L'INTERVENTO

Copyright, Di Maio contro la direttiva Ue: “Un bavaglio alla Rete”

Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico pronto a non recepire la normativa, se il testo della proposta sarà confermato dal Parlamento europeo. “Immagino uno Stato che dia una connessione a Internet gratuita di mezz’ora al giorno a chi non può permettersela”

Pubblicato il 26 Giu 2018

Giorgia Pacino

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No al “bavaglio” alla Rete, no alle multinazionali che decidono cosa possa essere pubblicato. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio promette battaglia sulla direttiva europea in materia di copyright. La proposta, approvata dalla commissione Juri del Parlamento europeo, punta a introdurre regole più severe sulla protezione del diritto d’autore. Che potrebbero avere effetti sulla libera circolazione delle informazioni online.

“La Rete sta correndo un grave pericolo. E il pericolo arriva direttamente dall’Europa e si chiama riforma del copyright”, dice Di Maio. “La scorsa settimana, nonostante i nostri eurodeputati abbiano provato ad opporsi in tutti i modi, è passata una linea che maturava dopo almeno due anni di contrattazioni”.

In particolare, le critiche si concentrano su due articoli del documento che passerà ora all’approvazione dell’Europarlamento. L’articolo 11 che istituisce una sorta di tassa per i link a carico delle grandi piattaforme online, come Google e Facebook, tenute a pagare per poter linkare i siti di notizie. E l’articolo 13 che impone una verifica preventiva dei contenuti pubblicati online per evitare la violazione del diritto d’autore, affidando questa funzione di filtro alle stesse piattaforme.

Vogliono mettere il bavaglio alla rete inserendo la cosiddetta link tax, ovvero un diritto per gli editori di autorizzare o bloccare l’utilizzo digitale delle loro pubblicazioni”, continua Di Maio. “E, soprattutto, vorrebbero garantire un controllo ex ante sui contenuti che i cittadini vogliono condividere. Praticamente deleghiamo a delle multinazionali, che spesso nemmeno sono europee, il potere di decidere cosa debba essere o meno pubblicato”.

Se il testo attuale della proposta venisse confermato, per Di Maio l’Italia non dovrebbe dare attuazione alla direttiva. “Ci opporremmo con tutte le nostre forze a partire dal Parlamento europeo, siamo anche disposti a non recepire la direttiva se dovesse rimanere così com’è. Immagino uno Stato che, per tutelare il diritto all’informazione, interviene e fornisce gratuitamente una connessione a Internet di almeno mezz’ora al giorno a chi non può ancora permettersela. Dal punto di vista delle tecnologie – conclude il ministro – questo governo proseguirà il percorso di potenziamento delle infrastrutture di rete, proseguendo gli investimenti nel piano Banda ultralarga e 5G”.

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