L’urgenza del fare

Va bene la cabina di regia. Ora però l’importante è agire. Non è più tempo di piani ma di azioni concrete, di operatività. Anche perché l’orizzonte temporale del governo Monti non è poi così lungo

Pubblicato il 20 Feb 2012

Gildo Campesato

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Tra i suoi obiettivi strategici, il presidente del Consiglio Mario Monti ha evidenziato l’esigenza di cambiare gli italiani. “Vaste programme” risponderebbe il generale De Gaulle. Il tema non è nuovo. Se ne parla sin dai tempi di Cavour, agli albori dell’Unità d’Italia. Il che non significa che l’obiettivo di Monti sia destinato a fallire. Anzi, è strettamente integrato con l’insieme delle sue misure economiche, ne è la premessa e la conseguenza insieme. Salvare l’Italia, liberarla dalle incrostazioni corporative solidificate nei decenni, semplificare macchina pubblica e procedure amministrative farraginose e nemiche dello sviluppo e dei cittadini, risanare i conti del Paese e consentirgli di rispondere con lo slancio della crescita alla sfida della competitività internazionale, tutto ciò non si farà se non si rivedono a fondo anche vecchie mentalità e comportamenti. Sono tutte cose che si tengono fra loro.


Le tecnologie dell’informazione possono offrire un’importante occasione su vari fronti. Si pensi agli investimenti in banda larga fissa il cui costo principale è nelle infrastrutture di scavo con un effetto volano pressoché immediato sull’economia. Ma possono offrire anche un importante contributo al cambio di mentalità. L’economia di Internet è di per sé l’economia della trasparenza e della flessibilità, della responsabilità. Senza Internet le nostre aziende non potranno essere competitive (si pensi alle potenzialità dell’e-commerce, ad esempio), ma sarà proprio Internet ad offrire le opportunità migliori per trasformare radicalmente la macchina pubblica, il modo come in essa si lavora e come ci si relaziona nell’offerta di servizi ai cittadini. L’agenda digitale è dunque decisiva. È importante che si sia stata individuata una cabina di regia interministeriale e che si siano individuati alcuni filoni prioritari di intervento. Ora, però, si tratta di agire rapidamente: sul fonte delle infrastrutture mobilitando le risorse necessarie per aggredire il digital divide (poniamoci almeno questo obiettivo) e sul fronte dell’offerta dei servizi online da parte della pubblica amministrazione. Non è più tempo di piani, ma di azioni concrete, di operatività. Anche perché l’orizzonte temporale del governo Monti non è poi così lungo.

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