PA DIGITALE

E-fattura, il governo scommette sull’alleanza pubblico-privato

L’annuncio del viceministro all’Economia, Luigi Casero: “Nelle prossime settimane tavolo con Agenzia delle Entrate, associazioni di professionisti e Confindustria per studiare come diffondere il progetto”

Pubblicato il 02 Feb 2017

Federica Meta

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Il governo punta ad ampliare l’ambito di applicazione della fattura elettronica. L’annuncio arriva dal viceministro dell’Economia Luigi Casero. “Il Fisco italiano fa in digitale tutto il sistema dei pagamenti, tutto il sistema dell’invio delle dichiarazioni e, adesso, anche quello della Dichiarazione precompilata (dei redditi, ndr) – ha detto Casero, in occasione di Telefisco 2017 – Tutta questa serie di passaggi e quelli successivi che dovranno confluire verso la fatturazione elettronica hanno fondamentalmente due grandi attori: l’Agenzia delle Entrate ed i professionisti che sono diventati l’elemento-motore, giocando un ruolo di intermediario”.

“Nelle prossime settimane apriremo un tavolo specifico fra Agenzia, professionisti, associazioni di categoria e Confindustria”, nella consapevolezza, spiega Casero, che “la fatturazione elettronica semplifica molto il quadro e permette di svolgere al professionista un’azione di consulenza e all’impresa di semplificazione sui dati”.

Grande banco di prova per la strategia del governo sarà la e-fattura B2B, di recente entrata in vigore ma non in via obbligatoria. Dallo scorso 9 gennaio il progetto è diventato operativo grazie alla modifica formato Fattura PA che, nella versione precedente, era utilizzabile solamente per la trasmissione delle fatture elettroniche verso le PA. Secondo il Mef se il progetto funziona, la stima minima è di 3-4 miliardi di risparmi. “La fatturazione elettronica è conveniente ad ogni livello: consente un risparmio quantificabile per ciascuna fattura gestita, rispetto ai modelli di fatturazione “tradizionali” e questo vale non solo per le grandi aziende, ma anche per le realtà più piccole”, dicono dal Mef.

Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione della School of Management del Politecnico di Milano, il beneficio del passaggio dal processo “tradizionale” alla fatturazione elettronica si assesta tra i 7,5 e gli 11,5 euro a fattura, per organizzazioni che producono/ricevono un volume di fatture superiore alle 3.000 all’anno. Il risparmio deriva da una serie di attività per le quali occorreva l’utilizzo di manodopera “umana”: stampa e imbustamento delle fatture, interazione con il cliente, conservazione dell’archivio cartaceo, senza dimenticare il costo della burocrazia legata ai diversi passaggi autorizzativi al pagamento delle fatture.

Lo scopo della fatturazione elettronica tra privati è quello di potenziare l’integrazione tra tutti i protagonisti della filiera del valore: produttori, fornitori, addetti alla logistica e distributori, per arrivare, sempre più spesso, ai clienti finali.

Per spingere i privati ad usare la fattura elettronica il governo ha studiato un particolare sistema incentivante, fatto di crediti d’imposta e di altri strumenti, a tutto vantaggio delle imprese. Le aziende che decideranno di optare per l’applicazione del nuovo regime, che avrà una durata di 5 anni a partire dall’inizio dell’anno solare in cui è esercitata e, salvo revoca, rinnovata di quinquennio in quinquennio, potranno godere di una riduzione degli adempimenti fiscali. Le aziende che sceglieranno la fattura elettronica godranno, infatti, di una serie di esenzioni da altrettanti obblighi di comunicazione relativi a operazioni rilevanti ai fini Iva (Spesometro), contratti di leasing e operazioni con paesi black list. Altri benefici riguardano i rimborsi Iva, che saranno più veloci (in tre mesi) e ci sarà, inoltre, la semplificazione dei controlli fiscali, niente scontrino fiscale e la riduzione di un anno dei termini di accertamento (che passano da 4 a 3 anni).

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