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Logistica, così il digitale fa rima con sostenibile

Convegno dell’Osservatorio Contract Logistics School of Management del Politecnico di Milano: dalle app per tracciare le consegna ai carrelli con batterie agli ioni di litio, ecco la nuova ondata di soluzioni messe in campo dai player. Marco Melacini: “Risposta efficace degli operatori alla digital transformation del settore”

Pubblicato il 30 Gen 2018

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Logistica sempre più sostenibile grazie alla riduzione dell’impatto ambientale e dei consumi energetici. E la leva è il digitale. Emerge dal convegno “Ambiti di innovazione nella logistica: esperienze a confronto” dell’Osservatorio Contract Logistics della School of Management del Politecnico di Milano (si è svolto a Torino presso il CNH Industrial Village di Iveco) che ha visto riunite le imprese del settore impegnate nell’adozione di soluzioni per una logistica più strategica, green e digitale. Un settore in crescita: la logistica conto terzi in Italia si stima valga 80 miliardi nel 2017, +1,8% rispetto all’anno precedente. L’outsourcing rappresenta il 40% delle attività logistiche complessive, per un valore di mercato di 44,6 miliardi.

Le nuove soluzioni vanno dai motori a gas naturale (Lng) alle app per tracciare il percorso e l’esito della consegna, passando per la razionalizzazione dei fornitori di servizi logistici, i carrelli con batterie agli ioni di litio, le consegne brandizzate e il ripensamento dell’architettura del magazzino.

“Gli operatori logistici stanno rispondendo positivamente ai cambiamenti in atto nel settore – dice  Marco Melacini, responsabile scientifico dell’Osservatorio Contract Logistics -. Gli utenti richiedono processi sempre più omnicanale e personalizzati”. E d’altra parte va considerata “l’introduzione delle nuove tecnologie, che avviene con tassi di crescita esponenziali”. In questo senso le soluzioni presentate al convegno “testimoniano lo stato di salute del settore – dice Melacini – e contribuiscono a rendere la logistica sempre più sostenibile e digitale”.

Intorno al tavolo, fra gli altri, Renzo Sartori vp e Responsabile rapporti con le università e i Centri di ricerca di Assologistica, Giovanni Ossola presidente sezione Trasporti dell’Unione Industriale di Torino, Carlo Rafele del Politecnico di Torino e Mihai Radu Daderlat, Business Director Italy di Iveco, che ha illustrato le direzioni di sviluppo dell’azienda in un quadro di sempre maggiore attenzione alla necessità di fare sistema e migliorare la sostenibilità dell’intera filiera logistica.

Uno dei principali obiettivi delle soluzioni presentate dalle imprese della logistica è la riduzione dell’impatto ambientale e dei consumi energetici. È il caso, ad esempio, dei motori LNG per gli autoarticolati e i carrelli con batterie agli ioni di litio, che combinano vantaggi green, economici e operativi. I primi permettono di ridurre del 90% le emissioni di particolato, del 35% l’emissione di ossidi di azoto e del 10-15% quella di anidride carbonica; inoltre, grazie ai minori consumi, consentono di ridurre del 20% il costo del carburante. I secondi, invece, permettono di tagliare del 36% i consumi energetici e di ridurre della stessa cifra le emissioni di anidride carbonica, oltre a migliorare l’efficienza grazie alla minore manutenzione richiesta.

L’introduzione di queste soluzioni è spesso accompagnata da una modifica della relazione di outsourcing. Si punta a passare da un approccio basato sui costi ad uno basato sulla qualità del servizio, a ridurre il numero di fornitori, allungare la durata dei contratti di collaborazione e puntare su fornitori che possano supportare il committente in tutti gli aspetti logistici, in un’ottica di terziarizzazione strategica.

Gli interventi hanno evidenziato l’importanza del miglioramento continuo nella relazione committente- fornitore, alla cui base vi è una governance del processo logistico che interessa tutti i livelli decisionali, dal livello più operativo a quello più strategico.

Il comportamento sempre più omnicanale dell’utenza e l’esigenza sempre più forte di un servizio personalizzato stanno portando le imprese a migliorare la gestione dell’ultimo miglio. Si sta diffondendo l’uso di applicazioni per tracciare in tempo reale il percorso delle consegne e conoscerne l’esito accessibili al mittente, al fornitore di servizi logistici e al destinatario del prodotto. Un’altra innovazione che sta prendendo piede è la personalizzazione della consegna attraverso l’invio al destinatario del prodotto di una fotografia di chi consegnerà il prodotto e l’utilizzo di magliette o gadget brandizzati, per migliorare la riconoscibilità del prodotto e dell’azienda e la sicurezza del cliente.

Infine, l’omnicanalità porta anche alla moltiplicazione di piccoli ordini che arrivano da siti di ecommerce e che impongono di ripensare l’organizzazione degli spazi e del lavoro in magazzino. Una delle evoluzioni è la movimentazione delle merci attraversi carrelli automatizzati e l’utilizzo di mezzanini per aumentare lo spazio a disposizione e la velocità di smistamento ed evasione degli ordini.

AgriFood. Qui l’incidenza della logistica conto terzi è superiore alla media generale del settore logistico (40,1% del totale della attività logistiche, per un valore di mercato pari a 44,6 miliardi di euro), con un grado di terziarizzazione — il rapporto fra il mercato della Contract Logistics (del valore di 940 milioni di euro) e il mercato potenziale (1.560 milioni di euro) — pari al 60%. Emerge dall’edizione 2017 dell’Osservatorio ha analizzato il settore dell’AgriFood, concentrandosi su 100 imprese dei comparti Olio e Ortofrutta (nel quale ha distinto fra 1°, 2°, 3° e 4° gamma) con un fatturato maggiore di 50 milioni di euro. Il comparto olivicolo è il più terziarizzato, con una quota del 78%, mentre l’ortofrutta registra un’incidenza della logistica conto terzi inferiore, pari al 56%. Ancora limitata, invece, la quota di mercato dedicata alla terziarizzazione “strategica”, cioè l’outsourcing di una parte rilevante del processo logistico ad un unico fornitore: a fronte di un’incidenza del 20% nell’intero settore logistico e un valore di mercato globale da 9 miliardi di euro nel 2015, l’Agrifood registra un’incidenza della “Strategic Contract Logistics” di appena il 7%, per un valore di mercato pari a 102 milioni di euro. Lo sviluppo maggiore è nel settore olivicolo (21%), mentre è molto più basso nel comparto ortofrutta (3%), dove soltanto la 2° gamma presenta casi di terziarizzazione strategica (con un’incidenza del 9%).

“Complessivamente, il settore Agrifood risulta caratterizzato da una maturità logistica variabile in funzione del segmento analizzato, in cui l’approccio di Strategic Outsourcing risulta decisamente poco diffuso – analizza Elena Tappia, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics -. La necessità di una maggiore consapevolezza del valore dell’outsourcing logistico, che non ne limiti lo scopo e l’ambito di applicazione al solo trasporto, offre ampie opportunità di crescita per lo sviluppo di una logistica integrata, capace di rafforzare visibilità e tracciabilità lungo tutta la filiera”.

Entrando maggiormente nel dettaglio delle attività logistiche, i trasporti sono quasi completamente terziarizzati; pochissime aziende, infatti, sono dotate di una flotta propria per la movimentazione merci. Per quanto riguarda il magazzino, invece, la maggior parte delle aziende considerate preferisce la gestione in proprio (66%), ma esistono forti differenze tra i singoli settori: se il comparto Olio fa registrare un elevato ricorso alla gestione in proprio (85%), il coinvolgimento diretto di cooperative specializzate nella movimentazione della merce risulta rilevante nell’Ortofrutta per la 1° (31%) e la 4° gamma (67%). La 2° gamma (38%) presenta un discreto ricorso sia a cooperative (38%) che ad operatori logistici (23%), mentre la 3° gamma è caratterizzata da un basso livello di terziarizzazione delle attività logistiche (13%), che avviene soltanto mediante coinvolgimento di operatori logistici.

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