Industria 4.0 al centro del World Economic Forum

Riflettori puntati sulla quarta rivoluzione industriale all’evento in programma a Davos dal 20 al 23 gennaio. Il presidente Schwab: “La natura sistemica di questa trasformazione avrà un effetto dirompente su tutti i settori”

Pubblicato il 13 Gen 2016

F.Me

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Appuntamento a Davos, la settimana prossima, per oltre 40 Capi di Stato o Governo e per 2.500 tra capi-azienda, accademici oltre a figure di rilievo della politica, della società civile e delle arti. Nella stazione sciistica dei Grigioni il 20 gennaio prende il via la 46esima assemblea annuale del World Economic Forum che si concluderà il 23 gennaio. Il tema ufficiale è la Quarta Rivoluzione industriale, quella imposta dall’era digitale. “La velocità, l’entità e la natura sistemica di questa trasformazione possono avere un effetto dirompente in tutti i settori. L’obiettivo del Meeting è formulare una comprensione condivisa dei cambiamenti”, sottolinea Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del Wef. I quattro giorni del summit saranno al tempo stesso l’occasione per fare il check-up al tutt’altro che rassicurante stato di salute economico, geo-politico e climatico del pianeta e per discutere dei rimedi. I riflettori saranno puntati sulla sicurezza, sulla “nuova normalita'” della crescita mondiale, sui prezzi delle materie prime e sul cambiamento climatico. Oltre 300 le sessioni di lavoro previste. A parlare della nuova e volubile normalità dell’economia globale saranno, tra gli altri, il presidente della Bce Mario Draghi, il dg dell’Fmi Christine Lagarde e i Governatori delle Banche centrali di Francia, Inghilterra, Svizzera, Russia, Canada, Arabia Saudita, Giappone e India.

Tra quanti discuteranno della quarta rivoluzione industriale ci saranno Jack Ma di Alibaba e Sheryl Sandberg di Facebook. Tra i leader politici del G20 presenti figurano il premier britannico David Cameron, il primo ministro francese Manuel Valls, il premier greco Alexis Tsipras, il capo del Governo canadese Justin Trudeau, il primo ministro turco Ahmet Davutoglu. A Davos andranno anche il presidente della Germania Joachim Gauck e il neo-eletto presidente dell’Argentina Mauricio Macri.

Attesi al Forum anche Haidar Al Abadi, primo ministro dell’Iraq, Mohammad Ashraf Ghani, presidente dell’Afghanistan e Benjamin Netanyahu, primo ministro d’Israele. L’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri della Ue, Federica Mogherini e la regina Rania di Giordania parteciperanno ai dibattiti sulla sicurezza globale, tema che include la crisi dei rifugiati e gli attentati terroristici. La delegazione Usa, molto folta, sara’ guidata dal vice-presidente Joe Biden e includerà il Segretario di Stato John Kerry, il ministro della Difesa Ashton Carter e il Segretario al Tesoro Jacob Lew. Numerosa la presenza di top manager italiani: a Davos ci saranno, tra gli altri, Mario Greco (Generali), Carlo Messina (Intesa Sanpaolo), Alberto Nagel (Mediobanca), Claudio Descalzi (Eni), Emma Marcegaglia (presidente Eni), Giuseppe Recchi (presidente Telecom), Francesco Starace (Enel), Fabio Gallia (Cdp) e Francesco Caio (Poste).

Il Governo sarà rappresentato dai ministri Pier Carlo Padoan e Paolo Gentiloni. Non figura nell’elenco dei partecipanti, invece, il premier Matteo Renzi, presente lo scorso anno, così come non ci sarà il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. Infine, come ogni anno, Davos riserverà un congruo spazio al mondo delle arti e della cultura. Al summit parteciperanno Bono e Peter Gabriel, oltre a scrittori come John Green e Elif Shafak e tra i vincitori dei “Crystal Awards”, premio assegnato agli artisti che si sono impegnati “nel migliorare lo stato del mondo”, ci sono Leonardo Di Caprio e l’attrice cinese Yao Chen.

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