IL PRONUNCIAMENTO

Mediaset, da Agcom ancora nessun via libera a Vivendi

Per la società francese rimane il rischio di multa fino a 540 milioni. L’authority: “Necessarie nuove interlocuzioni” per capire come l’operatore intenda “rimuovere strutturalmente la posizione vietata”

Pubblicato il 02 Ago 2017

A.S.

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Vivendi dovrà fornire ulteriori dettagli ad Agcom rispetto a come intenda adeguarsi alla legge Gasparri rispetto alla propria presenza in Mediaset. Ad affermarlo è l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni dopo la riunione straordinaria del consiglio che si è svolta ieri proprio per prendere in esame la questione e i nuovi impegni pervenuti dalla società francese. L’authority spiega in una nota di aver “ricevuto ieri 31 luglio una comunicazione da parte della società volta ad integrare e modificare parzialmente il piano di ottemperanza presentato da Vivendi il 19 giugno 2017, finalizzato ad eliminare la posizione di influenza notevole in Mediaset“. “In attesa di nuove interlocuzioni, che si rendono necessarie, tra gli uffici competenti e la società Vivendi al fine di dettagliare le modalità attraverso cui la suddetta società intenda rimuovere strutturalmente la posizione vietata”, conclude la nota di Agcom, ricordando che “in caso di inottemperanza all’ordine impartito” la società francese sarà sanzionata con una multa del valore tra il 2% e il 5% del fatturato, quindi tra i 216 e i 540 milioni di euro.

La priorità per i francesi sarebbe quella di preservare il proprio potere di veto nelle assemblee strarodinarie di Mediaset, quelle cioé in cui si delibera con la maggioranza dei due terzi, e l’oltre 41% dei diritti di voto detenuti da Fininvest non sarebbe sufficiente per controllare le decisioni della società.

Ad aprile Agcom, applicando la legge Gasparri sui tetti nel settore media e telecomunicazioni, ha imposto a Vivendi di scegliere tra il controllo di Tim, di cui oggi detiene il 23,943%, e la presenza a quasi il 30% in Mediaset. A far data dal 18 aprile Agcom ha dato ai francesi un anno di tempo per rimuovere la posizione vietata e chiesto di presentare entro 60 giorni uno specifico piano d’azione. A giugno Vivendi si era impegnata a congelare i diritti di voto nella media company, mentre in Tim per adempiere alle richieste Ue si era detta pronta a cedere Persidera. Contemporaneamente i Francesi avevano promosso un ricorso al Tar del Lazio, con l’udienza di merito fissata al 7 febbraio, contro la decisione dell’authoriy. Negli ultimi giorni Vivendi aveva presentato delle integrazioni al piano originariamente consegnato all’Agcom, al quale l’authority ha risposto chiedendo “nuove interlocuzioni” per approfondire nel dettaglio il nuovo scenario.

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