LA NOMINA

Intelligenza artificiale, Luca Massarelli nella task force Ue



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Attualmente in forza al servizio operazioni e gestione delle crisi cibernetiche dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale entra a far parte della squadra di 10 esperti dell’AI Office. Eurostat pubblica un report sull’adozione, da parte delle imprese europee, delle misure di sicurezza a tutela dei dati e dei sistemi Ict. L’Italia fuori dalla top ten

Pubblicato il 13 dic 2024



AI sicura per PMI,, AI factory

Annunciato il nome dell’esperto selezionato quale Technology Specialist presso l’AI office della Commissione Europea, che fa capo al Direttorato DG Connect: si tratta di Luca Massarelli, attualmente in forza al Servizio Operazioni e gestione delle crisi cibernetiche dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. L’Ufficio europeo per l’AI per il quale è stato scelto, tra un’ampia rosa di candidati, insieme ad altri nove esperti europei, è il centro delle competenze in materia di AI in tutta l’Ue. L’ufficio svolge un ruolo chiave nell’attuazione dell’AI Act, in particolare per l’IA general purpose, promuovendo lo sviluppo e l’uso di un’AI affidabile e la cooperazione internazionale.

Il 93% delle aziende Ue applica misure di sicurezza Ict

Dai dati sull’uso delle Ict e sull’e-commerce nelle imprese pubblicati da Eurostat emerge intanto che, nel 2024, il 93% delle imprese dell’Ue  ha applicato almeno una misura per garantire l’integrità, la disponibilità e la riservatezza dei propri dati e sistemi Ict.  La misura di sicurezza più comune utilizzata dalle aziende è stata l’autenticazione tramite password forte (84%), seguita dal backup dei dati in una posizione separata (79%) e dal controllo dell’accesso alla rete (65%). La misura meno comune è stata l’autenticazione tramite metodi biometrici (18%).

A livello nazionale, l’Italia è fuori dalla top ten e si posiziona all’undicesimo posto. La quota più alta di imprese che hanno utilizzato almeno 3 misure di sicurezza Ict è stata registrata in Finlandia (93%), seguita da Danimarca (90%), Paesi Bassi e Germania (entrambi 87%). Al contrario, le imprese in Grecia (52%), Bulgaria e Romania (entrambi 53%) hanno segnalato la quota più bassa.

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