Libraro (Subito): “Il mobile leva per gli affari di seconda mano”

La general manager del sito di e-commerce: “Dietro ogni oggetto c’è una storia e i mercati sono davvero tanti”

Pubblicato il 14 Dic 2015

Antonello Salerno

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«Second hand economy’ è un bel termine per dare un nome a un’attività che è sempre esistita, e che negli ultimi anni registra un trend in crescita costante, soprattutto grazie al contributo dell’online e del mobile. Rispetto ai canali di vendita tradizionali, come la carta stampata e i mercatini, il Web mette a disposizione uno strumento fondamentale: l’immediatezza della ricerca, che la nostra piattaforma riesce a coniugare con i vantaggi del mercatino». Così Melany Libraro, general manager di Subito da settembre 2014, alla guida di un’azienda che in Italia conta su più di 100 dipendenti e un fatturato da 19 milioni di euro, dipinge il mercato dell’usato e le sue prospettive nell’era della digitalizzazione.

Libraro, ci sono differenze nel vostro campo tra ciò che succede in Italia e all’estero?

Ce ne sono, sono anche grandi, e dipendono principalmente da fattori culturali. Ad esempio in Italia Subito funziona bene perché ricorre il meno possibile ai “pacchi”, e l’Italia è un paese spesso diffidente verso questa modalità di acquisto. Noi spingiamo all’incontro di persona tra venditore e acquirente, e spesso il rapporto continua dopo il passaggio di proprietà: capita che gli ex proprietari si informino su come stia il motorino o la macchina fotografica che hanno venduto, e che si creino rapporti personali e “comunità” legati a passioni condivise.

Quali sono le barriere principali per lo sviluppo di questo mercato?

In generale, gli italiani non sono molto avvezzi al mercato dell’usato, e sono spesso diffidenti quando si tratta di utilizzare la carta di credito per un acquisto digitale. Per questo Subito si propone come una vetrina, con l’acquisto del bene che avviene principalmente offline: noi siamo come un social network, un provider di piattaforma. Le nostre fonti di revenue sono essenzialmente tre: l’advertising, i servizi per i professionisti e le pmi e i servizi premium di visibilità.

Quale è il ruolo del mobile nel vostro settore?

Il grosso del nostro servizio ormai non è più il sito: più del 60% della nostra attività viene dal mobile. E’ cambiato il paradigma di utilizzo del servizio, che è diventato semplice e immediato anche per chi accede da uno schermo molto piccolo. Per alcune tipologie di beni in molti preferiscono ancora il Pc. Ma anche grazie al mobile progressivamente si afferma il valore della consultazione degli oggetti in vendita come “enterteinment”, per coltivare un sogno o soddisfare una curiosità.

Chi è il “cliente tipo” della second hand economy?

E’ veramente chiunque, dai 18 ai 54 anni, con la parte più importante nella fascia tra i 25 e i 45. Andiamo dalle giovani coppie ai professionisti, dai ragazzini agli esperti di collezionismo in età più matura. Si mette in vendita o si compra qualcosa di seconda mano anche per rispettare l’ambiente, per trovare qualcosa di “vintage” o semplicemente una buona occasione. Dietro ogni oggetto c’è sempre una storia, e da questo concetto nasce l’idea di “sharing” che oggi si sta facendo largo. E i mercati verticali sono tanti, dalle’immobiliare alle automobili, dalle due ruote agli strumenti musicali al collezionismo.

L’E-commerce è un settore che vi fa concorrenza?

La forma mentis di chi acquista attraverso Subito è diversa rispetto a quella di chi semplicemente compra online. Nel nostro caso c’è una componente in più, la ricerca di qualcosa di unico e del buon affare. E non siamo in competizione soltanto con l’online, ma con tutti, comprese le vendite televisive.

Cosa fate per garantire la sicurezza e l’attendibilità degli annunci?

Abbiamo diversi filtri di controllo, automatici e manuali, oltre agli strumenti per criptare gli indirizzi e-mail ed evitare il phishing verso compratori e venditori. Poi la nostra comunità ci segnala gli annunci inattendibili: spesso l’occhio e l’esperienza degli appassionati sono infallibili.

Da poco avete affrontato il rebranding, trasformandovi da Subito.it a Subito. Perché?

Perché non siamo più un sito, ma un servizio multipiattaforma. Siamo “subito”, comunque tu decida di usufruirne. Non aveva più senso essere “.it”. Il cambio di look è stata l’occasione per intervenire sul nostro sito e sulle nostre applicazioni per migliorare la user experience, migliorando anche il nostro servizio business to business.

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