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Internet of Things cambia il paradigma delle reti, le telco raccolgono la sfida

Lo sviluppo della tecnologia chiama gli operatori a disegnare nuovi modelli di business. Non solo convergenza fisso- mobile, ma anche virtualizzazione e servizi voce che viaggiano su Lte

Pubblicato il 09 Mar 2015

Claudia La Via

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La roadmap per il 5G è già tracciata e le telco sono a lavoro per cogliere tutte le opportunità della nuova rivoluzione dell’Internet of things (IoT). Connettività ultra veloce e miliardi di dispositivi connessi contemporaneamente: una sfida impegnativa, e quasi impossibile da vincere, se le reti non seguiranno una naturale evoluzione. Un’esigenza emersa chiaramente anche dall’ultimo Mobile world congress, che si è appena concluso a Barcellona.

Questa necessaria evoluzione parte dal ritorno in campo del vecchio tema della convergenza fisso-mobile. La rete del futuro, per sostenere una quantità di dati molto superiore a quella attuale, deve essere unica, veloce e performante.

Un ruolo chiave, nel mondo dell’IoT, spetta poi alle comunicazioni wireless di prossimità che connettono i singoli dispositivi o oggetti intelligenti a un gateway. Per questa ragione molte società di telecomunicazioni nel mondo hanno iniziato a potenziare i propri sistemi wireless di prossimità (le reti Pan) attraverso tecnologie come il Bluetooth a bassa energia o il wi-fi, lavorando al tempo stesso la propria area Wan.

La convergenza dei prossimi anni non sarà solo fra fisso e mobile, ma anche fra le tecnologie di rete e quelle informatiche. In questo scenario, le centrali telefoniche diventeranno dei datacenter e le reti inizieranno a smaterializzarsi seguendo le due direttrici del Software Defined Networks (SDN) e del Network Function Virtualization (NFV): così le funzionalità delle reti di comunicazione verranno controllate in modo centralizzato attraverso software e hardware specializzati posti in pochi data center sparsi sul territorio nazionale. Questo, oltre ad abbattere gli investimenti, permetterebbe molta più scalabilità delle soluzioni e avvicinerebbe il modello di business degli operatori telefonici a quello degli Over-the- top come Google o Amazon. Naturalmente gli operatori si troveranno a dovere cambiare il modo in cui gestiscono la rete di telecomunicazione.

E mentre procederanno con la virtualizzazione della loro rete dovranno anche continuare a lavorare sul traffico voce che manterrà un ruolo chiave. In un mondo iperconnesso è difficile immaginare che un servizio voce resti legato a un singolo dispositivo con un unico numero di telefono. Applicazioni, indossabili e dispositivi portatili hanno insegnato che l’obiettivo della rete dovrebbe essere diventare parte della vita di tutti i giorni, anche quando di mezzo ci sono i servizi di voce. In questa direzione la soluzione che permetterà agli operatori, anche nel prossimo futuro, di non vedere soccombere la voce alla crescita esponenziale del traffico dati nella connettività M2m, arriverà servizi come quello dell’ecosistema VoLte (voice over Lte). Si tratta di una soluzione che porta con sé numerosi vantaggi, non solo tecnologici ma anche di costi.
Prima di tutto permette una maggiore efficienza dello spettro, un tempo più veloce di chiamata e servizi di voce in Hd. Inoltre, consente agli operatori di separare i servizi che sono in grado di offrire, dalle tecnologie di rete dalle quali gli utenti accedono a questi servizi. In sintesi significa che – come i big telco e realtà come Huawei, Ericsson e Nokia hanno dimostrato al Mobile world congress – la rete del futuro sarà costruita sul software, e questa certezza pone già la necessità di rivedere molti modelli di business, presenti e futuri.

Intanto, anche i dispositivi vogliono liberarsi dal vincolo rigido della connettività integrata. Dallo scorso settembre un gruppo di operatori, sim vendor e produttori di dispositivi hanno iniziato a lavorare assieme per implementare lo sviluppo delle eSim, schede telefoniche virtuali che permetterebbero agli utenti di agganciare la rete e scegliere l’operatore a cui appoggiarsi di volta in volta. Sarebbe l’inizio di una nuova era per utenti e aziende. Ma, soprattutto, per le telco.

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