Canon spinge sul digitale: nel mirino industria e business

L’Ad Italia Enrico Deluchi a CorCom nel corso del Canon Expo di Parigi: “Avanti nel B2B e focus sulla stampa 3D. Sul fronte sicurezza nuovo mercato con i siti culturali: possiamo renderli efficienti”

Pubblicato il 14 Ott 2015

Andrea Frollà

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(Parigi) – Dopo oltre 15 anni di esperienza in Cisco Systems, Enrico Deluchi è approdato nel febbraio 2014 alla guida di Canon Italia. L’abbiamo intervistato durante il Canon Expo 2015 di Parigi, evento con cui il colosso giapponese ha mostrato le ultime novità tecnologiche. Dalla stampa 3D al ruolo del cloud nello sviluppo di prodotti digitali, passando per le nuove frontiere della sorveglianza video, lAd Deluchi ha spiegato a CorCom le future strategie di Canon nel mondo e in Italia.

Partiamo dalle previsioni economiche di fine anno, facendo un passo indietro. Sui ricavi 2014 di Canon la componente business ha pesato quasi quanto quella consumer. Per il 2015 prevedete il sorpasso del B2B?

In Italia il sorpasso è già avvenuto. Anche a livello globale già oggi la parte business pesa di più e prevediamo un’ulteriore crescita. Recentemente il nostro presidente Fujio Mitarai ha svelato che entro due anni il peso di B2B e B2C sul fatturato sarà rispettivamente del 70 e del 30%. Non poniamo limiti alla provvidenza, magari arriverà una tecnologia consumer che invertirà la tendenza, ma ad oggi il trend è questo.

Recentemente avete acquisito IDM, azienda italiana che occupa una posizione di leadership nella gestione digitale delle pratiche assicurative. Prevedete espansioni in altri settori nei prossimi anni?

Abbiamo molti clienti anche nel settore delle banche e nei media. I tre maggiori broadcaster sono nostri clienti. Ma anche nelle utilities. Stiamo cercando di espanderci in altre direzioni, anche se il cuore della competenza rimane nei settori assicurazioni e banche.

Rispetto alla stampa 3D, recentemente Canon ha concluso un accordo di distribuzione con 3DSystem. Quanto manca per vedere sul mercato dei prodotti e dei strumenti per la stampa tridimensionale progettati direttamente da Canon?

Abbiamo già adesso tecnologie proprietarie per il 3D-Printing. Canon non le ha ritenute ancora pronte per andare sul mercato di massa e per questo abbiamo dato vita a questa collaborazione per affrontare il settore con un partner, prima di arrivare ad un prodotto brandizzato Canon. Come ha ricordato il nostro ceo Emea Rokus van Iperen, la stampa 3D rappresenta comunque una delle principali aree strategiche di sviluppo per il prossimo futuro. Volendo usare un modo di dire anglosassone, potrei dire ‘stay tuned’: le novità di Canon arriveranno.

È in grado di fornire un orizzonte temporale preciso?

Non mi esporrei, è ancora presto per precisare dei tempi.

Rimanendo sul tema della stampa tridimensionale, Canon sta orientando una parte dei investimenti verso il target dei cosiddetti maker?

In questo momento siamo focalizzati sul mondo industriale e sul settore business. Il mondo dei maker ancora non è nel mirino.

Riguardo gli strumenti per la stampa digitale, in che modo il cloud ha cambiato negli ultimi anni la progettazione di tali prodotti?

Io vengo da quel mondo. Il cloud è solo una grandissima opportunità perché consente di avere le proprie informazioni a disposizioni sempre e comunque. Oggi grazie alle tecnologie su macchine fotografiche e telecamere, il cloud consente di trasferire istantaneamente le immagini in rete attraverso la combinazione con lo smartphone o altri dispositivi. Sto parlando naturalmente del mondo consumer. Ma anche i sistemi di stampa gestita si basano sui principi del cloud: soluzioni software che servono per offrire servizi ai clienti business. Se voglio scalare verso il basso devo andare verso soluzioni pacchettizzate e erogate mediante il cloud: è l’unico modo per raggiungere centinaia di migliaia di clienti. Anche nella stampa professionale si parla di Web-to-Print e di Cross-Media Comminication, dove la parte stampa ha una sua propria valenza. Ma deve comunque sposarsi con la parte mobile.

I primi di novembre sarete presenti a Sicurezza, la fiera milanese del settore security e antincendio. Qua a Canon Expo 2015 avete messo in mostra numerose nuove soluzioni per il controllo video a distanza. La security sarà dunque fra le priorità strategiche di Canon?

Assolutamente sì. Con l’acquisizione di Milestone abbiamo fatto un primo passo da vendita di prodotto a vendita di soluzioni, mentre acquisendo Axis abbiamo cercato di completare il nostro portafoglio. Qua a Parigi stiamo facendo vedere delle tecnologie video con una sensibilità altissima, che riprendono anche al buio. Soluzioni pensate per affrontare qualsiasi condizione ambientale. In Italia potremmo utilizzare questi strumenti non solo per la sicurezza. Pensiamo alla cultura, ai musei e alle belle arti. Sistemi del genere possono aiutare a tenere sotto controllo dei territori vastissimi come Pompei o il Colosseo. Aggiungendo dei software che diano anche informazioni utili a gestire il business potremmo cambiare la proposizione commerciale e i rapporti con i clienti. Parliamo di big data all’interno delle immagini. Si tratta di un ecosistema che si sta sviluppando rapidamente e rispetto al quale siamo molto determinati.

La diffidenza che spesso vien fuori in Italia quando si affronta il tema della videosorveglianza può costituire un ostacolo?

Anche il legislatore si sta muovendo verso una prospettiva più moderna. Insisto, ho in mente Pompei dove le telecamere potrebbero dirmi non solo se qualcuno sta commettendo un atto vandalico, ma anche in quale ora del giorno ho più visitatori. Se sono donne, anziani o bambini. Davanti a quale opera si fermano di più. Oggi io stacco dei biglietti e non so quello che accade.

Avete già avuto interessamenti verso sistemi di questo tipo?

Stiamo per fare una cosa a Milano. Tra due settimane sveleremo tutto.

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