DIGITAL MINDS - 1

Eric Schmidt all’Europa: “Subito mercato unico digitale”

L’appello lanciato dall’executive Chairman di Google alla Commissione Ue: “Serve abbracciare servizi disruptive per scongiurare la sconfitta competitiva. Internet principale motore di crescita”

Pubblicato il 22 Set 2014

Lorenzo Forlani

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“L’Europa ha bisogno di riformarsi dando finalmente il via a un vero mercato digitale unico. Ciò incentiverà gli imprenditori europei a investire e darà loro la possibilità di realizzare business su scala globale e ad una velocità maggiore. Serve che la politica individui strade di armonizzazione per supportare questi cambiamenti e fare in modo che le startup europee abbiano successo”.

Queste le parole di Eric Schmidt, executive Chairman di Google, che ha invitato l’Europa a rimuovere le barriere nazionali commerciali che complicano la vita alle aziende Ict. Schmidt ha esposto le sue opinioni in un articolo scritto su richiesta della Commissaria europea per l’agenda digitale uscente, Neelie Kroes, che lo ha pubblicato sul suo sito come primo di una serie di 40 contributi che usciranno quotidianamente fino alla conclusione del mandato il 31 ottobre.

“E’ tempo di agire,” ha scritto Schmidt, “invece di cavalcare a parole l’onda del cambiamento tecnologico e dell’innovazione. L’inazione metterà l’economia europea in pericolo”, ha aggiunto. Schmidt ha affermato poi la necessità di una “leadership forte”, necessaria alla riforma del mercato digitale europeo frammentato lungo direttrici nazionali, e ha previsto che le riforme potrebbero far crescere l’economia europea del 4% in termini di Pil entro il 2020. “Più di tutto, l’Europa dovrebbe abbracciare i servizi disruptive”, scrive Schmidt. “I vecchi modi di agire devono fare i conti con la concorrenza che li obbliga a innovare. Uber, ad esempio, sta agitando il mercato dei taxi, offrendo tariffe più convenienti”.

“In un continente alla ricerca di speranze economiche, Internet rappresenta il principale motore di crescita”, ha aggiunto. L’ufficio della Kroes ha precisato che non esiste alcuna connessione tra l’articolo di Schmidt e l’indagine che da qualche tempo è portata avanti dalla commissione sulla possibilità che Google stia schiacciando illegalmente i propri competitor. Il gigante di internet potrebbe ricevere una multa di miliardi di euro se non dovesse soddisfare le proteste di rivali come Microsoft.

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