LA SENTENZA

Consolle, la Corte Ue: “Craccarle non sempre è reato”

I giudici comunitari rispondono al tribunale di Milano su un contenzioso tra Nintendo e Pc Box: si possono aggirare i sistemi di sicurezza purché non si violino i diritti d’autore su videogame o altre proprietà intellettuali

Pubblicato il 23 Gen 2014

Antonello Salerno

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“Craccare” una consolle per videogame non sempre è illegale. Lo è nel momento in cui l’intervento serve per violare la proprietà intellettuale e utilizzare giochi di provenienza illegale. Non lo è se l’intervento è utile per usufruire di contenuti audio e video non protetti dal diritto d’autore. E’ questo in estrema sintesi il senso del pronunciamento della Corte di Giustizia europea, a cui il tribunale di Milano aveva chiesto un parere rispetto a una controversia tra Nintendo e Pc Box, che commercializza consolle del produttore giapponese con un software aggiuntivo di applicazioni di produttori indipendenti. Per utilizzarle è necessario installare sul dispositivo soluzioni messe a disposizione da Pc Box che eludono e disattivano le misure di protezione della consolle. L’obiettivo dichiarato è di permettere la lettura di film, video e file Mp3, e non copie illegali di vedogames.

Nella sentenza la Corte Ue ricorda che le direttive in vigore obbligano gli Stati membri a prevedere una protezione giuridica adeguata contro l’elusione di qualsiasi «misura tecnologica» che impedisca o limiti le riproduzioni non autorizzate delle opere per le quali è richiesta l’autorizzazione del titolare di un diritto d’autore. Una protezione che però deve rispettare il principio di proporzionalità, senza vietare i dispositivi o le attività che hanno, sul piano commerciale, una finalità o un’utilizzazione diversa.

La Corte sottolinea che “Non si deve valutare la portata della protezione giuridica delle misure tecnologiche in funzione dell’utilizzazione delle consolle definita dal titolare dei diritti d’autore, ma che si devono piuttosto esaminare i dispositivi previsti per l’elusione delle misure di protezione, tenuto conto dell’uso che i terzi effettivamente ne fanno”.

Così la Corte invita il giudice del rinvio a verificare se altre efficaci misure di protezione possano causare minori interferenze con le attività dei terzi o minori limitazioni, pur fornendo una protezione analoga per i diritti del titolare. Il giudice del rinvio può anche esaminare se i dispositivi di Pc Box siano frequentemente utilizzati per la lettura di copie non autorizzate di giochi Nintendo su consolle Nintendo o se, al contrario, essi siano piuttosto utilizzati a fini che non violano il diritto d’autore.

In ogni caso con il suo pronunciamento la Corte Ue non risolve la controversia nazionale, dal momento che spetta comunque al giudice nazionale risolvere la causa conformemente alla decisione della Corte, vincola anche gli altri giudici nazionali ai quali vengano sottoposti problemi dello stesso genere.

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