L'INTERVISTA

Piergiorgio De Campo (Noovle): Così il cloud abilita il “Made in Italy” dell’innovazione

La trasformazione digitale chiede alle nostre imprese e PA di liberarsi di modi di fare e tecnologie legacy che non preparano al futuro, dice il direttore generale e Cto dell’azienda di consulenza strategica e integrazione Ict. Che annuncia un’iniziativa a sostegno delle start-up insieme a Key Capital: “Dobbiamo portare l’innovazione nel sistema-paese”

Pubblicato il 06 Nov 2017

Patrizia Licata

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La tecnologia è un fattore abilitante per creare nuovi servizi e modelli di business più competitivi e Noovle è pronta a dare supporto alle aziende pubbliche e private e anche alle start-up italiane per accelerare la trasformazione digitale del paese. Lo ha dichiarato Piergiorgio De Campo, Co-founder, direttore generale e Cto di Noovle, che abbiamo sentito ai margini dell’evento Strategie per la Crescita Digitale del Sistema Paese, promosso dalla società Ict di consulenza strategica Noovle e realizzato con la collaborazione di CorCom e ForumPA.

“Siamo il partner ideale per le aziende che hanno idee innovative da sviluppare e concretizzare anche grazie alla partnership con Google che ci dà un filo diretto con la Silicon Valley, non per importare in Italia tecnologie estere”, chiarisce De Campo, “ma per essere sempre un passo avanti sull’innovazione e giocare d’anticipo sulle tecnologie del futuro. Un esempio? A Mountain View nessuno parla più di chatbot: lì sono già una tecnologia assodata, non da sviluppare”.

In Italia la competitività delle imprese si misura dunque anche sulla capacità di costruire partendo da piattaforme esistenti per creare servizi personalizzati e differenziati: “Tecnologie di portata globale possono essere il terreno su cui si sviluppa il design italiano e il Made in Italy della tecnologia e dell’innovazione”, afferma De Campo. “Il digitale è fatto anche, forse soprattutto, di processi, servizi e persone. Noovle comunque è partner non solo di Google Cloud, ma anche di Brightcove, Gigya e altre aziende”.

L’integrazione di più tecnologie è la base per implementare quel “nexus of forces” (social, mobile, cloud and information) definito dalla società di ricerche Gartner come la base delle piattaforme tecnologiche del futuro, perché l’azione combinata di queste quattro forze (di cui la parte informazioni, o dati, è rilevante quanto le altre) modifica sia il comportamento dell’utente finale sia i processi aziendali e i modelli di business, aprendo nuove opportunità per le imprese e per una crescita economica e sociale potenzialmente più inclusiva.

“La nostra offerta si basa sul nexus of forces”, sottolinea De Campo, “o su quella che viene definita anche come iperconvergenza, un’infrastruttura software-defined che elimina i tradizionali problemi di gestione dell’It raggruppando servizi e permettendo di gestirli con una sola applicazione. Ma non bisogna pensare che l’approccio cloud o basato sul software richieda una trasformazione estrema: è un cambiamento accessibile a tutti, anche perché il mercato va verso soluzioni ibride, che affiancano il cloud alla gestione on-premise”.

Quel che il nostro paese deve fare però è liberarsi di modi di fare e tecnologie legacy che non servono più nel presente e non preparano affatto al futuro e creare un sistema capace di far crescere le start-up: “Ne abbiamo tante in Italia, ma l’accesso ai capitali è troppo ristretto e il collegamento col mercato non sempre funziona”, ammonisce De Campo. Per questo Noovle ha lanciato la Key Factory, un acceleratore per start-up frutto della collaborazione fra Noovle e le tecnologie di Google, e Key Capital, venture incubator italiano.

Key Factory è un incubatore di business indipendente, una struttura che si definisce “flessibile e concreta” in grado di assistere lo sviluppo delle start-up in cerca di seed funding con una molteplicità di servizi. Obiettivo: preparare un terreno fertile per dare supporto alle nuove idee e far sì che l’innovazione non resti confinata in un esperimento ma arrivi a portare competitività all’intero sistema.

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