Il cloud-native è ormai inevitabile nelle reti core mobili, ma senza piattaforme orizzontali e automazione avanzata i benefici resteranno parziali. E la gestione della coesistenza Vnf/Cnf sarà il vero banco di prova nei prossimi anni. Lo afferma il nuovo report di Analysys Mason intitolato “Cloud-native networks: telecoms operator readiness and strategies for deployment and operations”.
Il cloud-native nel mobile core, evidenzia lo studio, stanno passando da sperimentazione a adozione mainstream tra gli operatori di telecomunicazioni. La maturazione delle tecnologie cloud-native e una maggiore chiarezza sul business case stanno spingendo le telco a investire in Cnf (Cloud-native network functions) per migliorare efficienza operativa, agilità e time-to-market.
Tuttavia, la semplice containerizzazione delle funzioni di rete non è sufficiente per ottenere questi benefici. I principali ostacoli restano operativi, organizzativi e architetturali, in particolare la gestione della coesistenza tra Vnf (Virtual network functions) e Cnf, che caratterizzerà le reti per molti anni.
Indice degli argomenti
Reti cloud-native, adozione massiccia tra le telco
Gli operatori riconoscono che le architetture cloud-native sono essenziali per aumentare l’automazione della rete, ridurre i costi operativi, accelerare l’introduzione di nuovi servizi (come network slicing, private networks, NaaS) e abilitare modelli operativi più flessibili e programmabili.
Le reti cloud-native consentono un approccio dichiarativo e intent-based alle operazioni di rete, sfruttando Kubernetes, microservizi, CI/CD e GitOps, e rendono possibile un’evoluzione verso livelli più elevati di autonomia operativa.
Per questo l’adozione delle Cnf sta crescendo rapidamente, soprattutto nel mobile core 5G. Analysys Mason prevede che, entro pochi anni, la maggioranza delle funzioni core sarà containerizzata.
Le sfide da superare
Nonostante ciò pochissimi operatori avranno reti completamente cloud-native nel medio termine; la coesistenza Vnf/Cnf è inevitabile e rappresenta la principale fonte di complessità, secondo Analysys Mason. Inoltre, i benefici di automazione sono spesso inferiori alle aspettative, perché mancano modelli operativi realmente cloud-native e piattaforme adeguate.
Il report individua quattro criticità strutturali. Il primo è la complessità operativa: la gestione parallela di Vnf e Cnf introduce silos, duplicazioni di strumenti e processi e rende difficile l’automazione end-to-end.
Un secondo ostacolo è rappresentato dai limiti delle soluzioni dei vendor: molte Cnf non rispettano pienamente i principi cloud-native e si comportano come Vnf containerizzate, con forti dipendenze e limitata flessibilità
Un’altra sfida per le reti cloud-native è il gap di competenze: molti operatori non dispongono delle skill cloud-native necessarie per operare reti basate su Kubernetes, GitOps e automazione avanzata.
Infine, l’uso continuativo di stack verticalmente integrati ostacola l’automazione coerente e la programmabilità della rete.

Il ruolo chiave delle piattaforme di network cloud orizzontali
Al contrario, le piattaforme di rete cloud orizzontali sono l’elemento abilitante centrale per il successo del cloud-native nel core.
Una piattaforma orizzontale consente, infatti, di eseguire Vnf e Cnf di diversi vendor su un’infrastruttura comune, di ridurre i costi Capex tramite condivisione dell’hardware, semplificare la gestione delle reti ibride, riutilizzare automazione, pipeline e processi nel passaggio da Vnf a Cnf, e di creare le basi per reti future Ai-native.
“L’utilizzo di piattaforme cloud di rete orizzontali – piattaforme unificate per l’esecuzione delle funzioni di rete come software disaggregato su una piattaforma cloud comune anziché su hardware separato e dedicato – può svolgere un ruolo fondamentale nell’ottimizzazione dell’adozione delle Cnf, perché permette di superare le sfide legate alla coesistenza Vnf/Cnf e automatizza le reti cloud native”, si legge nel report.
Nel medio termine, infatti, gli operatori dovranno gestire due modelli di automazione: Vfn Mano per Vnf e infrastruttura legacy, da un lato; automazione cloud-native basata su GitOps e Kubernetes per le Cnf, dall’altro. Il valore si realizza solo se questi due approcci vengono unificati attraverso una piattaforma comune, evitando frammentazione e complessità operativa.
Implementazione delle reti cloud-native, le raccomandazioni
Il report conclude con precise raccomandazioni strategiche per le telco:
- Allineare il management sui reali benefici del cloud-native, focalizzandosi su efficienza operativa e agilità, non solo su modernizzazione tecnologica.
- Adottare una piattaforma di network cloud orizzontale come fondamento architetturale per reti ibride Vnf/Cnf.
- Implementare automazione cloud-native (GitOps, CI/CD, osservabilità) per le Cnf, mantenendo Nfv Mano per le Vnf, ma con un modello operativo coerente.
- Collaborare con vendor capaci di supportare sia cloud-native sia legacy, inclusi servizi e competenze operative.
- Esercitare pressione collettiva sui vendor affinché forniscano soluzioni realmente cloud-native, attraverso requisiti comuni e iniziative di settore.
Il cloud-native non è più una scelta opzionale per le reti core mobili, ma un passaggio inevitabile, conclude Analysys Mason. Il successo non dipenderà dalla velocità di adozione delle Cnf, bensì dalla capacità degli operatori di gestire la coesistenza Vnf/Cnf, adottare piattaforme orizzontali e trasformare profondamente modelli operativi e automazione.











