BARCELLONA 2014

Reti virtuali e “cloud”, le mosse dei grandi vendor

Tecnologie per il futuro delle reti mobili con gli annunci Alcatel Lucent, Cisco, Zte, Intel. La svolta nel Network functions virtualization, software defined networks. Per far risparmiare 100 miliardi di euro l’anno agli operatori mobili europei e lanciare nuovi servizi evoluti

Pubblicato il 25 Feb 2014

Alessandro Longo

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Risparmi agli operatori mobili per 100 miliardi di dollari l’anno, semplificando la rete, mentre si aggiungono nuovi servizi. Grazie alla virtualizzazione e, in futuro, ai concetti del cloud applicati per la prima volta alle reti mobili. È la promessa di nuove tecnologie che i grandi vendor mondiali stanno adottando, come mostrato al Mobile World Congress di Barcellona in questi giorni. Sono novità tecnologiche che possono sfuggire a uno sguardo poco attento, sepolte tra i tanti annunci di cellulari. Ma sono tra le più importanti innovazioni che impatteranno sul business degli operatori e sull’esperienza d’uso degli utenti. Alcatel Lucent ha annunciato accordi con Cisco e Intel per adottare tecnologie di virtualizzazione delle funzioni di rete, la cosiddetta “Network Functions Virtualization”. Annunci anche dal colosso cinese ZTE, in questa direzione. Ma è qualcosa verso cui sta andando tutta l’industria, sotto l’egida dell’Etsi, l’organismo europeo per la definizione degli standard.

In ambito Etsi si è costituito il Network Functions Virtualization Industry Specification Group o NFV ISG. “Membri” e “partecipanti” sono già circa 150, tra i quali i maggiori produttori di tecnologie di reti (Alcatel-Lucent, Cisco, Ciena, Ericsson, Huawei, Italtel, Juniper, Nokia Solutions and Networks, ZTE tra gli altri), produttori IT come IBM, HP, Oracle, Dell, Cytrix, EMC, specialisti software come Red Hat, Symantec, operatori di Tlc (circa una trentina), tra i quali AT&T, BT, China Mobile, China Telecom, DT, DoCoMo, NTT.

Semplificando, la si può spiegare così: è l’arrivo, nel mondo delle reti, di quella stessa rivoluzione che è sbarcata da tempo sui computer. Quella della virtualizzazione e, dopo, del cloud. Cioè l’idea che non è necessario fare ogni cosa con uno specifico pezzo di ferro installato in un luogo. La virtualizzazione crea, da un solo pezzo di ferro (hard disk, server…), tanti “pezzi di ferro virtuali”, ciascuno in grado di agire come se fosse reale. Con il cloud invece l’hardware non c’è affatto nel luogo in cui agisce, ma lo fa a distanza. Questi due concetti stanno arrivando sulle reti mobili.

Ne derivano vari vantaggi. Oltre ai risparmi, c’è una maggiore scalabilità possibile. Gli operatori potranno assegnare funzioni e risorse anche a cose piccolissime, come i sensori dell’internet of things, la prossima rivoluzione che – se gestita in modo tradizionale, con reti non virtuali – rischia di gettarle nel caos.

Le risorse di rete possono essere specializzate via software, con un mix che potrà essere variato a seconda delle esigenze di traffico e di applicazione. Le applicazioni video, che occupano una parte sempre maggiore del carico delle reti, tenderanno ad avere contenuti spostati sempre più ai margini della rete, vicino agli utenti, in tante copie digitali.

Complementare alla virtualizzazione è la tecnologia delle SDN, le Software Defined Networks: un approccio pragmatico che consente di inserire nuovi elementi della rete, definirne le relazioni, stabilire gli instradamenti, intervenendo sulle policy via software invece che con modifiche fisiche su singoli apparati. luogo. E’ possibile avere un hardware solo, standard, che fa cose diverse grazie a software che ne lo moltiplicano nelle funzioni. E’ il concetto della virtualizzazione: l’hardware è “virtuale”, cioè è uno ma agisce come se fosse tanti. Segue il concetto del cloud: l’hardware non è nemmeno presente nel luogo in cui agisce, ma è lontano. Agisce a distanza. Tutto questo avverrà sulle reti mobili mondiali, sta già avvenendo, per risolvere un problema: la crescente complessità delle reti stesse. Qui infatti adesso bisogna aggiungere elementi (“pezzi di ferro”) per ciascuna nuova specifica funzione. La virtualizzazione le semplificherà, di qui i risparmi per gli operatori mobili, stimati in 100 miliardi di uro l’anno (in Europa) dall’osservatorio AlixPartners questo mese.

E poi il cloud. Rendere disponibili queste risorse, rese virtuali ed elastiche, anche a distanza. A questo proposito, Alcatel-Lucent è stata tra i primi fornitori a sviluppare un’offerta specificamente rivolta alla realizzazione di ambienti/piattaforme cloud specificamente concepiti per le infrastrutture di grandi dimensioni e capacità degli operatori.

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