Forum IT: cloud pubblico, la scatola è ancora vuota

Sette aziende a confronto sulle potenzialità della nuvola. Poche le applicazioni disponibili ma l’interesse del mercato è in forte crescita

Pubblicato il 30 Mag 2011

Si è tenuta in Versilia la dodicesima edizione del Forum IT
organizzato da Grandangolo Communications, che ha chiamato sette
palyer del panorama nazionale e internazionale ad affrontare il
tema “Cloud Computing, trasformazione dei Data Center e nuovi
processi aziendali: quali opportunità?”. I manager delle aziende
intervenute hanno snocciolato le loro impressioni sulle tendenze in
atto nel cloud computing, indicando quali possono essere le
soluzioni e le best practice necessarie per permettere ai clienti
di cogliere tutti i vantaggi concreti promessi dalla rivoluzione
della “nuvola” in termini di efficienza, redditività e
contenimento dei costi.

Al dibattito hanno preso parte Axiante, società di consulenza
applicativa che realizza progetti a livello internazionale;
Brocade, che sviluppa soluzioni di networking; Doubletrace, azienda
svedese specializzata nello sviluppo di software dedicato
all’anti pirateria e all’Information Security Management;
Mauden, system integrator specializzato in progetti e servizi per i
data center; Panda Security, the Cloud Security company; Riverbed,
la IT performance company che offre soluzioni di Wan optimization;
Zycko, distributore a valore aggiunto di prodotti e soluzioni
IT.

Doubletrace, anti-pirateria on the cloud
Le danze sono state aperte dalla presentazione ufficiale alla
stampa italiana delle soluzioni di Doubletrace, azienda svedese che
offre nuove dimensioni ai normali standard di sicurezza dei
desktop, che dall’inizio di giugno arriva nel nostro paese con la
propria soluzione che aiuta imprese, enti e privati a ottimizzare
l’utilizzo delle risorse IT, impedendo l’archiviazione di
contenuti illegali e regolamentando la navigazione in Internet e
l’installazione dei software non autorizzati. Rappresentata in
Italia dal Gruppo Peruzzo Multimedia Company, la società sviluppa
Doubletrace ePe, una suite software composta da strumenti per
assicurare che il sistema IT aziendale sia libero da contenuti
illegali e indesiderati, supportando i clienti nella creazione di
policy di sicurezza più rigide con l’implementazione di una
serie di regole interne sull’utilizzo delle risorse IT aziendali.
"Le caratteristiche innovative delle soluzioni Doubletrace ci
hanno convinto a rappresentarla e ad avviarne la distribuzione in
Italia, con l’obiettivo di offrire anche sul nostro mercato
strumenti validi ed efficaci per aiutare i clienti a contrastare
gli utilizzi non conformi delle proprie risorse IT e a sventare
potenziali minacce derivanti da pratiche illecite", ha
sottolineato Alessandro Peruzzo, presidente di Peruzzo Multimedia
Company.

Axiante, la nuvola pubblica è ancora vuota
Passando a esaminare il punto di vista delle aziende intervenute,
Romeo Scaccabarozzi, President di Axiante, ha spiegato come nel
dibattito sul cloud computing "sia giunto il momento di essere
più concreti, di passare dalle parole ai fatti, perché il rischio
che si corre è che la famosa 'nuvola' rimanga vuota di
contenuti". Lo scenario di mercato vede tuttora assenti dalla
cloud pubblica le applicazioni a valore, in quanto le aziende
mostrano ancora di preferire le cloud private: "attualmente,
la maggior parte delle aziende porta, o sta pensando di portare,
nello spazio pubblico solo alcune applicazioni come la posta
elettronica oppure le conferenze via web, mentre tutto ciò che è
mission critical, nel senso che costituisce il vero abilitatore
dell’attività core delle imprese, rimane ancora all’interno
dei perimetri aziendali", ha detto Scaccabarozzi.

In questo scenario, Axiante si è attrezzata per operare sia come
advisor sia come system integrator in grado di supportare le
aziende nell’adozione ottimale del cloud, partendo
dall’evidenziarne i benefici in termini di maggiore flessibilità
delle infrastrutture e di reattività ai cambiamenti di business,
per arrivare a un miglioramento sostanziale delle performance e a
notevoli risparmi nei costi. A questo proposito, il numero uno di
Axiante ha illustrato nel corso del Forum IT un progetto di
Business Intelligence e Performance Management in corso di
realizzazione per un grosso gruppo della grande distribuzione
internazionale (presente da anni anche in Italia), esemplificando
come si potrà fornire accesso a questo tipo di applicazioni
mission critical secondo il modello 'as a Service',
utilizzando appieno le potenzialità del cloud innestandovi
contenuti a valore.

Brocade scommette sulla virtual enterprise
"Brocade è il primo vendor nel campo del networking ad
abilitare il cloud computing ottimizzato, in grado di trasformare
l’azienda in una 'virtual enterprise', nella quale
informazioni e dati di business sono disponibili ovunque,
indipendentemente da dove ci si trova", ha detto Paolo Lossa,
Regional Manager di Brocade Italia, sintetizzando la vision
dell'azienda di networking. Le potenzialità del cloud
computing, secondo Brocade, sono notevoli, e i clienti ne sono
sempre più coscienti. "Ma a differenza dello scorso anno,
quando i Cio avevano indicato i risparmi nei costi come primo
driver per l’adozione della cloud, oggi le priorità sono sempre
più quelle dell’agilità di business, cioè avere una maggiore
flessibilità di reazione alle mutevoli esigenze del mercato grazie
a servizi nuovi offerti ai clienti e ai dipendenti", ha
sottolineato Lossa.

La chiave per spingere l’acceleratore sulla maggiore agilità, e
quindi sulla maggiore competitività dell’azienda nello scenario
di mercato di oggi, è proprio quella di diventare una “virtual
enterprise”, cioè un’azienda che si serve della “nuvola”
come infrastruttura di business per avere sempre la massima
disponibilità dei dati, senza limitazioni di luogo. "Quello
della 'virtual enterprise' è il punto d’arrivo – ha
proseguito Lossa – di un percorso di migrazione verso la cloud
che viene stabilito dall’azienda stessa, servendosi delle
tecnologie proposte da Brocade, che oggi è in grado di offrire un
percorso chiaro con l’architettura CloudPlex, presentata
ufficialmente all’inizio di maggio 2011".

Mauden, la nuvola per ora è nella nebbia
"Il cloud è certamente una rivoluzione, e non una semplice
moda del momento. Ma l’enorme casistica di tutto quanto è o
debba essere considerato cloud fa sì che spesso sembri di essere
tutti nella nebbia, invece di stare a guardare le nuvole", ha
sostenuto Giuseppe Belardinelli, amministratore delegato di Mauden.
Nonostante questo, il nuovo paradigma del cloud "modificherà
lo scenario di business dell’IT, costringendo molti attori a
riposizionarsi: forse non in tempi immediati, ma sicuramente
nell’arco di pochi anni, anche perché gli sviluppi
dell’offerta si stanno concentrando e procedono in modo
costante". Anche Mauden si sta attrezzando per questa fase
dell’IT, con una visione molto attenta alle esigenze delle
aziende con cui opera principalmente. "I nostri clienti sono
realtà di grandi dimensioni, in cui l’offerta di cloud pubblica
si scontra con la necessità di mantenere elevati standard di
sicurezza – ha fatto notare Belardinelli – Prendiamo il caso delle
banche, un settore che conosciamo da tempo. Non ci risulta che
siano state portate nella cloud neppure applicazioni considerate
generalmente non 'core', come la posta elettronica. La
ragione è semplice ed è legata alla 'scarsa visibilità'
sull’ubicazione fisica dei dati, aspetto determinante per la
gestione del rischio”. Anche per questo, oggi "sui nostri
principali clienti il cloud viene declinato in logica privata: si
implementano architetture virtualizzate e automatizzate che
abilitano l’erogazione delle applicazioni informatiche interne
sotto forma di servizio, attraverso l’intranet aziendale. La
virtualizzazione è sempre più estesa, a tutti i livelli server,
client, storage e applicazioni, e lo sviluppo operativo di logiche
di monitoraggio e di provisioning automatico delle risorse
configura un IT sempre più fattore di abilitazione e
competitività", ha concluso Belardinelli.

Panda Security, per noi la nuvola è già
realtà

"Fin dal 2007 Panda Security ha avviato una soluzione basata
sulla modalità 'from the cloud', che oggi fa parte
dell’offerta come vero e proprio servizio di protezione globale
dai rischi e dalle minacce, erogato in modalità 'as a
Service'", ha sottolineato Domenico Fusco, Direttore
Vendite Italia di Panda Security. L’affermarsi dei paradigmi del
cloud computing è un’opportunità che Panda Security ha saputo
cogliere, offrendone i relativi benefici ai clienti, per esempio
con la soluzione Panda Cloud Office Protection, erogata tramite
cloud, "senza che sia necessario un server ad hoc in azienda
– ha precisato Fusco – i clienti si sentono così più tutelati,
grazie anche al collegamento diretto con i laboratori di Panda
Security", e con la nuovissima protezione perimetrale Panda
Virtual GateDefender Performa, studiata per garantire un’efficace
sicurezza anche alle infrastrutture IT virtualizzate. Ma non solo:
Panda Cloud Office Protection prevede anche una modalità di
gestione tramite Web Console Isp, dedicata agli Internet Service
Provider o agli Asp, e completamente basata sul cloud, in quanto la
protezione viene fornita come servizio in modalità SaaS.

Il cloud offre sempre più opportunità anche per i partner:
"abbiamo studiato un listino mensile per i reseller che tiene
conto della fascia di attivazioni effettuate ogni mese, con una
fatturazione espressa in dodicesimi: un vero e proprio modello
‘Pay for use’, in cui si paga solo e unicamente ciò che si
utilizza", ha concluso Fusco.

Riverbed Technology, ok cloud private e ibride
Riverbed Technology, la IT performance company che offre soluzioni
di Wan optimization, volte a incrementare le performance
dell’infrastruttura IT aziendale per le reti, le applicazioni e
lo storage, spinge sempre più l’acceleratore sull’offerta per
il cloud. "Le nostre soluzioni stanno consentendo alle aziende
di tutto il mondo di centralizzare e consolidare le proprie risorse
informatiche, realizzando cloud private senza costosi investimenti
per aumentare la banda, in quanto la Wan optimization permette di
avere migliori prestazioni sull’intera rete, accelerando il
traffico dati anche a distanze notevoli", ha fatto notare
Albert Zammar, Regional Sales Manager di Riverbed Technology
Italia, Grecia, Cipro e Malta.

L’accelerazione delle reti e dei backup, grazie alle tecnologie
Riverbed come l’appliance Cloud Steelhead o le soluzioni di cloud
storage Whitewater, può permettere di vincere le resistenze verso
il cloud pubblico: "per molte aziende, togliere i server e i
servizi locali dalle filiali è stato un processo non facile, ma si
può parlare tranquillamente di una battaglia vinta, grazie anche
all’aiuto non indifferente dato dalle soluzioni di ottimizzazione
del traffico Wan", ha proseguito Zammar. Ma non solo: nel
mirino di Riverbed vi sono anche le cloud ibride, grazie alla
collaborazione, annunciata poche settimane fa, con Akamai
Technologies, attiva nell’ottimizzazione delle applicazioni in
modalità cloud, che prevede lo sviluppo di una soluzione congiunta
per l’accelerazione delle applicazioni per le reti cloud ibride,
con una combinazione di Internet e Wan optimization.

Zycko, ancora tanti ostacoli di tipo culturale per la
nuvola

Tecnologie all’avanguardia e supporto consulenziale: ecco gli
elementi essenziali per implementare efficacemente il cloud
computing secondo Zycko, distributore a valore aggiunto di
soluzioni IT. "Il nostro principale impegno è offrire un
portfolio tecnologico completo, in grado di soddisfare le
necessità attuali e future, affiancato da un valido supporto
consulenziale per affrontare anche le sfide più complesse",
ha sottolineato Piera Loche, Managing Director di Zycko Italy.
L’offerta di Zycko comprende soluzioni che permettono di
rispondere alle molteplici esigenze delle aziende, adattando il
cloud computing ai diversi contesti. Ma nell’attuale fase di
sviluppo del cloud, risulta di fondamentale importanza il modus
operandi di Zycko, che si pone come attore principale nel processo
di 'scolarizzazione' delle nuove tecnologie, collaborando
con i partner per analizzare e comprendere le esigenze dei clienti
e definire le migliori soluzioni.

"Il principale ostacolo da superare per arrivare a una
completa e consapevole adozione del cloud è culturale: siamo
abituati a ragionare e ad agire in termini 'fisici' e
concetti come virtualizzazione e cloud possono apparire poco chiari
e forse poco affidabili. Fortunatamente però, il risparmio e la
praticità che ne derivano si stanno mostrando leve capaci di
scuotere anche i responsabili IT più tradizionali", ha
concluso Piera Loche.

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