Poste Mobile non dovrà pagare la multa da 100mila euro inflitta a maggio scorso dall’Antitrust per pratica commerciale scorretta. E’ quanto ha stabilito il Tar del Lazio secondo cui la compagnia di tlc non può essere sanzionata per questioni di “forma” e non di merito. La decisione sulla questione spettava – così si sono pronunciati i giudici amministrativi – non all’Antitrust bensì all’Agcom. Un “vizio” non da poco. In dettaglio la sanzione era stata comminata lo scorso 15 maggio e la questione riguardava la diffusione – sul sito internet dell’azienda dal 23 aprile al 15 luglio 2012 – di un messaggio pubblicitario per promuovere l’offerta tariffaria per telefonia mobile denominata “Zero Pensieri Infinito“. Secondo l’Antitrust il messaggio era ingannevole poiché induceva il consumatore in errore: sotto accusa in particolare la durata dell’offerta ossia quell’ “all’infinito” utilizzato dalla mobile company. Al contrario si tratta di un’offerta limitata, di qui la decisione dell’Autorità Garante per la Concorrenza e del Mercato (Agcom) di multare l’azienda.
Il Tar ha però rilevato che “con l’impugnata delibera, l’Agcm è andata a sanzionare condotte la cui repressione, in virtù di specifiche disposizioni normative, è dall’ordinamento affidata ad altro soggetto pubblico, ossia l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni”. Si è dunque risolto a favore di Agcom il “conflitto di competenza” e la conseguente esclusione “dell’applicazione delle norme generali del Codice del consumo alla condotta in esame, essendo la suddetta Autorità ad essere preposta alla cura e alla salvaguardia dell’interesse pubblico primario della tutela del consumatore nel settore specifico delle comunicazioni elettroniche; e tanto, sulla base di fonti normative che, da un lato, inequivocabilmente le conferiscono competenza esclusiva in materia, dall’altro ne disciplinano in dettaglio i poteri di intervento”. L’effetto del pronunciamento è stato l’accoglimento del ricorso con conseguente annullamento del provvedimento sanzionatorio.
Non è la prima volta che la questione del conflitto di competenze fra le due Autorità viene alla luce. Ed è ancora da capire come finirà – a seguito delle disposizioni in materia di riorganizzazione delle Authority indipendenti messa nero su bianco nel Dl 90/2014 adottato idal Consiglio dei ministri – la querelle “Agcom sì Agcom no”. In occasione della presentazione della Relazione annuale al Parlamento il presidente Angelo Marcello Cardani ha evidenziato il ruolo sempre più determinante di Agcom: “In considerazione della natura multiforme delle problematiche sollecitate dal mondo Internet, rispetto alle quali le Autorità hanno ad oggi scarsi strumenti di intervento, occorrerebbe forse iniziare a riflettere sulla prossima revisione del quadro legislativo europeo con un approccio olistico – auspica Cardani – che consenta di intervenire proprio sui confini in evoluzione del comparto allargato delle comunicazioni e si relativi strumenti dell’intervento regolatorio”.
Dunque il ruolo dell’Agcom non solo “non viene meno”, ma anzi “si rafforza a fronte di funzioni sempre più complesse di garanzia dei cittadini e consumatori e di promozione della concorrenza e dell’innovazione nel variegato sistema digitale, come riconosciuto dallo stesso diritto comunitario”. “E’ importante che in questa sfida – ha concluso il presidente – l’Autorità non rappresenti una voce fuori dal coro e che tutte le istituzioni, in primis Parlamento e Governo, facciano sistema per rappresentare l’Italia in Europa”.