FUTURE PROOF. I servizi nuvola e la metafora di Internet

Pubblicato il 07 Mar 2011

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Google, Amazon, eBay, Apple, sono i pionieri del modello di
distribuzione dei servizi a nuvola per i consumatori e per le
piccole aziende. Questo modello, da sempre presente in Internet,
sta per essere adottato anche dalle imprese, da tutte le imprese,
grandi, medie e piccole, ed è destinato a diventare pervasivo
nell’arco dei prossimi dieci anni. La figura mostra
schematicamente i tipi di servizi a nuvola offerti dai Csp (Cloud
Service Provider). Non si tratta soltanto di offrire online
applicazioni e business processes, con pagamento a consumo
(Software as a Service, SaaS), ma anche di servizi di middleware, e
cioè della fornitura “as a service” degli strumenti di
sviluppo delle applicazioni stesse (Platform as a Service, PaaS).
È ciò che fa Apple fornendo gli strumenti di sviluppo delle
applicazioni che vende nel suo Apple Store. Inoltre, il Csp offre
come servizio anche le infrastrutture hardware tipiche dei Data
Center: server virtualizzati, memorie, e reti (Infrastructure as a
Service, IaaS).

I fornitori di servizi Cloud sono quindi differenti dagli storici
Asp (Application Service Provider) perché offrono anche
piattaforme e infrastrutture, oltre che applicazioni, e perché
sono costituiti in generale da associazioni di operatori (ciascuno
specializzato appunto in hardware, middleware e software) che si
presentano unitariamente sul mercato delle imprese. Mentre il
modello a nuvola di tipo generale, detto “pubblico”, è
immediatamente applicabile alle piccole imprese, le medie e le
grandi imprese (le banche ad esempio) possono ricorrere più
convenientemente a modelli a nuvola di tipo “privato” e
“ibrido”.

Nel modello Private Cloud, un grande banca o una federazione di
banche centralizzano progressivamente i servizi IaaS, PaaS e SaaS e
li offrono a consumo all’interno dell’organizzazione o della
federazione. Questo modello mitiga drammaticamente le problematiche
di adozione delle forniture Public Cloud da parte delle grandi
aziende, relative alla sicurezza e privatezza dei dati, e ai
complessi aspetti contrattuali e agli standard di
interoperabilità. Nel modello Hybrid Cloud, l’impresa o la
federazione d’imprese si approvvigionano in parte con servizi
Private Cloud e in parte con servizi Public Cloud.

Il modello di fornitura dei servizi a nuvola è applicabile a
tutti, consumatori e imprese, e promette il raggiungimento di due
grandi obiettivi: una diminuzione dei costi dell’IT aziendale
(hardware, licenze software, personale addetto) con trasformazione
dei costi da Capex a Opex; un aumento dell’agilità aziendale, in
termini di flessibilità e rapidità di immissione sul mercato di
prodotti/servizi innovativi e competitivi.

Il Cloud Computing avrà un impatto molto significativo nei
prossimi dieci anni sul mercato dei servizi e dei prodotti Ict per
le imprese e per le pubbliche amministrazioni. In un recente
rapporto, Gartner stima che il mercato mondiale del Cloud (pubblico
e privato) raggiunga i 150 miliardi di dollari nel 2013. Ma è il
mondo dei consumatori che è stato pioniere nell’adozione e nella
diffusione dei servizi Cloud. I servizi dei motori di ricerca sono
servizi Cloud e Google offre i servizi di e-mail e di telefonia
come Cloud, gratis. Anche i Social Network, come Facebook, offrono
servizi di tipo Cloud, per le foto, le applicazioni e i documenti.
Salesforce.com invece offre servizi Cloud alle piccole e medie
imprese e recentemente ha adottato la strategia di coniugazione del
Cloud e del Social networking, con l’intento di semplificare i
servizi Cloud per le imprese: “al punto di renderli facili da
usare come Facebook”.

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