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Digital economy, Vint Cerf: “Treno partito, ma l’Italia può ancora salire”

Il Chief Digital evangelist di Google: “Questo è il paese del design: avete una grande opportunità. La stampa 3d cambierà tutti i business model”. Sul digital single market: “Non sia una fortezza, si apra agli altri mercati”

Pubblicato il 04 Giu 2015

Antonello Salerno

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“In Italia avete una enorme opportunità. Il treno della digital economy è partito, ma gli italiani possono ancora salirci sopra. Siamo al punto in cui il mercato può contare su una flessibilità che non c’era mai stata prima. I software possono cambiare radicalmente gli oggetti, e metterli nelle condizioni di fare cose che prima non erano in grado di fare. L’Italia è tra le altre cose il paese del design, e in questo campo avete una grande possibilità. In questo campo la stampa 3D sta cambiando e progressivamente cambierà tutti i business model. Ma non è l’unica opportunità: le nuove tecnologie possono abilitare lo sviluppo di grandi idee che finora non hanno trovato spazio”.

Lo ha detto Vint Cerf, Chief digital evangelist di Google e tra i “padri fondatori” del Web durante il dibattito con il sottosegretario alle comunicazioni Antonello Giacomelli alla presentazione dei risultati del primo anno del progetto “Made in Italy – eccellenze in digitale”, organizzato da Google e Camere di commercio.

“L’approccio aperto di Internet per noi è un valore fondamentale. La rete offre la possibilità alle aziende di stabilire una relazione con i clienti diretta e potente, sempre più orientata, soprattutto nel campo delle piccole e medie imprese, verso la personalizzazione dei servizi e dei prodotti”, ha proseguito Cerf.

“In Europa state discutendo di come aprire una un mercato unico digitale, su cui tutti possano partecipare, senza barriere – ha proseguito Cerf – Creare un mercato su scala ampia è molto importante, ed è molto importante che sia senza barriere, anche per chi viene da fuori dell’unione europea – Questo spazio non dovrà essere una fortezza, ma aperto agli altri mercati”.

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