DIGITAL DIVIDE

Google, un miliardo sui satelliti

L’azienda pronta a investire su una flotta di satelliti per estendere l’accesso a internet in aree non cablate. L’operazione guidata dal fondatore della startup O3B Networks recentemente acquisita da Google

Pubblicato il 03 Giu 2014

Lorenzo Forlani

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Google si lancia anche sui satelliti, dopo aver ampliato la propria attività ai droni e a mercati in apparenza molto lontani dal suo core business di riferimento. Big G, secondo indiscrezioni provenienti dagli Usa, ha in programma di investire oltre 1 miliardo di dollari su una flotta di satelliti con l’obiettivo di estendere l’accesso a Internet a regioni del mondo non cablate e quindi superare i problemi finanziari e tecnici che finora hanno vanificato iniziative di riduzione del digital-divide.

Il progetto è ancora in fase di definizione, ma dovrebbe essere avviato con 180 piccoli satelliti ad alta capacità in orbita attorno alla terra ad altitudini inferiori rispetto ai satelliti tradizionali. L’iniziativa della società di Mountain View è guidata da Greg Wyler, fondatore della startup di comunicazioni satellitari O3b Networks Ltd., recentemente acquisita da Google. Wyler, che ha tra le 10 e le 20 persone sotto le sue dipendenze, alcune provenienti dalla società satellitare Space Systems/Loral, riporta a Craig Barratt, che a sua volta è a diretto riporto dell’amministratore delegato Larry Page.

Il costo del progetto, secondo le fonti, varia dal miliardo inizialmente stanziato ai 3 miliardi di un possibile raddoppio dei satelliti e dipende comunque dalla stesura definitiva dei piani. Il progetto di Google è solo l’ultima iniziativa di una società della Silicon Valley per estendere la copertura internet utilizzando satelliti e altri dispositivi in orbita. Proprio Big G sta portando avanti un altro progetto, denominato Loon, per portare in alta quota palloni aerostatici capaci di fornire servizi a banda larga in regioni remote del mondo. Nel mese di aprile Google ha anche acquisito Titan Aerospace, società alle prese con la realizzazione di droni ad energia solare per fornire connettività in modo analogo.

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