ULTRABROADBAND

Cardani: “Netflix può sbloccare offerta su banda larga”

Il presidente Agcom sul nuovo servizio: “Ha creato aspettative nei consumatori. Ma la domanda di broadband in Italia è bassa, forse perché i servizi non sono sufficienti”. Faro anche sul Machine to machine: “E’ una rivoluzione vera e propria”

Pubblicato il 19 Nov 2015

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In Italia non c’è al momento una rete in fibra adeguata alle dimensioni economiche del Paese, ma allo stesso tempo non c’è ancora un interesse abbastanza forte dei consumatori verso i servizi digitali. I quali a loro volta non sono a un livello d’offerta adeguato. Un equilibrio precario che i nuovi player dell’online che irrompono nel nostro Paese potrebbero contribuire a spezzare per innescare la “trasformazione digitale”.

Ne ha parlato oggi Angelo Marcello Cardani, presidente dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, durante il convegno workshop “Authority: quale rapporto con il consumatore nell’era della condivisione?”, organizzato a Roma dal Consumers’ Forum. “La connessione è la base del digitale. Noi come sistema paese abbiamo dotazione di fibra molto bassa, sproporzionata rispetto al nostro livello economico. Abbiamo una buona connessione di banda, fino a 30 megabyte, su rame. E’ necessario però che il segnale sia sempre robusto, costante e veloce. E quindi serve la banda larga – ha spiegato Cardani – La domanda del consumatore sembra però bassa, forse perché i servizi offerti non sono sufficienti Netflix ha creato grandi aspettative nel consumatore italiano, sempre sensibile alle offerte di entertainment, e questo potrebbe sbloccare l’offerta, nella misura in cui l’investimento vedrà la possibilità di essere remunerato, sia in chiave privata che pubblica”.

Poi il presidente Agcom si è soffermato sulle nuove prospettive delle comunicazioni M2M: “Il machine to machine è una rivoluzione vera e propria – ha sottolineato Cardani – Avrà un profondo effetto negli stili di vita dei consumatori e un effetto dirompente sulla vita dei vari regolatori. L’unica cosa da fare è trovare soluzioni di buon senso, concordate con i colleghi delle altre Autorità coinvolte. Per questo abbiamo messo in piedi un gruppo di lavoro a cui collaborano anche l’Agenzia per Italia digitale e il ministero”.

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