LO STUDIO

Enisa: allarme cybersicurezza sui cellulari

Nel 2011 51 gravi interruzioni delle comunicazioni in 11 Paesi della Ue, la maggior parte perpetrati attraverso le reti di telefonia mobile o a seguito di collegamento al Web via smartphone

Pubblicato il 11 Ott 2012

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Undici Paesi dell’Unione europea hanno sperimentato l’anno scorso 51 gravi interruzioni delle comunicazioni, con la maggior parte degli incidenti che si è verificata sulla rete di telefonia cellulare o su Internet in mobilità. Lo riferisce un rapporto diffuso oggi dall’Enisa (European Network and Information Security Agency), agenzia dell’Unione europea per la sicurezza informatica e delle reti di telecomunicazioni.

La maggioranza degli incidenti (47%) ha riguardato l’interruzione di servizi software e hardware, mentre fenomeni naturali come inondazioni, tempeste, nevicate o anche errori umani ne hanno causato il 12%. Solo il 6% erano attacchi informatici e questi, in prevalenza, sono stati low-tech, per esempio atti di vandalismo o furto di cavi. In particolare il documento cita l’incendio doloso di un sistema di linee fisse che ha lasciato 10.000 utenti senza accesso al web per 36 ore.

Calcolando i tempi necessari al ripristino dei servizi, l’Enisa stima che il maggior dispendio di tempo – 45 ore in media – è servito per riparare le reti dopo catastrofi o incidenti naturali.

Sempre stando al documento, il 60% degli incidenti ha riguardato telefonia cellulare o Internet su mobile. Meno colpiti, dunque, le linee fisse, Internet per uso domestico, i servizi di messaggeria e le e-mail.

In totale l’Enisa ha raccolto i dati di 29 nazioni, nove delle quali non hanno riportato incidenti significativi. L’organismo europeo tiene però a sottolineare che non tutti i Paesi membri della Ue hanno presentato i dati richiesti in tempo utile, perciò nel report atteso per il prossimo anno il numero degli incidenti è destinato a crescere.

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