GRUPPI EDITORIALI

EidosMedia esporta in Brasile l’innovazione made in Italy

La società EidosMedia punta all’America Latina. Il direttore marketing Barsotti: “Carta e digitale possono allearsi, importante saper offrire contenuti su più device”

Pubblicato il 05 Nov 2013

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Sbarca in Brasile EidosMedia, società italiana specializzata nella progettazione di piattaforme digitali multicanale, già operativa in Francia, Germania, UK, Australia e USA. Con l’apertura di una filiale a San Paolo, e contatti già avviati con alcuni grandi gruppi editoriali del Paese americano, questa società interamente made in Italy (la sede è a Milano) fa un ulteriore passo verso l’internazionalizzazione. E vende al mondo un’innovativa tecnologia per le aziende editoriali.

La piattaforma si chiama Méthode ed è in grado di creare, organizzare, archiviare, gestire e pubblicare informazioni su più canali di distribuzione: carta stampata, web, mobile, tablet. Utilizzata quotidianamente da circa 20mila giornalisti per creare più di 600 testate e 200 siti internet in 5 continenti, è protagonista e simbolo di come i gruppi dell’editoria si stanno trasformando grazie all’innovazione.

“Il cambiamento tecnologico che ha investito le redazioni – spiega Massimo Barsotti, direttore marketing di EidosMedia – ha fatto comprendere che occorre focalizzarsi il più possibile sui contenuti e non sul canale di trasmissione. Faccio un esempio: se il giornalista ha una notizia urgente, la pubblicherà innanzitutto su smartphone, mentre un approfondimento o un editoriale si confà maggiormente al cartaceo. Il canale dovrebbe essere considerato come qualcosa di secondario, prima va valutata con attenzione la qualità del contenuto per capire dove può essere veicolato. E non è detto, come teme qualcuno, che il digitale cannibalizzi la carta”.

Barsotti cita quale esempio il Gruppo editoriale belga Corelio, che ha realizzato un ottimo modello di coesistenza tra carta e digitale. Durante la settimana l’editore pubblica un’edizione serale per iPod, con una selezione di news destinata alle persone che, in quella fascia oraria, rientrano a casa dal lavoro. Gli approfondimenti, gli speciali e i supplementi passano invece dal canale cartaceo, soprattutto nelle edizioni domenicali, perché nel fine-settimana c’è più tempo per leggere articoli lunghi.

In generale per le aziende editoriali il problema principale, secondo Barsotti, è la proliferazione di quelli che lui definisce “gadget”, ovvero la molteplicità dei device. “Oggi il consumatore si aspetta di essere ‘inseguito’ dalle news, non il contrario – spiega – e i giornali devono trovare modelli sostenibili per riuscire a ‘seguire’ il lettore su tutti i gadget a disposizione. L’approccio che suggeriamo è adottare tecnologie web che permettano di avere contenuti in grado di adattarsi ai vari device. In pratica creare il contenuto una sola volta e fare in modo che si adatti agli schermi diversi dei diversi dispositivi”.

Oltre all’evoluzione dello strumento, il direttore marketing sottolinea come stia avvenendo una “parallela evoluzione della professione del giornalista, che deve ragionare sempre più in termini multimediali. Per esempio negli Usa fanno appositi training ai redattori per abituarli ad usare tutti gli strumenti tecnologici a loro disposizione”.

In Italia il mercato è in crisi, ma negli ultimi mesi “si sta verificando una sorta di risveglio: tutti hanno capito che bisogna andare verso il digitale e verso la fruizione di notizie in mobilità, perché i lettori si sposteranno sempre più sui device”.

Da noi EidosMedia già lavora con Gruppo 24 Ore, Rcs, La Stampa, Il Secolo XIX, Il Cittadino di Lodi, il Gruppo Sesaab (che raccoglie testate locali come L’Eco di Bergamo e la Provincia di Como) e l’agenzia di stampa ADNKronos.

Ma è all’estero che la società ha piantato più bandierine. Per esempio in Cina sta lavorando da diversi mesi per il China Daily, il più importante media di lingua inglese, in Svizzera ha tempo come cliente Edipresse (oggi Tamedia), in Sudafrica Media24, in Francia Le Figaro e altri gruppi editoriali di grandi dimensioni in Belgio, Germania, India e Australia.

“Nei Paesi emergenti – spiega Barsotti – i lettori stanno saltando i passaggi intermedi. Generazioni che hanno praticato poco o per nulla l’uso del pc sono approdate direttamente agli smartphone e ai tablet, seppure smartphone di fascia più bassa. Quindi siamo in grado di fare progetti più innovativi, mentre le economie più mature si portano dietro vecchi passaggi ormai desueti”.

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