice Omer Kucukdere, fondatore e Ceo di Nestpick -. Inoltre, le persone con un alto reddito lasciano le città incentrate sul business per vivere in luoghi che offrono stili di vita quotidiani migliori, portando con sé il loro potere d’acquisto. Questa tendenza diventerà solo più popolare con il passare del tempo, quindi crediamo che vedremo sempre più città adattarsi a queste nuove condizioni di lavoro e beneficiare della spinta economica che questi lavoratori apportano alle loro economie”.

Dagli spazi fisici ai diritti

Nestpick ha iniziato lo studio selezionando un elenco di 75 grandi città globali spesso citate come destinazioni “più vivibili”, comprese quelle che hanno dimostrato la volontà di accettare persone che lavorano da remoto da tutto il mondo.

Per la prima categoria Costi e Infrastrutture, sono stati valutati i costi di base e i requisiti di attrezzature necessari per lavorare comodamente, come il prezzo e la disponibilità di uno spazio adeguato per lavorare da casa e la velocità e la capacità della connessione Internet in ogni località.

In seguito, i ricercatori hanno valutato la facilità con cui uno straniero poteva lavorare da remoto in ogni località, indagando se i paesi offrissero un visto speciale per questi lavoratori, nonché infrastrutture specifiche per il lavoro a distanza come detrazioni fiscali e regolamentazione. Essere in grado di vivere in modo sicuro e libero è spesso un fattore decisivo per i potenziali migranti, quindi è stata determinante anche l’estensione dei diritti umani e delle libertà fondamentali in ogni luogo, nonché i livelli di sicurezza e sostegno per la parità di genere e l’inclusione delle minoranze e della comunità Lgbt+.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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