PNRR

Digitale, al via l’Ecosistema del Nord-Ovest: fondi per 110 milioni

Il progetto Nodes presentato dal Politecnico di Torino e 24 partner ottiene il finanziamento del Miur. Benefici a cascata su tutto il territorio, incluse le microimprese. L’obiettivo è sviluppare tecnologie per la manifattura avanzata, collegare ricerca e industria e formare competenze con un modello replicabile

Pubblicato il 23 Giu 2022

Patrizia Licata

Le sfide della missione1 del PNRR

Per “Nodes-Nord Ovest digitale e sostenibile” arriva il finanziamento di 110 milioni di euro da parte del Ministero dell’Università e della ricerca: il progetto presentato dal Politecnico di Torino insieme a una rete di 24 partner pubblici e privati, è stato selezionato nell’ambito degli investimenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il finanziamento andrà a beneficio di tutto il territorio di Piemonte e Valle d’Aosta e delle province più occidentali della Lombardia, Como, Varese e Pavia; in più porterà 15 milioni di euro per attività di ricerca e bandi a cascata a favore delle regioni del Sud del Paese.

L’obiettivo di Nodes è la costituzione di uno degli 11 Ecosistemi dell’innovazione che il Ministero ha individuato al fine di supportare la crescita sostenibile e inclusiva dei territori di riferimento in quella che viene identificata come la doppia transizione digitale ed ecologica.

Ampio impatto territoriale e modello scalabile

Il progetto è stato valutato come capace di produrre un impatto considerevole in termini di territori e sistemi industriali intercettati, perché interessa una Macro-Regione nella quale sarà possibile mettere a sistema di un numero di attori consistente, che genererà la possibilità di accrescere la capacità di condivisione di competenze e di creare un network ampio e disponibile per un utilizzo da parte di più territori, rendendo il modello scalabile anche una volta che il Pnrr sarà concluso.

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Altro punto di forza della Macro-Regione è la capacità di intercettare MPmi e di attivarle su iniziative di ricerca, sviluppo, trasferimento tecnologico, formazione, generando dunque una considerevole massa critica nel raggiungere gli obiettivi misurabili proposti dall’Ecosistema e, potenzialmente, di attrarre ulteriori risorse anche a livello europeo.

Università pubbliche in prima fila

I soggetti attuatori (che costituiranno il cosiddetto Hub a cui spetta il coordinamento gestionale) sono tutte università pubbliche: Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Università del Piemonte Orientale, Università degli Studi dell’Insubria, Università degli Studi di Pavia e Università della Valle D’Aosta, tra le quali sarà costituita una Società consortile a responsabilità limitata (Scarl). Gli stessi Atenei, unitamente all’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, si potranno avvalere (in qualità di Spoke) della collaborazione di soggetti affiliati per la realizzazione delle attività di ricerca di propria competenza.

Bandi “a cascata” aperti alle imprese

In totale i soggetti che compongono l’ecosistema sono 24: 8 Atenei, 6 Poli di Innovazione, 5 Centri di ricerca di riferimento, 3 Incubatori e 1 Acceleratore, 1 Competenze Center. Del budget complessivo del progetto, poi, circa 54 milioni di euro saranno impiegati in “bandi a cascata” aperti anche a realtà imprenditoriali, moltiplicando quindi il numero di attori coinvolti e le competenze messe a sistema.

Infine, le Regioni di Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia hanno espresso il loro impegno a garantire e promuovere gli indirizzi strategici territoriali necessari per l’attuazione del progetto e in particolare l’emanazione di bandi finanziati a valere sui fondi strutturali europei oggetto di programmazione regionale, che potranno essere complementari e sinergici ai “bandi a cascata” previsti nella proposta di Ecosistema. Diverse aziende ed enti dei territori relativi alle aree della proposta hanno inoltre espresso il loro interesse con una lettera di endorsement per una collaborazione con “Nodes”.

Obiettivo: sette filiere delle manifattura avanzata

L’obiettivo ambizioso del progetto, che si concluderà in tre anni, è la creazione di filiere di ricerca e industriali in sette settori legati alla manifattura avanzata: Industria 4.0 per la mobilità e l’aerospazio, Sostenibilità industriale e green technologies, Industria del turismo e cultura, Montagna digitale e sostenibile, Industria della Salute e silver economy, Agroindustria primaria e secondaria.

Il progetto si propone poi di sostenere l’innovazione su traiettorie tecnologiche a elevato potenziale per sviluppare da un lato nuovi prodotti e processi nelle Pmi esistenti, stimolando processi di valorizzazione della ricerca e di trasferimento tecnologico e aumentandone la competitività anche a livello internazionale e dall’altro favorire la nascita di start-up e spin-off  “Deep tech” nei settori individuati, attraendo risorse economiche aggiuntive da fondi di venture capital.

Percorsi di formazione e dottorati di ricerca “industriali”

Per attuare questa collaborazione si studieranno percorsi e strumenti di innovazione collaborativi tra start-up, Pmi, grandi imprese e mondo della ricerca innovativi, scalabili e replicabili anche a Pnrr concluso. Infine, grande attenzione sarà posta alla formazione di talenti e all’upskilling e reskilling del personale impiegato con formazione avanzata e attraverso approcci didattici innovativi ed al loro inserimento nel mondo produttivo, con focus sul coinvolgimento delle donne in ambito Stem ed all’innovazione del ruolo del Dottorato di ricerca in ottica “industriale”.

Le grandi imprese supporteranno l’Ecosistema giocando un ruolo chiave nell’identificazione delle traiettorie di sviluppo industriale, nell’assunzione del personale a elevata qualificazione e nel sostegno all’assorbimento delle innovazioni sviluppate.

“Lacommissione di esperti esterni che ha valutato il progetto si è complimentata per l’ottima qualità della proposta, riconoscendo in particolare l’attenzione posta nell’assicurare un ampio impatto dell’iniziativa, sia in termini sociali che di aumento di competitività del territorio dal punto di vista economico, ma anche la sua sostenibilità. Il lavoro del nuovo Ecosistema Nodes supporterà l’Innovazione nelle regioni coinvolte a livello nazionale, favorendo al tempo stesso l’attrazione di investimenti e collaborazioni alla scala internazionale”, dichiara Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino.

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