Netflix, alleanza con Ibm per potenziare lo storage

La collaborazione potrebbe essere il primo passo di una strategia più ampia nel cloud ibrido. Obiettivo del colosso del video on demand è sostenere i volumi di traffico crescenti e aumentare le proprie capacità di distribuzione

Pubblicato il 18 Feb 2015

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Il video online, secondo tutte le statistiche e le previsioni, è il segmento di traffico internet in crescita maggiore. E la parte di video on demand di tipo televisivo è quella che performa meglio di tutte le altre. A tal punto che anche il campione della nuova televisione, cioè Netflix, ha bisogno di aiuto per riuscire a tenere il passo con la domanda del mercato.

Da qui quindi la necessità di rivolgersi a Ibm, che si occupa anche di sistemi integrati di grandi dimensioni, per riuscire a mettere assieme le risorse storage necessarie a tenere il passo con una crescita molto rapida.

Dal punto di vista tecnologico questo si realizza tramite la architettura XIV e le appliance per lo storage alto di gamma di Ibm. Utilizzando un sistema di storage nel cloud Gen3 infatti Netflix ritiene di essere in grado di gestire database, sviluppo, test e backup di tutte le sue operazioni.

Al centro dell’accordo con Ibm c’è quindi la necessità di superare l’esistente. Vale a dire rimpiazzare i suoi 16 sistemi di storage di grandissime dimensioni, che adesso vengono consolidati in soli tre sistemi XIV, e riducono dell’80% lo spazio di superficie utilizzato nel datacenter. Senza contare la crescita della capacità di effettuare transazioni al minuto, che è stata notevole.

L’accordo, che ha dimensioni non rivelate ma consistenti, è in realtà solo il primo passo di quella che potrebbe essere una strategia più ampia. Netflix sta infatti testando anche il software Spectrum Storage di Ibm, appena annunciato e pensato per aiutare l’ottimizzazione e la facilità di gestione dei sistemi di cloud ibrido come quello che Netflix ha la necessità di costruire.

Da qualche mese Netflix diceva di essere impegnato in un percorso preliminare di analisi e comprensione che avrebbe portato in breve tempo l’azienda a rivedere tutta la sua architettura tecnologica. Attualmente Netflix si appoggiava sulla sua stessa infrastruttura proprietaria e sui web services di Amazon, per riuscire a semplificare la complessità, avere una maggiore capillarità nella distribuzione dei contenuti e anche più resistenza al rischio di interruzione del servizio, mantenendo la flessibilità necessaria per continuare a crescere. Una necessità che adesso è diventata un bisogno imprenscindibile, a cui ha fatto seguito l’accordo con Ibm e la messa in produzione della nuova architettura.

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