FORMAZIONE

Ibm punta sugli sviluppatori cloud: partnership con 200 atenei

Il programma Academic Initiative for Cloud raggiungerà 20mila studenti in 36 Paesi. Percorsi ad hoc anche per contrastare il problema della mancanza di figure femminili nelle professioni legate alle scienze informatiche

Pubblicato il 28 Lug 2015

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Ibm spinge sulla formazione delle nuove leve in ambito accademico e stringe accordi con 200 atenei, dal potenziale bacino di oltre 20mila studenti in 36 Paesi, attraverso il programma Academic Initiative for Cloud con l’obiettivo di promuovere percorsi di studio per lo sviluppo in cloud su Bluemix.

Consentendone l’uso, Ibm contribuirà a fornire agli sviluppatori di domani le funzionalità più innovative e ad alimentare le competenze necessarie per creare applicazioni cloud di classe enterprise da destinare al mondo consumer. Il catalogo di Bluemix, basato su open standard e di utilizzo immediato, comprende più di 100 tool e servizi opensource più importanti, abbinati a servizi Ibm, e di terze parti, come Watson, Internet of Things, Big Data & Analytics, Mobile.

“Mettere Bluemix nelle mani degli innovatori di oggi e di domani crea l’opportunità di promuovere una nuova generazione di talenti nello sviluppo di applicazioni cloud”, afferma Sandy Carter, General Manager Ibm per Cloud Ecosystem and Developers. “I nostri sforzi nel fornire competenza attraverso programmi a docenti universitari, studenti e professionisti, sono indispensabili per sostenere la crescita che il nostro settore prevede”.

L’iniziativa permetterà agli studenti di conoscere le più recenti soluzioni cloud mentre incrementano le competenze necessarie per avviare un’attività o per diventare leader di settore. Ibm continua così il proprio impegno nel colmare il divario esistente fra le conoscenze derivanti da programmi di studio scolastici e quanto il mercato richiede, già indirizzato con i programmi accademici Big Data Analytics e Cognitive computing.

A partire da quest’autunno, molte università – dagli Usa al Giappone, dall’India all’Europa e al Medio Oriente – avvieranno dunque più di 250 tra corsi e programmi – scienze informatiche, analytics e data science, fino al mobile e all’imprenditorialità – utilizzando materiale didattico e metodologie di IBM che fanno soprattutto ricorso a Bluemix.

L’utilizzo in aula della piattaforma Ibm consentirà al corpo docente di espandere l’insegnamento oltre la teoria e di arricchire l’insegnamento con l’esperienza concreta dello sviluppo di applicazioni, mettendo dunque a disposizione degli studenti tecnologie quali cognitive computing, Watson Analytics e Internet of Things. I professori riceveranno 12 mesi di accesso in prova gratuita a Bluemix, periodo che scende a sei mesi per chi siede tra i banchi. Gli account di entrambi potranno essere rinnovati senza richiedere la carta di credito.

Ibm sta inoltre avviando una nuova Community di studenti sviluppatori, per favorire il viaggio formativo nel cloud con un rapido accesso a corsi e a informazioni sul modo in cui possono entrare a far parte di Bluemix U dove è possibile presentare quanto realizzato, valutandone l’impatto sul mondo reale.

Spazio anche alla diversity, fattore cruciale per l’innovazione. A fronte di un 14% di laureate in scienze informatiche, dato in diminuzione rispetto al 37% del 1984, Ibm si è impegnata nello sviluppo di un cloud innovativo anche attraverso programmi ideati per le donne affrontando così il problema della mancanza di figure femminili nelle professioni a contenuto scientifico.

In quest’ottica trova spazio la collaborazione con Girls Who Code proprio per la futura generazione di sviluppatrici. Ibm ha così promosso un corso estivo full-immersion di sette settimane, riservato alle studentesse di scuola superiore, in programma a New York City con l’impegno di replicarlo anche a San Francisco, Los Angeles e Austin nel durante il 2016.

Sempre in ambito femminile, Ibm ha annunciato una nuova cooperazione con GSVlabs e il ReBoot Accelerator for Women, programma che aiuta le donne ad aggiornarsi, essere competitive e connesse quando terminano il periodo sabbatico. L’azienda ospiterà diverse sessioni di formazione che si concentreranno sullo sviluppo usando Bluemix, con l’obiettivo di semplificare programmazione e approccio. Ibm fornirà inoltre mentorship e assistenza con la speranza di ricollocarne professionalmente il maggior numero, anche in Ibm.

Ibm, infine, ha sponsorizzato 25 hackathon AngelHack nelle Eighth Global Hackathon Series, una serie che raggiungerà 10.000 tra sviluppatori, designer e imprenditori connettendo le comunità più vivaci nel mondo dei creatori di codici. Questi eventi presenteranno il modo in cui Bluemix e Watson influiscono in ambiti diversi – sanità, viaggi, alimentazione, risposta alle emergenze – favorendone la trasformazione.

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