Un nuovo Virtual Data Centre (Vdc), il sesto, è stato aperto a Milano da Interoute, service provider internazionale per le tlc e operatore proprietario della più grande piattaforma di servizi cloud in Europa. Obiettivo: soddisfare la crescente richiesta di cloud computing da parte delle aziende italiane, che potranno implementare il virtual computing e l’infrastruttura di storage necessari alle loro applicazioni.
Con un valore stimato a quota 1,35 miliardi di dollari nel 2013, il mercato IaaS (Infrastructure as a Service o Cloud Computing), secondo Frost & Sullivan, potrebbe caratterizzarsi per un tasso di crescita annuale composto del 66% fino al 2018. Anche in Italia la domanda di servizi cloud è aumentata costantemente. “Il 2013 è stato un anno di svolta per il cloud computing in Italia” ha confermato Simone Bonannini (nella foto), amministratore delegato della filiale italiana di Interoute. “Abbiamo assistito a un aumento significativo della domanda da parte delle aziende italiane e il Vdc di Milano rappresenterà un elemento di valore aggiunto e di miglioramento per le imprese italiane”.
Il Vdc è completamente integrato all’infrastruttura di rete paneuropea di Interoute, dorsale di 60 mila km, realizzata sul finire degli anni ’90, che costituisce l’elemento abilitante per i servizi resi disponibili oggi.
Semplicità e convenienza della public cloud combinata alla sicurezza e alla discrezione di una cloud privata, flessibilità e scalabilità sono indicati da Interoute come alcuni tra i punti di forza dei servizi proposti che possono essere implementati con facilità tramite il CloudStore da cui le aziende possono scegliere le infrastrutture di storage e la soluzione di virtual computing più adatte per le loro esigenze, contando su pagamento a consumo e rilascio in tempo reale ed evitando costi di acquisto e manuenzione dell’attrezzatura e di manodopera. Grazie al Vdc di Interoute i dati dei clienti possono essere ospitati in sei città: Milano, Parigi, Londra, Amsterdam, Ginevra e Berlino. Ogni trasferimento dati da e verso i vari nodi Vdc è gratuito, grazie all’integrazione del servizio nella rete.
Dalla piattaforma europea di Interoute i clienti potranno contare su ambienti cloud pubblici, privati e ibridi. Gli utenti hanno il controllo totale della piattaforma. Possono scegliere, infatti, il nodo, tra i sei attualmente attivi in Europa, all’interno del quale configurare le proprie risorse virtuali. Le aziende possono così rispettare la legislazione europea sui dati e mantenerne il controllo.
“L’azienda di oggi non è definita da confini geografici fissi, la comunicazione e la produttività personale sono sempre più mobile e social e gli utenti vogliono accedere alle informazioni necessarie ovunque” ha commentato Matthew Finnie, Cto di Interoute. “Il Vdc di Interoute costituisce un’alternativa strategica a molte infrastrutture edificate senza tener conto di aspetti quali sicurezza, disponibilità delle informazioni, velocità di controllo, costi in termini di manodopera e consumi energetici e senza aver chiare le normative”.
In Italia la domanda di servizi cloud è aumentata costantemente e il Vdc di Milano ha la finalità di contribuire a soddisfare le esigenze delle imprese italiane alla ricerca di soluzioni cloud flessibili, economiche e sicure.
“Il passo successivo, dopo il data centre di Milano, sarà costituito dall’inaugurazione di un nuovo data centre in Sicilia che dovrebbe essere pronto a metà 2015” ha aggiunto Bonannini. “Oggi l’Africa inizia a usufruire di contenuti, in seguito diventerà anche produttore di contenuti. All’interno di questo processo evolutivo la Sicilia potrà diventare un tassello importante”.
Intanto Interoute vanta in Italia clienti di diversi settori, soprattutto tra le grandi imprese, ma, grazie al nuovo Vdc, potranno crescere anche i clienti Pmi, che hanno bisogno di semplificazione e flessibilità, proprio come le grandi imprese, per essere più competitive.
Tra i clienti italiani è da segnalare l’Università Guglielmo Marconi di Roma, che usando il Virtual Data Centre di Interoute ha ridotto i costi legati al rilascio di attività formative in modalità e-learning dal cloud del 23%.