VERSO VENEZIA

E-Government, MM-One: “Italia fanalino di coda”

A due giorni dall’inizio della Digital week in laguna uno studio della web agency fa il punto della situazione: “Scarsa la performance della PA, cittadini insoddisfatti della funzionalità dei siti istituzionali”

Pubblicato il 04 Lug 2014

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“I continui moniti per un progresso della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione in Italia sembrano ben giustificati, dal momento che le performance digitali nel nostro Paese rimangono alquanto scarse. Se confrontata con gli altri Paesi Europei l’Italia si posiziona penultima per livello di sviluppo dell’E-Government. Fa peggio solo la Romania. Un ritardo che la dice lunga sulla strada da percorrere, dal momento che i cittadini italiani sono tra i più insoddisfatti in Europa della loro esperienza di navigazione nei siti della Pubblica Amministrazione in quanto a difficoltà a reperire informazioni o di accedere ai servizi web”.

Sono le conclusioni a cui giunge lo studio realizzato dal Centro Studi di MM-One Group, agenzia specializzata in servizi E-business per le aziende, che ha preso in considerazione una serie di indicatori Eurostat aggiornati al 2013 che fotografano i “rapporti digitali” tra imprese e PA e tra cittadini e PA e che sviscerano i livelli di soddisfazione della navigazione dei cittadini nei siti amministrativi.

Risultati che MM-One Group ha voluto diffondere a poche ore dall’inizio di Digital Venice come contributo per la discussione e gli approfondimenti sul tema, che sarà tra quelli affrontati dall’appuntamento istituzionale dell’8 luglio in Laguna e di diversi convegni e appuntamenti della Digital Week.

“Si delinea – affermano da MM-One – una netta spaccatura fra Nord e Sud Europa. Ai primi posti della classifica si posizionano paesi quali la Danimarca, Finlandia e Svezia che si distinguono per una migliore performance digitale della Pubblica Amministrazione. Attribuendo un punteggio convenzionale pari a 100 alla Danimarca, il Paese che sfrutta al meglio le potenzialità della rete, l’Italia totalizza appena 9 punti, a fronte dei 78 della Francia, dei 45 della Spagna. Una performance insufficiente per un Paese che vede nella burocrazia un freno importante allo sviluppo economico”.

“Entrando nel dettaglio del ritardo italiano – si legge nel comunicato – la percentuale di cittadini che interagiscono con la PA tramite internet è del 21% contro un 41% dell’Europa. Appena il 15% scarica la modulistica dai loro siti (vs 53% degli olandesi), il 10% invia moduli compilati via web (vs 66% dei danesi) e appena il 6% presenta la dichiarazione dei redditi nei siti della PA (vs il 63% dei danesi). Anche il rapporto digitale tra imprese e PA sembra scricchiolare: il 21% delle aziende italiane comunica via web alla PA i contributi sociali dei propri dipendenti (vs il 77% delle imprese finlandesi ed estoni), il 19% comunica le dichiarazioni di imposta sulle società (vs l’88% delle aziende lituane) e il 18% accede nei siti della PA per consultare documenti e specifiche delle gare di appalto (vs il 41% delle imprese irlandesi)”.

“La scarsa performance digitale della PA italiana trova conferma nell’estrema insoddisfazione espressa dai cittadini italiani nella navigazione dei siti amministrativi – conclude la nota – In particolare si evidenziano difficoltà nel reperimento delle informazioni e un certo livello di insoddisfazione circa l’utilità delle informazioni disponibili. Inoltre non sempre sembra facile controllare il follow-up delle richieste e risulta complesso l’utilizzo dei servizi disponibili. Tutto questo comporta che a livello europeo gli italiani siano i più insoddisfatti della fruizione dei servizi pubblici via web”.

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