I Pc più usati in azienda? I notebook personali

Trend in crescita per l’utilizzo dei notebook personali sul posto di lavoro. Più del 40% delle aziende in Usa, Gran Bretagna e Germania ha adottato politiche per regolarne l’uso

Pubblicato il 09 Dic 2009

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Aumenta l’uso dei notebook personali per lavorare in azienda:
oggi sono il 10% i dipendenti che usano il proprio pc portatile al
lavoro, ma a metà del 2010 la quota salirà al 14%, secondo
l’ultimo studio della Gartner. Più del 40% delle organizzazioni
intervistate dalla società di ricerche, inoltre, dice di avere
delle politiche apposite per regolare l’uso in azienda dei pc di
proprietà dei lavoratori.
 
Il sondaggio è stato condotto nel secondo trimestre del 2009 e ha
coinvolto 528 manager It di imprese con oltre 500 dipendenti di
Stati Uniti, Germania e Gran Bretagna. Negli scorsi due anni, nove
aziende su dieci si sono occupate della questione dei device di
proprietà dei dipendenti. Quasi la metà (il 48%) ne proibisce
completamente l’uso, ma molte altre (il 43%) hanno messo a punto
delle specifiche norme per regolarne l’utilizzo.
 
“Nell’attuale clima di contenimento del costi, le grandi
aziende cominciano a esplorare le possibilità offerte da
architetture di client computing e device alternativi e ciò
include i Pc di proprietà dei dipendenti”, afferma Annette
Jump, research director della Gartner.
 
Dal sondaggio è emerso che le aziende di servizi come le telecom e
le assicurazioni con più probabilità permettono l’uso di Pc
personali al lavoro rispetto alle aziende del settore manufacturing
oppure della Pa. Ci sono anche differenze tra i Paesi studiati: il
60% delle imprese intervistate in Germania permette l’uso di
device dei lavoratori, contro il 30% di Usa e Uk.
 
Ma in tutti e tre questi Paesi le aziende si aspettano che l’uso
in ufficio di notebook di proprietà dei dipendenti aumenti nei
prossimi 12-18 mesi. Il maggior incremento è previsto nelle
aziende Usa (+60%), seguite da quelle tedesche (+40%) e infine da
quelle britanniche, con un dato più modesto (+15%). 
 
“Sono sempre più numerosi i dipendenti che chiedono di usare i
propri notebook al lavoro e di conseguenze sempre più aziende
rispondono a questa esigenza con programmi che definiscono le
regole dell’uso, i requisiti tecnici e di sicurezza e altri
parametri”, afferma Meike Escherich, principal research analyst
della Gartner.
 
Secondo gli analisti della Gartner, programmi ben costruiti per
consentire l’utilizzo in azienda dei notebook di proprietà degli
impiegati possono migliorare la prevedibilità e la gestibilità
dell’ambiente software dell’utente. In pratica, una macchina
virtuale gestita sul notebook di proprietà del dipendente offre
risparmi sul costo totale di proprietà (Tco) tra il 9 e il 40%
rispetto ai notebook forniti dall’azienda.
 
La maggior parte dei risparmi con i notebook di proprietà degli
impiegati deriva dai costi di gestione indiretti. I costi diretti
su una macchina virtuale su un notebook di proprietà del
dipendente sono invece più alti che su un Pc mobile fornito
dall’azienda, ma, secondo la Gartner, ampiamente compensati dalla
maggiore soddisfazione e produttività del lavoratore. 
 
“I vendor di Pc non possono perdere questa opportunità per lo
sviluppo del settore notebook; consigliamo loro di creare programmi
di acquisto per i dipendenti d’azienda che includano non solo
l’hardware ma anche servizi e supporto”, afferma la Jump. “I
produttori di Pc che si rivolgono alle aziende medie e grandi
dovrebbero proporre modelli che uniscono le caratteristiche di un
Pc aziendale con quelle di un Pc consumer”.
 
“A partire dal 2010, in specifici mercati più maturi, i vendor
di Pc potrebbero creare delle offerte in ‘bundle’ per coloro
che usano il proprio Pc per lavorare in azienda”, aggiunge la
Escherich. “Questa combinazione di hardware e software dovrebbe
includere software per la virtualizzazione e applicazioni per la
produttività, oltre a quelle preferite dal consumatore”.

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