Il mercato Ict italiano conferma la sua traiettoria positiva. Secondo l’Assintel Report 2025, il comparto raggiungerà 44,3 miliardi di euro, con una crescita del 4,5% rispetto al 2024. Un dato che si inserisce in uno scenario economico complesso, segnato da incertezze internazionali e dalla prossima chiusura del Pnrr. In questo contesto, le tecnologie digitali si confermano asset strategico per la competitività delle imprese, mentre Assintel rilancia con un documento programmatico: dieci proposte per una vera agenda digitale nazionale.
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Mercato Ict: crescita stabile e nuove sfide
Il trend positivo non è uniforme. Le grandi imprese, con oltre 500 addetti, concentrano il 53,5% della spesa Ict, pari a 23,7 miliardi, e crescono del 5,6%. Le micro e piccole imprese restano indietro, con incrementi rispettivamente dell’1,7% e del 3,3%. Solo il 3,6% delle aziende italiane non è digitalizzato, contro il 7% di due anni fa: un segnale di maturità, ma anche di divari persistenti.
Tra i segmenti di spesa, i servizi It guidano la crescita (+8,1%), mentre il cloud computing vola a +16,2%, la cybersecurity a +7,2%, i big data & analytics a +8,7%. L’intelligenza artificiale è il vero motore: +35,3% nel 2025, con una penetrazione passata dal 7% al 29% in dodici mesi. “Il mercato del digitale, apparentemente positivo, nasconde in realtà dinamiche che fanno riflettere se analizzate in profondità”, si legge nel report.
Pmi e competenze digitali: il nodo cruciale
Il tessuto produttivo italiano è fatto di micro e piccole imprese, ma proprio qui si concentrano le criticità. Il principale ostacolo alla digitalizzazione resta economico (27% delle imprese), seguito da carenza di competenze e cultura aziendale non orientata al cambiamento (15%). “Oggi più che mai, anche in vista della fine del sostegno del Pnrr, è necessario investire per supportare le imprese italiane del digitale, a partire dalle Pmi”, sottolinea Paola Generali, presidente Assintel.
Il confronto biennale mostra progressi: cresce la quota di aziende che presidiano competenze e cultura innovativa (32,6% contro il 21,5% del 2023). Ma la sfida è aperta: servono percorsi di lifelong learning, Its rafforzati e una cooperazione strutturata tra università e imprese.
Cloud, AI e cybersecurity: i driver della trasformazione
Il mercato dei new digital driver – cloud, AI, big data e sicurezza – vale già oltre 16 miliardi e crescerà del 15% annuo fino al 2026. Il cloud è la spina dorsale della trasformazione: «Condividiamo pienamente le proposte dell’Agenda Digitale Assintel, molte delle quali trovano nella crescita dell’infrastruttura cloud in Italia la condizione abilitante per diventare realtà», afferma Franco Spicciariello, Director Public Policy Eu Med Aws. «Riteniamo infatti che solo attraverso l’adozione di tecnologie cloud avanzate e percorsi di formazione mirati sia possibile rendere le imprese italiane più competitive sui mercati globali».
La cybersecurity è sotto pressione per l’effetto combinato di Nis2, Dora e Cyber Resilience Act. La compliance diventa un driver strategico, mentre l’AI si impone come acceleratore di innovazione e, al tempo stesso, di rischio.
Agenda digitale Assintel: dieci proposte per la politica
Assintel presenta un piano in 10 punti per colmare i gap strutturali e sostenere la crescita. “Quest’anno abbiamo voluto realizzare, attraverso laboratori di co-creazione che hanno coinvolto rappresentanti di Assintel ed esponenti del mondo accademico, imprenditoriale e istituzionale, un documento che offra alla politica una panoramica dettagliata su cosa serve oggi al mondo Ict italiano per continuare a crescere e sostenere l’economia del Paese”, spiega Paola Generali.
Tra le richieste: favorire la cooperazione tra università e imprese, creare una rete nazionale di Life Design Center per le discipline Stem, istituire comitati permanenti scuole-imprese e un Osservatorio sulla formazione digitale. Sul fronte finanziario, l’associazione propone di alimentare un sistema virtuoso tra Confidi, banche e Fondo di Garanzia, continuare a finanziare i Digital Innovation Hub, riformare il programma Transizione 5.0 e semplificare i bandi, includendo consulenza, formazione e servizi SaaS tra le voci finanziabili.
“Offrire opportunità di internazionalizzazione, percorsi di apertura verso nuovi mercati e concreto supporto alla digitalizzazione rappresenta un passaggio essenziale per rafforzare l’economia reale”, commenta Pierluigi Monceri, Intesa Sanpaolo. Per Daniel Rota, presidente Webidoo Europe, “tradurre l’innovazione in reale vantaggio competitivo significa portare alle imprese prodotti tecnologici semplici, efficaci e accessibili”.
Il ruolo della Pa e delle partnership strategiche
La vera accelerazione passa da una Pubblica Amministrazione motore di innovazione, capace di frammentare gli appalti per includere le Pmi, creare sandbox regolatorie e Living Lab Ict, e promuovere gare basate su logiche progettuali e meritocratiche. “Definire regole chiare per il partenariato pubblico-privato è indispensabile per evitare che le opportunità siano carpite esclusivamente dai grandi player”, avverte Assintel.
Il futuro digitale dell’Italia richiede una governance condivisa, incentivi mirati e un ecosistema aperto. La sfida è trasformare la crescita del mercato Ict in competitività sistemica, con Pmi protagoniste e politiche capaci di sostenere innovazione, sicurezza e sostenibilità.




































































