IL VERTICE

Incontro F2i-Telecom, nessuna decisione su Metroweb

Il vertice tra Renato Ravanelli e Marco Patuano non è stato decisivo. In agenda la prossima settimana il meeting con Vodafone. Sul tavolo il nodo investimenti

Pubblicato il 08 Gen 2015

F.Me.

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Nessuna decisione sulla vendita di Metroweb. E’ questo il risultato del summit, terminato da pochi minuti, tra Telecom Italia e F2i dove si è affrontato, appunto, il dossier delle fibra milanese.

All’incontro – che si è tenuto nella sede milanese di Telecom – hanno partecipato Marco Patuano, Ad di Telecom, e Renato Ravanelli e Mauro Maia, rispettivamente Ad e senior partner di F2i. La riunione è durata circa un’ora e mezza e sarà utile al fondo infrastrutturale per decidere se cedere o meno la partecipazione detenuta in Metroweb.

Secondo quanto ha riferito una fonte a MF DowJones, nel corso della riunione odierna non è stata assunta alcuna decisione sull’eventualità che F2i possa vendere o meno la propria partecipazione in Metroweb. Inoltre, sottolinea ancora la fonte, l’incontro non è stato decisivo.

La prossima settimana, scrive il Corriere della Sera, invece è previsto l’incontro con Vodafone. Al centro degli incontri il piano industriale che le due aziende, interessate a rilevare la quota che F2i detiene in Metroweb, intendono realizzare nei confronti della società della banda larga. L’obiettivo dell’Ad del fondo, Renato Ravanelli, è quello di realizzare investimenti per portare la fibra ottica in tutta Italia.

Sia Vodafone sia Telecom hanno dimostrato interesse e Ravanelli intende scegliere chi dà più garanzie di sviluppo. L’ingresso non sarebbe necessariamente con la vendita di quote. F2i vuole restare socio e chiede scelte veloci, entro il primo trimestre.

E’ evidente che se l’operazione entrasse nel vivo, bisognerà fare i conti con le norme imposte dall’Antitrust, perchè verrebbero alterati gli equilibri del possesso della rete. Il rischio sarebbe la creazione di un soggetto con una posizione dominante. In quest’ottica va letta la missiva che Vodafone ha inviato a fine novembre all’Autorità garante della Concorrenza per assicurare una gestione neutrale e indipendente della rete. L’idea di Vodafone è che qualora F2i dovesse cedere la sua partecipazione in Metroweb, l’unica soluzione sarebbe l’ingresso degli operatori alternativi interessati nell’azionariato della società.

Tra gli altri operatori del comparto (Fastweb e Wind, in primis) sta prendendo sempre piú piede l’idea di “una soluzione sistemica” che prefiguri l’ingresso in Metroweb dei principali attori del settore telefonico.

Intanto sul dossier Metroweb, anche in virtù dell’importanze che riveste per lo sviluppo della banda ultralarga nel Paese, guarda con attenzione anche Palazzo Chigi. Uno degli obiettivi del Governo è quello di creare una rete nazionale in fibra ottica ultra larga, con una potenza di 100 megabit. E Metroweb rappresenterebbe nella strategia di Matteo Renzi il soggetto ideale per poter realizzare questo progetto e colmare il gap che l’Italia ha nei confronti degli altri Ue, in vista dell’implementazione del piano nazionale sull’ultrabroadband in consultazione pubblica fino al 20 dicembre.

Metroweb è la società proprietaria della rete metropolitana in fibra ottica più estesa d’Europa, quella di Milano, e sta cablando anche Genova, Bologna e Torino (per le quali ha già l’assicurazione di fondi Bei per gli investimenti).

Oggi Metroweb è considerata il fulcro di quella che potrebbe diventare la società della rete, di quella del futuro, in Italia, in una “soluzione di sistema” vista con favore da alcuni dei principali soggetti del settore, come Fastweb e Wind, che vorrebbe partecipare con Infostrada. Una prospettiva che potrebbe essere facilitata da una presenza ‘pubblica’ quale quella del Fondo Strategico Italiano (controllato all’80% da Cassa Depositi e Prestiti e al 20% dalla Banca d’Italia) cui fa capo l’altro 46,2% della società.

Nel capitale di Metroweb compare anche uno dei principali operatori attivi nella fibra in Italia, cioè Fastweb, che controlla il 10,6% del capitale di Metroweb Milano, e che conta su una clausola di lock up fino al 2017: l’operatore che fa capo a Swisscom potrebbe essere interessato a crescere, qualora sul nucleo di Metroweb fosse costituita una società di sistema più ampia, come negli auspici degli olo.

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