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Expo 2015, l’Ict va in soccorso della mobilità

Milano si prepara ad accogliere 20 milioni di visitatori. Molte le iniziative in cantiere per migliorare la mobilità. L’Atm ha già un nuovo centro operativo super-automatizzato

Pubblicato il 14 Apr 2014

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Per chi sa cosa vuol dire salire sui mezzi pubblici a Milano nell’ora di punta, il pensiero di quel che succederà a partire da maggio 2015 – quando per l’Expo sono attesi in città venti milioni di visitatori – ha dell’angosciante. Ma niente panico: in teoria, rispetto alla (stra)ordinaria amministrazione, il sistema della mobilità meneghina dovrebbe reggere senza particolari problemi. Il rischio di caos si fa più concreto all’incorrere degli inevitabili imprevisti. Per affrontarli e gestirli la tecnologia sarà fondamentale. A patto però di usarla adottando anche nuovi paradigmi che presuppongano la partecipazione attiva degli utenti.

Più facile a dirsi che a farsi, ma le basi di partenza sono buone: se per esempio due tra i principali operatori di servizio taxi, Taxiblu e Yellowtaxi, hanno già adottato, tra sistemi di comunicazione e centrali radio, tecnologie di ultima generazione, dotandosi anche di app per la prenotazione e il pagamento via smartphone, lo scorso novembre è stata inaugurata la nuova sala operativa dell’Atm, l’azienda dei trasporti milanesi. Il centro operativo gestisce l’intera rete delle linee metropolitane (eccetto per il momento l’ultima arrivata, la 5 o Lilla, che in quanto completamente automatizzata ha un “cervello elettronico” ad hoc) per un totale di 1.650 corse di treni al giorno su 83,5 km di binari e 94 stazioni. Sviluppata da Atm in collaborazione con Alstom e Ibm per un investimento di 11,5 milioni, la struttura consente attraverso 25 postazioni interdipendenti e flessibili l’integrazione di tutti i sistemi di Tlc utilizzati dagli operatori e la supervisione e il controllo degli impianti delle stazioni (dalle scale mobili agli ascensori, fino all’illuminazione e alla ventilazione), dell’alimentazione elettrica e dei treni. Il monitoraggio continuo della rete, anche attraverso un sistema di 2.900 telecamere, dovrebbe migliorare la performance già buona del 2013, anno in cui i guasti del network si sono ridotti del 40% rispetto al 2012.

Atm inoltre ha sviluppato da tempo una propria app, a cui se ne sono presto affiancate molte altre (alcune, a giudicare dalle valutazioni degli utenti, anche più apprezzate di quella ufficiale), e ha aperto un profilo Twitter attraverso cui eroga informazioni in tempo reale su traffico, avarie e deviazioni di tragitto. Attualmente il servizio è attivo dalle 7 alle 20 e si limita a segnalare eventuali disservizi. Il sistema Atm è inoltre inserito nella piattaforma E015, che condivide le informazioni fornite dall’azienda di trasporto con quelle degli altri soggetti che gestiscono la mobilità in Lombardia, dagli aeroporti alle ferrovie. A breve la piattaforma, che è accessibile in via sperimentale da tre totem dislocati sul territorio, sarà tradotta in una mobile app per permettere a tutti i visitatori di ricevere e richiedere informazioni sul sistema dei trasporti nella sua interezza.

Ed è a livello della comunicazione con l’utente che dovrebbe radicalmente cambiare il paradigma, almeno secondo Luca Studer, ricercatore del Politecnico di Milano, responsabile del laboratorio Mobilità e trasporti ed esperto di Intelligent transportation systems. Più che di nuove infrastrutture, Milano ha bisogno di infostrutture più efficienti. “Specialmente in contesti urbani ad alta densità, dove le infrastrutture possono essere implementate molto lentamente, la vera mobilità non è costituita dai mezzi di trasporto, ma da un sistema informativo che funzioni a 360 gradi”, spiega Studer. “Finché ci si occupa del singolo mezzo si rischia il fallimento”.

La comunicazione dell’emergenza non deve riguardare solo il pezzetto di linea o di strada direttamente interessato, ma – soprattutto nell’ottica di aiutare visitatori che parlano e scrivono lingue diverse e che ignorano come funziona l’urbanistica di Milano – deve considerare il sistema nel suo complesso per fornire alternative valide e chiare rispetto alle altre opzioni, dal BikeMi (le bici messe a disposizione dal comune di Milano, ndr) al car sharing passando per i taxi. Il passo successivo dovrebbe riguardare la raccolta e la gestione delle info provenienti dagli utenti. “Le tecnologie permettono un flusso bidirezionale di comunicazione, e chi meglio dei viaggiatori può monitorare la situazione fornendo soluzioni alternative?”, prosegue Studer. Le segnalazioni potrebbero integrarsi con le info ufficiali dell’azienda, che per quanto precise non saranno mai altrettanto capillari. “Ciò presuppone un rovesciamento del sistema a piramide, con un nuovo paradigma in cui gli utenti generano le info e i centri di gestione le controllano e gestiscono. Un cambiamento non da poco”.

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