IL PROVVEDIMENTO

Industria 4.0, ecco il testo ddl Stabilità

CorCom ha potuto visionare l’ultima bozza del ddl al vaglio del governo. Venti tipologie di software e 27 beni materiali che godranno dell’iperammortamento. Cinque gli articoli che definiscono la strategia del governo per sostenere la digital transformation

Pubblicato il 27 Ott 2016

Federica Meta

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Interventi fiscali per la crescita 4.0 e misure ad hoc per gli investimenti. Il ddl Stabilità, che CorCom ha potuto visionare, divide in due parti la strategia (Capo I e Capo II) del governo per la rivoluzione smart manufacturing. In tutto si tratta di cinque articoli.

L’articolo 3 – proroga e rafforzamento della disciplina di maggiorazione della deduzione di ammortamenti – prevede il varo dell’iperammortamento al 250% sugli investimenti in beni strumentali funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese in chiave industria 4.0, “al fine di favorire processi di trasformazione tecnologica e/o digitale in chiave “Industria 4.0”. Gli investimenti devono essere effettuati entro il 31 dicembre 2017 oppure entro il 30 giugno 2018 “a condizione che entro la data del 31 dicembre 2017 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura pari ad almeno il 20 per cento del costo”. Prorogato il super ammortamento al 140% sugli investimenti in beni strumentali.

Esteso il campo di applicazione anche al software/sistemi informatici e ad altri beni immateriali capitalizzati connessi agli investimenti che beneficiano dell’iperammortamento. Tali misure prevedono un impegno pubblico di 11 miliardi (2018-24) con l’obiettivo di mobilitare oltre 10 miliardi di euro di investimenti privati aggiuntivi nel 2017.

Il provvedimento stabilisce anche quali caratteristuiche devono avere i beni funzionali alla trasformazione tecnologica e/o digitale delle imprese in chiave Industria 4.0. Si tratta di macchine il cui funzionamento è controllato da sistemi computerizzati e/o gestito tramite opportuni sensori e azionamenti e dotate di almeno due tra le seguenti caratteristiche per renderle assimilabili e/o integrabili a sistemi cyberfisici.

Particolare risalto viene dato ai dispositivi per l’interazione uomo macchina e per il miglioramento dell’ergonomia e della sicurezza del posto di lavoro in logica 4.0: banchi e postazioni di lavoro dotati di soluzioni ergonomiche in grado di adattarli in maniera automatizzata alle caratteristiche fisiche degli operatori; sistemi per il sollevamento/traslazione di parti pesanti o oggetti esposti ad alte temperature in grado di agevolare in maniera intelligente/robotizzata/interattiva il compito dell’operatore; dispositivi wearable, apparecchiature di comunicazione tra operatore/operatori e sistema produttivo, dispositivi di realtà aumentata e virtual reality; interfacce uomo-macchina (HMI) intelligenti che supportano l’operatore in termini di sicurezza ed efficienza delle operazioni di lavorazione, manutenzione, logistica.

Per quanto riguarda i software, entrati a pieno titolo – il pressing di Confindustria Digitale sul governo ha dato i suoi frutti – si tratta di 20 beni: tra gli altri ci sono sistemi, piattaforme e applicazioni per la progettazione, definizione/qualificazione delle prestazioni e produzione di manufatti in materiali non convenzionali o ad alte prestazioni; software, sistemi, piattaforme e applicazioni per la progettazione e ri-progettazione dei sistemi produttivi che tengano conto dei flussi dei materiali e delle informazioni, software, sistemi, piattaforme e applicazioni di supporto alle decisioni in grado di interpretare dati analizzati dal campo e visualizzare agli operatori in linea specifiche azioni per migliorare la qualità del prodotto e l’efficienza del sistema di produzione.

L’articolo 4 regola il credito di imposta per ricerca e sviluppo. L’attuale credito d’imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo viene potenziato. Nella nuova versione, che prevede la proroga di un anno a tutto il 2020, il beneficio sale al 50% per qualsiasi tipologia di spesa (mentre oggi per le spesa intra muros delle aziende è al 25%) e il tetto del credito d’imposta annuo per beneficiario sale da 5 a 20 milioni. Il credito sarà calcolato in percentuale delle spese incrementali rispetto alla media degli investimenti realizzati nel triennio 2012-2014. Via libera alla norma correttiva che estende il bonus anche alla ricerca effettuata dalle imprese attraverso contratti con multinazionali.

Del sostegno agli investimenti delle Pmi si parla nell’articolo 14. Viene rifinanziato per 1 miliardo di euro il Fondo Centrale di Garanzia focalizzando il suo intervento sul sostegno dei finanziamenti agli investimenti delle imprese, in particolare PMI con rating intermedi, con l’obiettivo di attivare crediti bancari per un valore compreso tra i 23 e i 26 miliardi di euro.

Infine gli articolo 15 e 16 definiscono il campo di azione per il rafforzamento della agevolazioni delle agevolazioni per gli investimenti nelle start-up e nelle Pmi innovative. Potenziate dal 19% al 30% le detrazioni fiscali, per investimenti fino a 1 milione di euro in PMI innovative: vengono incrementati e stabilizzati gli incentivi fiscali agli investimenti in equity di startup e PMI innovative da parte di investitori individuali, imprese e fondi. Assorbimento perdite start-up da parte di società sponsor: viene introdotta la possibilità per le startup partecipate da società quotate di cedere le perdite anche in deroga alle regole del cd consolidato fiscale. Eliminazione tassazione su capital gain su investimenti a medio lungo (con holding period di 5 anni) per i Piani Individuali di Risparmio (PIR) fino a 30mila euro all’anno. Tali misure prevedono un impegno pubblico negli anni 2017-2020 di 0,45 miliardi di euro con l’obiettivo di mobilitare risorse private per 2,6 miliardi di euro.

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