STRATEGIE

Inwit, Cicchetti: “In Italia puntiamo a crescere”

L’Ad della società accende i riflettori sulle operazioni di merger & acquisition. “Guardiamo con interesse a tutte le opzioni esterne. Abbiamo una struttura finanziaria che permette di indebitarsi in caso di necessità”

Pubblicato il 28 Lug 2015

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L’amministratore delegato di Inwit Oscar Cicchetti ha confermato che la società è determinata a crescere per linee esterne, vedendo sinergie in operazioni in Italia e nel campo delle torri dedicate alle telecomunicazioni, grazie anche a una struttura finanziaria che le permette di indebitarsi in caso di necessità. “Guardiamo con molto interesse a tutte le opzioni di crescita esterne, lo facciamo senza fretta, ma da qui (il momento di consolidamento del settore, ndr) potranno venire interessanti opportunità”, ha spiegato l’Ad ai giornalisti.

“In Italia ci sono possibilità di combinazione”, ha aggiunto, sottolineando che un’operazione con un operatore di un altro paese non porterebbe sinergie, così come un’operazione relativa a torri per la televisione (Inwit è un operatore puro di torri per le telecomunicazioni) avrebbe sinergie limitate. “Le maggiori sinergie sono tra torri di telecomunicazioni”, ha concluso, senza però escludere l’eventualità di altri tipi di operazione. “Non escludiamo niente…”.

In Italia, come operatori di torri, oltre a Inwit ci sono la spagnola Cellnex (che ha acquisito le torri Wind), Rai Way (che ha però solo torri per la tv) e Ei Towers (che ha ancora una piccola parte di torri tlc, ma in prevalenza sono broadcasting). Ci sono poi alcuni operatori di telefonia mobile che hanno nel loro perimetro le torri. A partire da Vodafone, che però non sembra per il momento essere intenzionata a cederle, per continuare con Wind (che è rimasta con un numero limitato di torri dopo la cessione a Cellnex) e H3G. Nel caso di una fusione tra Wind e 3 Italia – sottolinea un analista – potrebbero esserci delle cessioni di asset.

Cicchetti, a una domanda su eventuali contatti con Cellnex, che secondo un analista ha una strategia di espansione abbastanza aggressiva, ha risposto. “Non ho evidenza, se non in passato (prima dell’Ipo, ndr), di interesse o cose concrete”.

Il manager ha sottolineato che non c’è un budget prederminato per eventuali future acquisizioni e ha sottolineato che “Inwit ha una struttura finanziaria molto predisposta all’M&A (…) perchè può indebitarsi e questo è un punto di partenza”.

Inwit al 30 giugno segna un utile netto del periodo pari a 21,31 milioni di euro. L’Ebitda è di 34,95 milioni di euro, con un margine sui ricavi pari al 44,3%. Gli investimenti del periodo sono pari a 1,90 milioni di euro. L’indebitamento finanziario netto e’ invece di 102,48 milioni di euro. La societa’ e’ stata costituita a meta’ gennaio e il ramo d’azienda Torri e’ stato conferito da Telecom Italia con efficacia primo aprile. Pertanto i dati finanziari di Inwit al 30 giugno 2015 non presentano alcuna informazione comparativa e i dati economici sono nella sostanza relativi al periodo di tre mesi dal primo aprile al 30 giugno

“Siamo soddisfatti dei primi risultati dalla quotazione, che confermano la solidita’ del nostro modello di business e la bontà della gestione industriale – ha commentato Cicchetti – Stiamo proseguendo lungo le direttive strategiche definite in fase di quotazione: stiamo quindi incrementando il numero di installazioni sui nostri siti e lavorando, al fianco dei nostri clienti, per migliorare e innovare i nostri servizi. Siamo fiduciosi sul prosieguo dell’anno, durante il quale proseguiranno le azioni di valorizzazione dei nostri asset e di ulteriore miglioramento dell’efficienza. Guardiamo inoltre con attenzione e interesse, ma senza fretta, a tutte le opportunita’ di crescita inorganica e di consolidamento”.

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