STRATEGIE

Epson, inkjet all’attacco di nuovi mercati

Minori complessità, meno rifiuti, abbattimento di consumi elettrici: l’azienda ridefinisce la gestione della stampa dipartimentale

Pubblicato il 21 Mar 2014

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“Minore complessità, meno rifiuti, minori consumi elettrici”. Questi secondo Epson sono i vantaggi della stampa a getto d’inchiostro rispetto a quella laser. Vantaggi che non restano confinati alla fascia bassa delle applicazioni d’ufficio e workgroup grazie alle nuove periferiche di stampa presentate ieri a Vienna e destinate a equipaggiare centri stampa aziendali e dipartimentali. Questo grazie a perfezionamenti tecnologici, software di sicurezza e gestione, ma anche di specifiche caratteristiche destinate ai fornitori di servizi gestiti. Le nuove stampanti delle serie WorkForce Pro possono reggere forti carichi di stampa grazie all’impiego delle testine PrecisionCore che Epson ha sviluppato e impiegato finora solo sui sistemi di stampa industriale ad alta affidabilità usate in sistemi di packaging ed etichettatura. La società ha inoltre realizzato un nuovo sistema di consumabili “a sacchetto” denominato Rips (replaceable ink pack system) che consente lunghissime autonomie (75 mila pagine) e quindi minori necessità di intervento e manutenzione, oltre alle necessità di smaltimento di imballi e rifiuti pericolosi. Le stampanti non saranno vendute alle aziende ma offerte “come servizio” da rivenditori di servizi di cui la società ha cominciato il reclutamento.

Quello che Epson si promette di avviare è un cambiamento che tocca gli aspetti economici e ambientali della stampa ma che riguarda anche l’utilizzo della stampa. “Le stampanti a getto non richiedono parti di consumo di diversa durata e che producono rifiuti pericolosi da smaltire – ha spiegato Rob Clark vp Epson Europe -. Consumano l’80% in meno di energia elettrica e hanno più lunga autonomia rispetto alle comuni laser. Siccome non generano rumori o polveri moleste, possono essere collocate più vicino agli utilizzatori finali, cambiando la logica per cui sono nati i centri stampa in azienda (controllo dei costi e confinamento di apparati molesti, ndr) migliorando la riservatezza dei documenti e la produttività delle persone”.

Per Phil Sargeant analista di Idc, il mercato dei sistemi di stampa per le imprese ha continuato a crescere malgrado la crisi. “In Europa ha toccato i 9 milioni di unità di cui un quinto fatto di stampanti a getto d’inchiosto, le cui quote stanno guadagnando terreno sul laser. Le stampanti a getto sono versatili e trovano oggi applicazioni sia nel front desk sia nel back office”. Per Sargeant, l’affermazione dei tablet e l’uso digitale delle immagini ha mutato le abitudini nel settore consumer riducendo la necessità di stampare. “Si stampa di meno nel consumer e, per questo, costruttori come Epson devono cercare oggi alternative per crescere. Una è certamente rappresentata dall’ufficio, le cui esigenze di stampa cresceranno di pari passo con la ripresa dell’economia. Il trend di crescita delle inkjet è del 12% contro il 2% di quello delle stampanti laser”.

Per Davide Di Scioscio, business manager, di Epson Italia i nuovi prodotti rappresentano l’evoluzione di una genealogia di stampanti a getto di cui Epson è stata pioniere nel 2008, poi aggiornata ogni due anni. “I prodotti sono oggi superiori a laser di pari prestazioni e costano la metà. Pensiamo con i nuovi modelli delle serie WF 5000, 8000 e il Rips di poter attaccare un nuovo mercato, anche grazie all’opera dei partner”. Le nuove stampanti saranno offerte a un numero selezionato di partner che rivendono la stampa come servizio in base a contratti annuali e costi/pagina prefissati. “Stiamo organizzando il reclutamento di un centinaio di operatori sul territorio italiano nelle varie Province interessati a offrire questi servizi – dice Di Scioscio -. Oltre ad alcuni dei nostri partner ci saranno operatori che offrono servizi di stampa con prodotti concorrenti. Siamo certi di poter offrire occasioni per recuperare marginalità, ridurre costi per gli interventi on site e poter reinvestire risorse in nuovi servizi a valore”.

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