PUNTI DI VISTA

Cloud computing, ultima frontiera dell’IT?

La “nuvola” è universalmente riconosciuta come un modello che cambia le regole del gioco dell’IT e tutte le maggiori aziende IT dichiarano strategie che abbracciano questa “filosofia”. Ecco quella di Ibm

Pubblicato il 26 Giu 2014

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Difficile previsione, ma si potrebbe quasi dire che ci troviamo di fronte ad una visione un pò più ampia del concetto dell’effetto farfalla della teoria del caos: piccole variazioni in una condizione iniziale producono grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema. Un fenomeno quello del cloud iniziato quasi in sordina, integrando e modificando le idee e le tecnologie disponibili per creare quello che oggi è un movimento inarrestabile, che sta trasformando completamente il nostro modo di utilizzare i servizi IT: piccole e inosservate variazioni hanno agito come il battito della farfalla di Lorenz, generando fenomeni oggi globali per dimensione e complessità.

Oggi, il cloud computing è universalmente riconosciuto come un modello che cambia le regole del gioco dell’Information Tecnology e tutte le maggiori aziende IT dichiarano strategie che abbracciano questa “filosofia”.

Gli ultimi report di Gartner riposizionano IBM come “visionary”, con un grande balzo in avanti grazie agli importanti investimenti fatti nell’ultimo anno, inclusa l’acquisizione della società SoftLayer, azienda leader nelle soluzioni di public cloud diffusa in 140 paesi. Grazie alla piattaforma flessibile, robusta, sicura e di semplice utilizzo di SoftLayer, ora integrata nell’offerta IBM Cloud, IBM ha esteso la portata dei propri servizi cloud di Infrastructure-as-a-Service, Platform-as-a-Service e Software-as-a-Service.

Per dare un’dea più precisa sull’impegno di IBM nel cloud computing, consideriamo alcuni numeri:

  • più di 40.000 esperti del settore e più di 30.000 clienti in tutto il mondo; dall’acquisizione nel 2013 di SoftLayer, IBM ha acquisito ben 4.500 nuovi clienti cloud;
  • più di 100 soluzioni SaaS in cloud
  • una rete di 40 data center in tutto il mondo con l’obiettivo di portare il cloud più vicino possibile ai clienti e per meglio adeguarsi alle legislazioni e alle normative sulla privacy dei dati in vigore nei diversi paesi.

Per realizzare questo IBM ha disegnato una nuova strategia, concentrandosi sulle aree di maggior valore, e ha investito più di 7 miliardi di dollari in 17 acquisizioni, con lo scopo di accelerare le iniziative di cloud computing e costruire un portafoglio cloud per il business, Tutto questo in aggiunta agli importanti e costanti investimenti nella Ricerca IBM, che da 21 anni consecutivamente pongono Big Blue al vertice della classifica annuale dei leader nei brevetti statunitensi, con 1.560 brevetti relativi al cloud.

Gli annunci IBM sul cloud computing si susseguono ad una velocità impressionante: è di pochi giorni fa l’annuncio della disponibilità delportafoglio cloud sull’IBM Marketplace, unico punto di accesso online a tutti i servizi di IBM e dei suoi partner forniti in modalità “as a service”. All’interno troviamo servizi di consulenza, attività pre-costruite da IBM Research, software, analisi avanzate, supporto continuo e infrastrutture cloud fornite tramite Softlayer.

Sempre recentissimi gli annunci di oltre 30 nuovi servizi disponibili su BlueMix, la Platform-as-a-Service (PaaS) di IBM, a supporto degli sviluppatori ed in grado di integrare le applicazioni in modo rapido. L’obiettivo ? La rapida messa in produzione di nuovi servizi cloud in un mondo che si muove ad una velocità impressionante ed in continua accelerazione. Inoltre IBM ha annunciato i BlueMix Garage, luoghi dove gli sviluppatori possono creare nuove applicazioni su BlueMix, apprendere nuove competenze di sviluppo e accedere all’ecosistema degli sviluppatori di IBM.

Il Cloud ultima frontiera? Uno degli ultimi sforzi di IBM nel Cloud Computing sta proprio nel rendere disponibile a tutti la piattaforma di cognitive computing, Watson. Così ad inizio dell’anno IBM ha creato una nuova unità di business, Ibm Watson Group, con il computo di sviluppare e commercializzare soluzioni innovative nell’area del cognitive computing e di erogarle in modalità cloud, permettendo ai fornitori di applicazioni software di creare nuove generazioni di app, dotate di intelligenza cognitiva.

E’ ormai evidente come sia impossibile posizionare nello spazio e nel tempo una frontiera per il cloud computing: il viaggio sarà ancora lungo e ricco di nuove scoperte, che continueranno a far evolvere e trasformeranno la nostra vita quotidiana ed il nostro modo di relazionarci con l’IT.

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