REGIONI

Maroni: “Internet delle cose, Lombardia pronta a investire”

L’annuncio del governatore in occasione dell’Internet of Everything Italian Forum organizzato a Milano da Cisco: “Benvenuti i consigli delle aziende”. Davide Bevilacqua: “Expo 2015 occasione straordinaria”

Pubblicato il 31 Gen 2014

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La Lombardia chiama e Cisco risponde. Nel convegno al cuore di Internet of Everything Italian Forum organizzato a Milano dal colosso americano del networking Cisco Systems, a cui hanno partecipato 7mila persone da 95 paesi, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni lancia infatti l’idea che Cisco collabori con la Regione per costituire un advisory board, “un gruppo di esperti come quelli presenti a questo evento – ha detto Maroni – che mi forniscano i consigli giusti per decidere dove mettere i soldi pubblici: la Lombardia vuole investire in ricerca e sviluppo e vuole farlo nella direzione giusta”.

La proposta di Maroni non è caduta nel vuoto, visto che in apertura di giornata prima l’Ad di Cisco Italia Agostino Santoni e poi il vicepresidente responsabile per l’area South Europe di Cisco Davide Bevilacqua (ex numero uno italiano), hanno offerto il loro appoggio all’Expo 2015 di Milano: «Nei prossimi dieci anni – ha detto Bevilacqua – la Internet of Everything varrà 10mila miliardi di dollari, sarà una scossa sismica che cambierà le industrie, le città, gli stati, e l’Expo è una occasione straordinaria per affrontare i grandi problemi globali: combattere la fame nel mondo, prevenire i problemi sociali, le malattie. Cisco crede fortemente nell’Expo di Milano come occasione per tutti noi e vuole contribuire».

Lo scambio è avvenuto a distanza sullo stesso palco della Fiera di Milano City dove Bevilacqua ha parlato a inizio mattinata e invece Maroni è intervenuto dopo cinque ore di convegno, al quale ha assistito con attenzione: «Un comportamento raro e insolito per un politico», ha notato Riccardo Luna, ex direttore di Wired Italia invitato a parlare come guru della digitalizzazione in Italia, «un processo che non sta partendo, a partire dall’agenda digitale in forte ritardo».

Proprio l’Agenda digitale, ma quella della Lombardia, è stato invece il tema dell’intervento di Maroni: «La Lombardia funziona, il sito della Lombardia funziona, l’agenda digitale della Lombardia c’è e funziona» ha ribadito Maroni. Che ha spiegato i numeri della diversità della regione che guida rispetto al resto d’Italia: «Nel 2015 ci sarà la banda larga nel 99,5% del territorio, incluse le valli e le zone più difficili, mentre la rete di 13 università, gli istituti di ricerca e i centri privati si muovono ruotando attorno alla Regione che ha un ruolo da Pivot». Maroni ha indicato anche quali sono le cifre dell’investimento in ricerca e sviluppo della Regione: «1,28% del PIL lombardo, che è di circa 300 miliardi di euro. Una cifra che voglio portare al 3% in 5 anni, il livello più alto tra i paesi europei e al mondo, con pochissime eccezioni come Israele sopra il 5%».

L’opera di governo della modernizzazione e digitalizzazione della Regione secondo Maroni passa attraverso la riduzione del peso fiscale per le nuove imprese (la regione Lombardia da quest’anno elimina la quota IRAP in testa alle start-up create da giovani under 35), si impegna in un bilancio delle competenze regionali e vuole favorire non solo le nuove imprese ma «Anche i re-start – dice Maroni – di imprese che devono cambiare tutto e vogliono investire da capo in tecnologie».

Lo scenario in cui la Lombardia si vuole muovere è quello tratteggiato da Cisco tramite le ricerche compiute a livello nazionale e internazionale: i dati raccolti da Bevilacqua indicano un quadro non positivo per il nostro Paese, che ha posizioni marginali in una rivoluzione basata sull’uso delle nuove tecnologie: il 3,4% del PIL di 13 paesi tra cui l’Italia dipende direttamente da Internet e la crescita degli ultimi anni (quando c’è stata) è dipesa al 21% in media da Internet.

L’Italia però ha valori più bassi, perché se è vero che ha il digitale ha portato a un aumento del 10% della produttività delle PMI, è anche vero che in Italia solo il 4% delle aziende fa e-commerce (in Europa è il 20% in media), su un campione di circa mille start-up meno di un terzo ha un sito web, 27 milioni di italiani over 54 non hanno mai utilizzato Internet, e sono pari alla quasi totalità di questa fascia di età.

«Secondo il World Economic Forum – dice Bevilacqua – la competitività di un paese genera benessere, e c’è una relazione diretta tra ICT e competitività. L’Italia è di poco davanti a Grecia e Portogallo e subito dopo la Spagna». La critica di Bevilacqua, che immagina la rivoluzione della “internet delle cose” paragonandola a una “nuova rivoluzione industriale”, in cui centinaia di miliardi di oggetti, tramite sensori connessi alla rete, diventino lo strumento di un cambiamento epocale dell’economia.

Fondamentale alla diffusione della cultura digitale è la “computer literacy” come definita dagli enti internazionali. «Per gli italiani internet è solo intrattenimento: un italiano su tre gioca online, abbiamo 7,5 milioni di tablet e 37 milioni di smartphone, ma anche 22,7 milioni di utenti Facebook. Però solo il 14% della popolazione italiana è raggiunta dalla fibra ottica, lo stesso dato di 14 anni fa, e la spesa in Ict è pari al 3,8% del Pil, meglio della Moldavia ma peggio dell’Ucraina, siamo al trentottesimo posto su 45 paesi europei. Un terzo degli italiani non si è mai collegato a Internet».

Secondo Cisco la differenza nella prossima fase della internet of everything è spiegata dall’idea dello “strappo” dello scrittore torinese Alessandro Baricco: di solito quello che facciamo oggi rende vecchio quel che abbiamo fatto ieri, ma alcune cose creano uno strappo e rendono “antico” tutto quello che c’è stato prima. Internet delle cose, mettendo assieme processi, persone, dati e informazioni con una rete intelligente, secondo Cisco, farà circolare informazioni differenti che si trasformeranno in azioni. Gli esempi tecnologici sono molteplici ma soprattutto sono le ricadute sociali ed economiche ad attrarre l’attenzione sia della regione Lombardia che del colosso statunitense.

Cisco Italia non ha ancora indicato se vorrà raccogliere l’invito di Maroni e quindi se verrà formato l’advisory board per il Presidente lombardo né chi ne farà parte, ma l’indicazione chiara è che il modello di approccio agli sviluppi delle tecnologie ipotizzati per il medio periodo da Cisco e dai suoi partner scientifici e commerciali potrebbero avere un ruolo significativo e molto concreto nella vita futura dei lombardi e di una fetta importante del Nord Italia.

Al termine della mattinata è stato ricordato anche Adriano Olivetti e la sua fondazione, di cui Cisco è primo sponsor, perché, come ha detto l’AD italiano Santoni, molti manager di Cisco sono cresciuti alla scuola di management di Ivrea e Adriano Olivetti è stato il padre di innovazioni che poi Cisco ha saputo sfruttare e commercializzare costruendovi buona parte delle sue fortune.

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