Class action contro Microsoft, aderisce la Free Software Foundation

Anche l’associazione europea nella causa promossa da Aduc contro “l’obbligo di accettazione” di software targati Redmond sui pc: “E’ ora che i consumatori scelgano liberamente”. La prima udienza il 19 maggio al tribunale di Milano

Pubblicato il 21 Mar 2011

La Free Free Software Foundation Europe (Fsfe) aderisce alla class
action che l'Aduc ha promosso contro Microsoft sulla
“obbligata accettazione” del software preinsatallato sul
pc.

Il 24 gennaio 2011 Aduc ha depositato un atto di citazione contro
Microsoft richiedendo alla compagnia di rimborsare i consumatori
che restituiscono le licenze per il sistema operativo Microsoft
Windows preinstallato sui computer appena acquistati e non
utilizzate.

Nonostante quasi tutti i nuovi computer portatili e desktop siano
venduti con un sistema Windows preinstallato, finora Microsoft si
è ripetutamente rifiutata di rimborsare il costo delle licenze
software a quei consumatori che non volessero utilizzare il
sistema. Non vi è alcuna trasparenza su quanto gli utenti paghino
per la licenza e quanto per l'hardware. Per questa ragione,
Fsfe “considera l'azione intrapresa da Aduc un passo
importante – si legge in una nota della fondazione – per
raggiungere maggior chiarezza per i consumatori e per render
possibile agli acquirenti di restituire le licenze
inutilizzate”.

"Questo abuso è andato avanti per troppo tempo – commenta
Giacomo Poderi, coordinatore Italiano di Fsfe. "I consumatori
soffrono di una mancanza di informazioni, le procedure per il
rimborso sono per lo più incerte o completamente mancanti, mentre
i distributori software ed hardware giocano a scarica barile quando
è ora di prendersi le responsabilità per questa confusione. Come
risultato i consumatori sono tagliati fuori da ciò che spetta
loro."

A fargli eco Carlo Piana, consulente legale Fsfe e parte del gruppo
di avvocati rappresentanti le parti di Aduc. "E' ora che i
consumatori abbiano una scelta reale – rimarca – Un meccanismo di
rimborso funzionante di per sè non è sufficiente per una libera
competizione nel mercato dei sistemi operativi, ma è un primo
passo necessario che va preso il prima possibile."
Il tribunale di Milano ha fissato per il prossimo 19 maggio la
prima udienza.

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