L'INTERVENTO

Lanzillotta: “Mister Agenda digitale non può essere part-time”

Per la vicepresidente del Senato Francesco Caio è “il manager visionario di cui c’è bisogno”, ma dovrebbe diventare “un’istituzione a tempo pieno con un alto grado di indipendenza”

Pubblicato il 19 Giu 2013

L.M.

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Mister Agenda Digitale “non può essere part-time”. È il parere di Linda Lanzillotta, vicepresidente del Senato e membro della Commissione Bilancio, da sempre convinta della necessità di dare rapida attuazione alla legge emanata a fine 2012 che introduce nel nostro ordinamento i principi dell’Agenda digitale europea.

Commentando in un’intervista a “Il Messaggero” la nomina di Francesco Caio, attuale numero 1 di Avio, Linda Lanzillotta ha sottolineato come lo stesso super-manager, già consulente del governo Berlusconi per i temi del digitale nel 2009, abbia chiarito di non essere disponibile a un incarico a tempo pieno. “Lo considero un’occasione di volontariato civile cui dedicare nei prossimi mesi una parte del mio tempo a titolo gratuito” aveva detto Caio ringraziando il premier Enrico Letta per l’incarico affidatogli.

“Penso che Mister Agenda Digitale – è oggi il commento della vicepresidente del Senato – debba diventare un’istituzione a tempo pieno. Caio lo sarà nel tempo libero e non lascerà la guida di Avio, che non è certo una piccola azienda. Mi domando se davvero si è capito quanto sarà gravoso il compito”.

Positivo il parere sulla professionalità del super-esperto che, a suo dire, “è il manager visionario di cui ha bisogno questa avventura”. Ma “se non gli verranno conferiti i poteri necessari e un alto grado di indipendenza rispetto ai quattro ministeri interessati, intravedo nuove delusioni”.

Tornando a ribadire l’importanza della digitalizzazione della Pa, che secondo il Politecnico di Milano consentirebbe risparmi fino a 20 miliardi di euro l’anno, Linda Lanzillotta si è augurata che, in fase di conversione del decreto di nomina di Caio in legge, i suoi colleghi colgano “l’importanza di agire subito e con determinazione”, eventualmente colmando alcune lacune che presenta il provvedimento.

Lo scorso 10 giugno, prima dell’annuncio della nomina di Caio, la senatrice della Lista Monti aveva ribadito la necessità, per dirigere l’Agenda Digitale, di una “figura alle dirette dipendenze del presidente del Consiglio, responsabile delle politiche digitali. Una figura che avrebbe l’autorevolezza necessaria per coordinare anche i ministeri ‘pesanti’, come Mise e Miur, le strategie delle Regioni e degli enti locali. Potrebbe essere un politico – aveva detto – ma anche un visionario, l’importante che faccia capo al premier e che riceva da lui un forte commitment”.

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