INNOVAZIONE

Innovaway, il service desk “made in Sud” pensa in grande

Il gruppo napoletano si accaparra la gestione dei clienti di Ibm a livello globale. E il 2015 sarà all’insegna della crescita: previste 50 nuove assunzioni

Pubblicato il 15 Apr 2015

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Ha poco più di un anno il gruppo nato dalla fusione di Cesaweb, storico player partenopeo specializzato in servizi di contact center e back office, con Innova, specializzata nella consulenza software, e con il Napoli Competence Center, struttura d’eccellenza per l’help desk multilingue. Ma oggi Innovaway – così si chiama la nuova realtà – ha già le skills per affrontare il mercato internazionale a supporto dei clienti dei big dell’Ict. Un nome per tutti? Ibm, con cui Innovaway collabora dal 2007, e con cui ha appena stretto una partnership certificata che la impegnerà a supporto dei suoi clienti nelle attività di service desk, con particolare riguardo all’analisi dei problemi riscontrati sull’infrastruttura e alla loro risoluzione da remoto.

Oltre alle attività di consulenza on site e allo sviluppo applicativo di prodotti gestionali, la forza dell’offerta di Innovaway sta soprattutto nelle competenze tecniche, linguistiche e culturali dei 250 collaboratori (il gruppo conta circa 450 risorse) inseriti nel centro partenopeo (il cui nome adesso è MCC, Multilanguage Competence Center), che mette in moto circa l’80% dei 20 milioni fatturati dall’azienda. In questa struttura si risolvono in 24 lingue diverse, dall’arabo al cantonese, passando per il russo e il tailandese) i problemi tecnologici di migliaia di organizzazioni – dalle filiali bancarie agli store di griffe come per esempio Fendi – fornendo supporto 24 ore su 24, 365 giorni l’anno.

“Il nostro non è un call center: i tecnici Innovaway (una media di 35 anni d’età, 15% madrelingua, ndr) hanno prevalentemente alle spalle una formazione informatica”, spiega Augusto De Castro, Business Development, Marketing & Strategy di Innovaway. “Ma visto che la componente linguistica è estremamente importante, li reclutiamo anche in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli L’Orientale, tra le migliori al mondo per quanto riguarda questo tipo di preparazione, e poi li formiamo in casa sugli aspetti tecnologici. Il risultato? Un tasso di risoluzione dei problemi alla prima chiamata estremamente elevato”.

Il sistema sembra funzionare, visto che il gruppo guidato da Antonio Giacomini prevede di espandere le attività del 20% (nel corso del 2015 dovrebbero essere assunte ulteriori 50 risorse, “merito pure del Job Act e del taglio dell’Irap”) e a riscuotere successi anche con potenze del calibro di Hp e, come detto, Ibm, che l’ha scelto come partner certificato a livello corporate, quindi per la gestione diretta di clienti sul piano globale.

Il futuro sarà all’insegna del consolidamento delle attività core e dell’espansione sul fronte dell’Internet of things – mondo rispetto al quale Innovaway comincia a muoversi sviluppando competenze M2M in ambito smart grid – e nel settore della Pubblica amministrazione. “Sono quattro le linee strategiche su cui intendiamo muoverci”, dice Giacomini: “Partnership, consorzi e reti di impresa con soggetti specializzati in attività complementari alla nostra per affrontare al meglio le gare Consip; integrazione dell’offerta con nuovi operatori; investimenti su risorse e competenze, oltre che sul nuovo brand; internazionalizzazione, a partire da Germania e Francia”.

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