PRIVACY

Dati personali, la palla del regolamento Ue passa all’Italia

Le nuove norme europee potrebbero essere varate durante il semestre di presidenza italiana. Allo studio un garante unico a livello comunitario. La commissaria Viviane Reding: “Varata la roadmap per concludere i lavori entro un anno”

Pubblicato il 28 Gen 2014

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Per concludere i negoziati sul regolamento europeo per la protezione dei dati personali sarà necessario un anno di tempo, e a varare il provvedimento sarà quindi la presidentza di turno italiana. La tabella di marcia è già segnata, grazie a un accordo raggiunto la settimana scorsa dalla Commissione Ue, dai due relatori del Parlamento e dai rappresentanti dell’attuale presidenza greca e di quella italiana che subentrerà a luglio, annunciato oggi dalla commissaria per la Giustizia, Viviane Reding. E’ la principale novità emersa dalla tavola rotonda che si è tenuta questa mattina presso la sede della Commissione europea a Roma, in occasione della giornata europea per la protezione dei dati personali, con la partecipazione di Lucio Battistotti, direttore della rappresentanza in Italia della Commissione Ue, Augusta Iannini, vicepresidente dell’autorità per la protezione dei dati personali, Bruno Gencarelli, vice capo dell’unità Protezione dei dati pesonali della Commissione Ue e il magistrato Allegra Migliorini a rappresentare il ministero della Giustizia.

“La protezione dei dati è un diritto fondamentale di tutti i cittadini europei – ha detto Battistotti introducendo la discussione – In Europa sono già in vigore regole avanzate, e ora abbiamo l’occasione di trasformarle in uno standard d’avanguardia a livello internazionale. Questo anche perché l’economia digitale ha bisogno di fiducia per svilupparsi, e queste misure rappresenteranno un passo verso il completamento del mercato unico”.

Ma il percorso del regolamento rimane comunque un percorso delicato, nonostante tutti gli Stati membri condividano la necessità di dare vita a norme comuni: “E’ importante che si sia creata una giornata che ricordi a tutti questo tema – ha detto Augusta Iannini – La sensibilità dei cittadini sta crescendo, e il datagate ha contribuito a far salire l’attenzione. In questo il legislatore italiano ha preceduto la sensibilità della commissione e di tanti altri Paesi. Certo – ha continuato – Ci saremmo augurati un percorso meno accidentato di questo regolamento: Ora è importante che i governi si assumano le loro responsabilità, e che l’egoismo dei singoli Stati faccia un passo indietro. Perché l’obiettivo va al di là delle convenienze nazionali”.

“L’Italia ha dato un contributo importante, sia come Stato sia come supporto dei singoli parlamentari – ha affermato Bruno Gencarelli – e sarà chiamata a svolgere un ruolo fondamentale. Gli elementi centrali che hanno ispirato il regolamento sono tre: più armonizzazione e semplificazione della disciplina europea e del quadro normativo, un meccanismo di sportello unico, una sola autorità garante per la difesa dei dati per tutta l’Unione, e l’enforcement dei diritti per i singoli. E’ una riforma difficile, ma la sua adozione è una priorità assoluta”.

“Il difficile punto di equilibrio è cercare di comporre punti di vista diversi di paesi diversi – ha aggiunto Allegra Migliorini – L’obiettivo è di tutelare le imprese e difendere l’interesse dei cittadini. Sarà fondamentale stabilire che di fronte a rischi grandi devono corrispondere misure di protezione importanti, mentre per i rischi piccoli bisogna fare attenzione a semplificare le procedure e renderle più snelle. In ogni caso non è più rinviabile l’adozione di una nuova disciplina. Quanto al garante unico, è importante che debba poter convivere con quelli nazionali”.

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