L’Università di Tel Aviv sdogana Facebook “Aiuta i ragazzi a crescere”

Secondo uno studio dell’ateneo israeliano il social network contribuisce allo sviluppo psichico dei più giovani: “Nulla a che vedere con la dipendenza creata dal gioco d’azzardo online”

Pubblicato il 27 Set 2011

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Facebook può essere cruciale per lo sviluppo psicologico di un
adolescente. Lo sostiene uno studio dell’Università di Tel Aviv,
secondo cui nonostante i pericoli che si nascondono sul web, e
nonostante il tempo che gli adolescenti trascorrono su internet, i
social network possono effettivamente essere utili a un sano
sviluppo della psiche dei più giovani.

Lo studio dei ricercatori israeliani è stato pubblicato sul
Journal of Adolescence e in parte tranquillizza i genitori incapaci
di "staccare" i figli da Twitter, Youtube e Facebook e
sempre più allarmati per le insidie celate dal web.

Moshe Israelashvili e Joan Constantiner, insieme a Taejin Kim e
Gabriel Bukobza, hanno studiato 278 adolescenti, maschi e femmine,
provenienti da tutte le scuole israeliane e hanno scoperto che
molti ragazzi hanno utilizzato internet come strumento per
esplorare questioni di identità personale e costruire con successo
la loro vita.

"Il social networking – dice Israelashvili – è un esempio
positivo di come possa essere utilizzata la rete. L’uso di
Facebook non è nella stessa categoria di giocare d’azzardo e di
conseguenza i medici dovrebbero ridefinire le caratteristiche del
disturbo diagnosticato tra gli adolescenti noto come dipendenza da
internet".

Gli psichiatri ora classificano come ‘dipendente da internet’
una persona che trascorre più di 38 ore sul web ogni settimana.
"Ma è la qualità non la quantità che conta", sostiene
Israelashvili. I ricercatori hanno visto che molti ragazzi che
hanno partecipato allo studio sono incorsi nello standard
psichiatrico di ‘dipendenza da Internet’, ma in realtà l’uso
della Rete in quasi tutti i casi si è configurato come uno
strumento per aiutarli nella scoperta di sé.

Secondo i ricercatori, gli educatori dovrebbero cambiare il loro
modo di rapportarsi agli adolescenti circa l’uso di internet.
Quello che conta è il modo in cui il tempo è utilizzato:
"Gli studenti devono imparare a usare internet in modo sano,
come fonte di conoscenza di se stessi in relazione ai coetanei di
tutto il mondo", ribadisce infine Israelashvili.

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