LA SANZIONE

Il Garante Privacy multa Rousseau: “Voto manipolabile”

Secondo l’Authority la piattaforma non garantisce la segretezza e la sicurezza delle scelte degli iscritti. Multa da 50mila euro. Ecco il provvedimento

Pubblicato il 04 Apr 2019

F. Me

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Cinquantamila euro di multa per non aver assicurato “adeguate garanzie di riservatezza agli iscritti” e per “l’accertata condivisione delle credenziali di autenticazione da parte di più incaricati dotati di elevati privilegi per la gestione della piattaforma“. Sono questi i motivi che hanno spinto il Garante per la Privacy a multare la piattaforma Rousseau.

Una serie di mancanze, osserva il Garante, che lasciano “esposti i risultati delle votazioni (per un’ampia finestra temporale che si estende dall’istante di apertura delle urne fino alla successiva c.d. “certificazione” dei risultati, che può avvenire a distanza di diversi giorni dalla chiusura delle operazioni di voto) ad accessi ed elaborazioni di vario tipo (che vanno dalla mera consultazione a possibili alterazioni o soppressioni, all’estrazione di copie anche offline), non garantiscano l’adeguata protezione dei dati personali relativi alle votazioni online”.

Anche se, dopo una precedente istruttoria, l’Associazione Rousseau ha adottato alcuni accorgimenti mirati a garantire la libertà e la segretezza del voto – come la cancellazione o la trasformazione in forma anonima dei dati personali trattati, una volta terminate le operazioni di voto, nonché il disaccoppiamento del numero telefonico del votante dal voto espresso – il Garante ritiene che gli interventi non siano ancora sufficienti. Anzi – scrive – “sono state evidenziate persistenti criticità” spiega.

Inoltre l’esistenza di una tabella esterna alla piattaforma contenente tutte le informazioni relative alle operazioni di voto, al numero di telefono e all’Id dei votanti, insieme all’espressione di ciascun voto, ha portato il Garante a ritenere che “la mera rimozione del numero telefonico, a fronte della presenza di un altro identificativo univoco dell’iscritto” – come Casaleggio rivendica di aver fatto – “non possa essere considerata quale misura coerente con gli obiettivi di protezione dei dati personali che si intendevano promuovere”.

Secondo l’Autorità la protezione dei dati personali è messa a rischio anche dal fatto di lasciare “esposti i risultati delle votazioni (per un’ampia finestra temporale che si estende dall’istante di apertura delle urne fino alla successiva “certificazione” dei risultati, che può avvenire a distanza di diversi giorni dalla chiusura delle operazioni di voto) ad accessi ed elaborazioni di vario tipo (che vanno dalla mera consultazione a possibili alterazioni o soppressioni, all’estrazione di copie anche offline)”. Questo perché gli amministratori di sistema sono cinque per il sito www.movimento5stelle.it e altre cinque per il sito rousseau.movimento5stelle.it, alcune delle quali uguali per l’uno e l’altro sito.

Ma non è possibile identificarle. Perciò “la modalità di assegnazione delle credenziali e dei privilegi relativi alle varie funzionalità dei siti dell’Associazione (…) risultano inadeguate sotto il profilo della sicurezza – avverte il Garante – poiché la condivisione delle credenziali impedisce di attribuire le azioni compiute in un sistema informatico a un determinato incaricato, con pregiudizio anche per il titolare, privato della possibilità di controllare l’operato di figure tecniche così rilevanti”.

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