Ibm svela zEnterprise il “sistema di sistemi”

Mix di computing, storage e applicazioni nella nuova “creatura”.  Previtera: “Il mercato IT non sta andando verso la commodization”

Pubblicato il 15 Set 2010

I data center di oggi non sono più adatti per i compiti che li
attendono in futuro. Un futuro che è già presente sia che lo si
osservi dalla parte dei dati (terabyte di dati online strutturati e
petabyte di dati non strutturati real time), delle transazioni
(ormai si è in presenza di transazioni sempre più complesse con
analytics in real time) e sicurezza (sempre più di natura anche
preventiva). Se questa è l’evoluzione il mercato ha bisogno di
nuove proposte infrastrutturali che siano, rispetto a quelle
tradizionali, più intelligenti, modernizzare negli accessori (non
più solo hardware ma anche software) e interconnesse tra loro.

La risposta di Ibm a queste esigenze è lo zEnterprise. “La
società ha concepito questo ‘sistema di sistemi’, non
‘sistema dei sistemi’ come un erroneamente presentato da una
certa stampa, con un preciso obiettivo: mettere a disposizione
delle imprese, di tutte le dimensioni anche se le principali
candidate sono le grandi, una infrastruttura in grado di gestire
differenti workloads, giocando sulla potenza dei microprocessori
che sono al suo interno e la caratteristica delle loro prestazioni.
Nei database transazionali ci sono migliaia di utenti e un numero
elevato di transazioni. Nelle applicazioni analitiche invece gli
utenti sono pochi con tante variabili da valutare. Idem nel
business process management dove si orchestrano contemporaneamente
servizi multipli. Con zEnterprise Ibm è in grado di soddisfare
carichi di lavoro con caratteristiche diverse”.

Questo in estrema sintesi il messaggio al mercato di Gianfranco
Previtera, vice president strategic initiativeIbm Italia.
zEnterprise è un sistema pensato per il cloud computing perché
ottimizzato per un mix di computing, storage e applicazioni.
Elementi che segnano il ritorno al mainframe di una volta, ma
riveduto in chiave moderna. Non solo una montagna di ferro ma anche
applicazioni.

Solo Ibm ha provveduto ad “ammodernare” più di 200 software
mentre un numero elevato di sviluppatori sta provvedendo al
corredo, che si prevede ampio. “Dal nostro punto di vista – ha
aggiunto l’ex responsabile per l’hardware – il mondo
dell’IT non sta andando verso la commodization. Noi investiamo in
un’area, quella dei grandi sistemi, dove gli investimenti della
concorrenza si stanno assottigliando”. Alcuni numeri. Nel 2009
Ibm ha speso in R&S sei miliardi di dollari, di cui quasi il 50%
nell’area dei sistemi, che contribuisce per meno di un terzo al
fatturato. Evidentemente nella visione di Ibm l’hardware fa da
traino si servizi e alle applicazioni. Non è chiaro se con questa
iniziativa la società intenda giocare in difesa o in attacco come
sembrerebbe e dicono le maggiori share di mercato messe a segno
negli ultimi anni. Nel nuovo “z” la società ha investito più
di due miliardi di dollari.

In Italia la società ha sensibilizzato i circa 300 clienti che
usano i suoi potenti sistemi, quindi i più probabili candidati
alla adozione dello zEnterprise, ma ha anche già pronta una lista
di prospect con cui ha iniziato a valutare la migrazione. Le
argomentazioni? “Il consolidamento dei diversi carichi di lavoro
– puntualizza Previtera – ripartiti su migliaia di server in un
solo sistema permette riduzioni dei consumi energetici fino
all’80%, la riduzione dello spazio occupato fino al 90%, la
contrazione di costi delle licenze software fino al 90% e la
riduzione del total cost of ownership fino al 70%”.I capitali da
mettere sul tavolo per provare? Non meno di un milione di euro.

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