L'INDAGINE

Linkedin, il 77% dei Cfo italiani preferisce il “vecchio” curriculum

Da un’indagine di Robert Half Central Europe & the Middle East emerge che l’83% dei top manager italiani ritiene i profili professionali online non accurati né attendibili

Pubblicato il 12 Giu 2013

L.M.

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Il 77% dei Cfo (Chief Financial Officer) e direttori finanziari di aziende italiane continua a preferire il curriculum vitae tradizionale al profilo Linkedin per la scelta dei candidati. Lo rivela una recente indagine condotta dalla Robert Half Central Europe & The Middle East su un campione di 100 Cfo italiani. Così James Sayer, direttore del centro di ricerca, commenta i risultati: “Nonostante la popolarità dei professional network, le aziende sembrano ancora preferire i cv tradizionali in quanto considerati più precisi e affidabili”.

Le informazioni contenute nei profili online, per l’83% dei direttori finanziari di aziende, non sono accurate o attendibili, mentre il 76% dei direttori considera i dati credibili solo “qualche volta” e il 7% “mai”.

Le ragioni della scarsa fiducia nei profili professionali inseriti sulla piattaforma web sono principalmente la mancanza di un sistema che verifichi le informazioni (per il 61% degli intervistati), la possibilità data dal social network di esagerare le proprie competenze (23%) e la mancanza di aggiornamenti regolari dei profili (4%).

Infine per i direttori delle aziende italiane l’aspetto più importante da considerare nei profili Linkedin è il livello di esperienza del candidato (61%), seguita dalla periodicità dell’aggiornamento dei dati (40%) e dal percorso di studi (35%).

In Italia, a febbraio 2013, Linkedin contava circa 4 milioni di iscritti, un bel balzo da novembre 2011, quando ha aperto l’ufficio a Milano ed aveva 2.900.000 utenti.

Secondo una recente analisi di Blogmeter, dal 2012 al 1013 la piattaforma per ricerca e offerta di lavoro è cresciuta del 18,3%.

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