SCENARI

Cyberisk, la sicurezza finisce sulla “nuvola”

Si sposta sul cloud la difesa dagli attacchi più massicci. Il mercato assicurativo a 7,5 miliardi di dollari nel 2020. La rubrica di Mario Dal Co

Pubblicato il 23 Ott 2015

Mario Dal Co, Economista

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È uscita Global State of Information Security, Survey 2016 di PWC. L’incremento delle soluzioni cloud nei prossimi 5 anni (+200% secondo IDC) sposta su questo fronte il fulcro delle difese contro gli attacchi più devastanti e massicci. La domanda muove verso: sistemi di autenticazione avanzati, test di penetrazione e vulnerabilità, analisi degli allarmi e del comportamento della rete, difesa dagli attacchi, apprendimento collettivo e rapidità nella risposta alle crisi; l’offerta risponde con i servizi sempre più in cloud. Manager che utilizzano componenti IOT sono il doppio rispetto all’anno precedente.

Se il numero dei device connessi salirà a 30 miliardi nel 2020 (quasi triplicando rispetto ad oggi- IDC), i rischi per la sicurezza digitale aumenteranno in misura più che proporzionale. Non mancano le preoccupazioni sulla privacy: l’illuminazione intelligente, legata ai comportamenti degli utenti, apre la strada alla rilevazione dei comportamenti individuali, e questo richiede tecnologie che tutelino il diritto alla privacy. Le strategia di difesa non eliminano, ma mitigano i rischi. Le assicurazioni servono per questo: i premi sono tanto più contenuti quanto più efficace la strategia di difesa approntata. Intanto, il 59% degli intervistati l’assicurazione ce l’ha. Il mercato assicurativo dei cyberisk crescerà di tre volte da oggi al 2020 (7,5 miliardi di dollari).

Oggi la copertura assicurativa riguarda: la distruzione dei dati, il blocco malevolo del servizio, i furti e le estorsioni, ma possono includere i costi per la risposta agli incidenti, la bonifica dei sistemi, la ricerca e l’audit. Un ruolo rilevante lo deve svolgere il governo: deve promuovere la condivisione dei dati. Il 40% degli intervistati dichiara di avere una qualche condivisione di informazioni con le istituzioni. Non ci sono dati per l’Italia, nè c’è sufficiente attenzione del governo alla sicurezza digitale. La strategia per la crescita digitale 2014-2020, che la Presidenza del Consiglio ha pubblicato (a marzo 2015!) ha due paginette sulla sicurezza nella PA: “Il Settore Privato ricopre un ruolo chiave, in quanto sarà l’attore principale al fianco delle PA per l’innalzamento della sicurezza e la privacy dei servizi digitali. Questo tipo di coinvolgimento avrà risvolti positivi anche al di fuori della PA, poiché stimolerà il settore privato a sviluppare servizi e soluzioni con più alti standard di sicurezza, che potranno essere messi a disposizione all’intero mercato Italiano ed Europeo”.

Le intenzioni sono vaghe, ma sulla loro attuazione vig ilerà con ferreo rigore una Cabina di Regia, nuova di zecca, che restituirà onore e lustro alla lunga catena delle cabine di regia. Tocchiamo ferro…

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