PUNTI DI VISTA

E-Health, codice unico chiave di volta per l’Fse

Necessario garantire l’interazione tra il fascicolo sanitario elettronico e il sistema informativo sanitario (Nsis), che è il più importante patrimonio informativo sanitario elettronico a livello nazionale

Pubblicato il 08 Mar 2015

Gregorio Cosentino* e Lidia Di Minco**

health-140307153249

Il Nuovo sistema informativo sanitario (Nsis) è lo strumento di riferimento per le misure di qualità, efficienza ed appropriatezza del Servizio Sanitario Nazionale, ed è finalizzato a supportare adeguatamente le Regioni e il ministero della Salute nell’esercizio delle funzioni loro attribuite e con particolare riferimento al Ministero della salute nella sua funzione di garante dell’applicazione uniforme sul territorio nazionale dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea).

Per la governance del Nsis è attiva dal 2002 la Cabina di Regia del Nsis, istituita con decreto del ministro della Salute, costituita da rappresentanti delle regioni Lombardia, Veneto, Toscana, Umbria, Emilia – Romagna e Lazio designati dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome di Trento e di Bolzano, e da rappresentanti del Ministero della salute, del Ministero per la semplificazione e pubblica amministrazione, dell’Agid e del Ministero dell’economia e delle finanze.

Il Nsis trova il suo fondamento normativo nell’articolo 87 della legge 23 dicembre 2000, n. 388 – “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2001)”, ed è attuato attraverso l’Accordo quadro tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano del 22 febbraio 2001.

L’Intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005 ha riconfermato all’articolo 3 il ruolo e le finalità del Nsis, esplicitando anche che il conferimento dei dati al Sistema Informativo Sanitario è ricompreso fra gli adempimenti cui sono tenute le Regioni per l’accesso al maggior finanziamento di cui alla suddetta intesa, fermo restando gli adempimenti relativi agli obblighi informativi già in essere.

Lo scenario istituzionale in cui si colloca il Nsis è caratterizzato da profondi mutamenti nell’assetto dei ruoli dei diversi attori che interagiscono nell’ambito dell’Ssn, determinati, prioritariamente, dal processo di decentramento dei poteri dallo Stato alle Regioni. Il nuovo scenario ha, pertanto, determinato in capo allo Stato la competenza esclusiva nella definizione dei Lea, adottati come strumenti indispensabili per garantire una corretta assistenza sanitaria su tutto il territorio nazionale, attribuendo alle Regioni la potestà legislativa e regolamentare per ogni altra materia del settore.

Il Nsis ha richiesto la costruzione di un linguaggio comune per consentire l’interscambio informativo tra il livello nazionale e i sistemi informativi sanitari regionali. È stato avviato, pertanto, il progetto “Mattoni del Ssn”, approvato in Conferenza Stato Regioni nella seduta del 10 dicembre 2003.

Il Nsis rappresenta attualmente il più importante patrimonio informativo sanitario a livello nazionale a supporto della programmazione sanitaria nazionale e regionale. Oggi diremmo che è stato realizzato un Big Data Analytics.

I risultati del Nsis sono apprezzabili in quanto: consente di monitorare il rispetto dei Lea; consente di effettuare un benchmark tra le Regioni per massimizzare l’efficienza dell’Ssn; consente di effettuare una migliore lettura della qualità assistenziale. Il Nsis è comunque in continua evoluzione con l’obiettivo di aumentare il numero dei flussi informativi “analitici” relativi ai setting assistenziali le cui informazioni non sono ancora rilevate, ed in particolare quelle derivanti dalle prestazioni sanitarie erogate sul territorio. Uno dei problemi principali è quello derivante dalla necessità di avere a livello nazionale un codice identificativo univoco dell’assistito che identifichi il paziente all’interno dei diversi flussi informativi per interconnettere i diversi sistemi informativi sanitari. Servono regole standard a livello nazionale in modo che i flussi informativi provenienti dalle Regioni possano “tracciare” anche il paziente che ha usufruito di prestazioni sanitarie in diverse regioni italiane. Si tratta di ambiti contemplati anche all’interno del Fascicolo Sanitario Elettronico: evidente che Nsis e Fse, nel contesto più ampio della Sanità Digitale, dovranno interagire.

*vicepresidente Cdti (Roma); **direzione generale Sistema informativo mistero della Salute

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Argomenti trattati

Approfondimenti

M
MInistero della Salute
R
regioni
S
Ssn

Articolo 1 di 2