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Corporate venture capital leva per l’open innovation

Report CB Insight: il Cvc indirizzato direttamente alle startup è una fetta consistente dell’investimento complessivo delle grandi aziende. Ben 668 operazioni sono state dedicate alle nuove imprese per un totale di 26,9 miliardi

Pubblicato il 27 Mag 2016

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Le aziende sono i primi investitori in startup. Almeno le multinazionali, nel mondo. Le unità di venture capital delle grandi corporation hanno partecipato nel 2015 a 1.300 finanziamenti in tutto il mondo, investendo in tutto 28,4 miliardi di dollari e facendo registrare un balzo consistente rispetto al 2014: +70%. Il corporate venture capital indirizzato direttamente alle startup è una fetta consistente dell’investimento complessivo, tanto che ben 668 operazioni sono state dedicate alle nuove imprese per un totale di 26,9 miliardi. I dati, che arrivano da un report di CB Insights, confermano che le grandi aziende stanno scommettendo sull’innovazione e sul futuro.

Il Corporate Venture Capital (CVC), che è appunto un investimento in capitale di rischio di startup o imprese da parte di aziende consolidate attraverso un proprio veicolo finanziario per finanziare l’avvio o la crescita di attività in settori ad elevato potenziale di sviluppo, è uno dei cardini dell’open innovation, modello di innovazione secondo il quale le imprese, per creare valore ed essere competitive, devono ricorrere a strumenti e competenze che arrivano dall’esterno, per esempio dalle startup. Come hanno scritto Marco Morchio, Accenture Strategy Lead, e Danilo Mazzara, Senior Manager di Accenture Strategy, in un articolo pubblicato sulla Harvard Business Review Italia nel 2015, “tra le tante opportunità di open innovation, il Corporate Venture Capital rappresenta una leva che, se ben usata, può garantire ritorni significativi”. A livello globale si contano oltre 1.100 Corporate Venture Capital. Nel 2015 le società di CVC hanno partecipato al 19,3% dei 6743 round di finanziamenti effettuati con venture capital nel corso dell’anno in tutto il mondo.

Ovvero hanno contribuito a finanziare le realtà imprenditoriali una volta ogni cinque. Geograficamente parlando, la parte del leone la fa naturalmente il Nord America: tra il 2014 e il 2015 la metà dei deal di tutto il mondo nei quali era prevista la partecipazione di Corporate Venture Capital ha coinvolto startup americane,. Quelle asiatiche figurano al secondo posto, le europee al terzo. Ma entrambi i continenti negli ultimi mesi hanno conquistato terreno. Nell’ultimo trimestre 2015, rileva Cbs Insights, le startup del Nord America hanno conquistato il 59% dei deal mondiali con partecipazione di CVC, le asiatiche il 23% e le europee il 18%.

Per quanto riguarda l’Europa, Cbs riporta i dati relativi alla Gran Bretagna: nel 2015 il Corporate Venture Capital ha fatto investimenti per un totale di 1,7 miliardi di dollari in 41 deal, un netto aumento rispetto agli anni precedenti. Cresce il ricorso al CVC anche in Cina: le unità di Corporate venture hanno partecipato a 66 deal per un totale di 6,2 miliardi di dollari, in particolare dedicandosi ai finanziamenti più onerosi quali quelli a Dianping, colosso delle vendite online, effettuato ad aprile per un totale di 850 milioni di dollari. Scende invece il ricorso al CVC in India: nel 2015 è stato pari a 421 milioni di dollari spalmati in 24 deal.

Non sorprende che i più attivi Corporate Venture Capital abbiano la loro culla negli Usa. Medaglia d’oro delle corporate che investono in capital di rischio è Intel Capital, la divisione di Intel Corporation nata appunto per gestire venture capital, investimenti internazionali, merger e acquisizioni. Nel 2015 Intel Capital ha investito il 18% in più di GV (la ex Google Ventures), che si piazza così al secondo posto. Terzo posto per Qualcomm Ventures, quarto per Salesforce Ventures, quinto per GE Ventures. Quali settori di investimento interessano di più alle big companies? Internet resta dominante. Nonostante alcune fluttuazioni, le startup del comparto restano i maggiore attrattori di deal di CVC a livello mondiale, con una quota del 48% nel quarto trimestre 2015. Al secondo posto, però più arretrate, le startup Mobile & Telecommunications, con una quota del 16%. Seguono quelle dell’Healthcare (12%) e le startup del software (7%). In questo scenario internazionale l’Italia deve ancora cominciare il proprio percorso.

Ma c’è chi è ottimista. “Da noi i tempi per avviare iniziative di Corporate Venture Capital significative sono maturi e le condizioni sono ottimali” sostengono Marco Morchio e Danilo Mazzara. “Lo scorso anno – proseguono – i fondi Venture Capital hanno raccolto circa 300 milioni di euro e siamo convinti che se ci fossero dei partner di natura industriale gli investimenti si sbloccherebbero più velocemente”.

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