Mobility e collaboration, così cambia l’IT in azienda

Tra i trend più rilevanti anche Data Intelligence e Open Application. Il 75% dei Cio sta cambiando il modello di governance delle applicazioni per tenere il passo con la trasformazione digitale. I risultati del primo Osservatorio Enterprise Application Governance del Politecnico di Milano

Pubblicato il 13 Dic 2016

F.Me

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Il 75% delle medie e grandi imprese italiane sta modificando il proprio modello di gestione dell’informatica aziendale, andando a far evolvere la propria Direzione IT. Fra queste, il 29% sta rivedendo il modello organizzativo della Direzione IT, il 40% introducendo nuovi processi e strumenti, il 36% modificando le modalità di relazione con il business e il 22% inserendo nuove figure e competenze. Solo un’azienda su quattro è ancora immobile e non sta facendo nulla per adeguare la propria struttura IT alla trasformazione digitale in corso. Il quadro emerge dalla ricerca dell’Osservatorio Enterprise Application Governance, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, alla sua prima edizione.

Un quadro sostanzialmente positivo che dimostra come le imprese siano sempre più consapevoli dell’importanza di aggiornare la gestione dei propri processi aziendali per rispondere alle sfide della rivoluzione digitale e intercettare i principali trend di sviluppo nel medio e lungo periodo. Il 64% delle Direzioni IT considera la Mobility e la Collaboration i trend più rilevanti e strategici per il futuro. Seguono la User Experience (61%), la Data Intelligence (44%), la Open Application (36%) e il Pervasive Computing (34%).

Cresce la consapevolezza e crescono anche gli investimenti nella Enterprise Architecture: il 66% delle aziende investe una quota rilevante del budget in iniziative di razionalizzazione dell’architettura informativa. Investimenti che si riflettono anche nell’organizzazione delle risorse umane dedicate all’evoluzione della Enterprise Architecture: il 59% delle imprese, infatti, ha inserito unità organizzative apposite o figure con competenze specifiche nel settore.

L’ondata di cambiamento portata dalla trasformazione digitale investe in primo luogo il modo di lavorare delle Direzioni IT. Il 33% delle aziende sta cambiando il proprio approccio all’analisi delle esigenze del business introducendo metodologie orientate agli obiettivi (goal based analysis, user story mapping…), il 53% sta introducendo modalità di gestione dei progetti informatici improntate alle metodologie Agile (SCRUM, Extreme Programming…) e il 39% sta automatizzando il passaggio dallo sviluppo all’esercizio (DevOps).

“Nelle Direzioni IT cresce la consapevolezza della necessità di evolversi per affermare o per conquistare un ruolo strategico e per supportare al meglio le aziende nella sfida della trasformazione digitale – spiega Stefano Mainetti, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Enterprise Application Governance – Di fronte a questa sfida la Direzione IT non può essere lasciata sola: il cambiamento richiesto è ampio e tocca tutta l’azienda nelle modalità di gestione delle applicazioni digitali. E non basta la sola tecnologia, occorre ripensare le logiche di governo dei processi e i modelli di gestione e motivazione delle persone”.

Per Alessandro Piva, Direttore dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service “il consolidamento applicativo, lo sviluppo e il rinnovamento delle applicazioni enterprise rappresentano la priorità di investimento principale per il 2017”.

“Le sfide organizzative principali per le organizzazioni l’anno prossimo saranno proprio nella direzione di sviluppare processi e meccanismi di coordinamento per la gestione dei processi di innovazione e di sviluppare competenze digitali per governare i trend digitali che stanno cambiando in modo radicale il modo di fare business nelle imprese”, evidenzia Piva.

“Il quadro che vediamo è in forte evoluzione – conclude Marco Mazzucco, ricercatore dell’Osservatorio Enterprise Application Governance – l’interesse su queste tematiche è elevato ma le applicazioni reali ancora troppo confinate e sperimentali. La situazione italiana è nel complesso ancora arretrata su questo fronte, vediamo pregiudizi e molta resistenza al cambiamento. La strada è però tracciata e, parlando con i CIO più attenti, vediamo questa superficialità lasciare il passo ad una sempre maggiore consapevolezza”.

I Trend che cambiano le applicazioni

MobilityLa Mobility è stata indicata dal 64% dei CIO intervistati come il trend di maggior impatto sulle scelte applicative. Lo slittamento delle modalità di fruizione delle applicazioni da desktop a device mobili si sta verificando non solo fra i consumatori finali ma anche all’interno delle aziende, per aumentare la produttività del personale e la velocità di risposta sfruttando anche le capacità hardware dei dispositivi mobili come la geolocalizzazione e la sensoristica.

CollaborationLa Collaboration, indicata dal 64% del campione intervistato, condivide il primo gradino del podio con la Mobility. Questo aspetto desta l’interesse delle Direzioni IT perché una più razionale collaborazione fra le diverse unità aziendali, i fornitori e i clienti, consente di migliorare la produttività, riducendo il ricorso eccessivo a mail e riunioni, e l’archiviazione dei flussi di informazioni e di attività.

User ExperienceA breve distanza (61%), segue l’attenzione alla User Experience delle applicazioni. Una caratteristica chiave perché pone l’utente al centro dell’applicazione, concentrandosi sulle sue reali esigenze e curando gli aspetti che possono migliorare l’esperienza d’uso e diminuire il tempo necessario all’utente per raggiungere i propri obiettivi.

Data IntelligenceUn po’ più staccata dal terzetto di testa (44%) segue la Data Intelligence. Una tendenza che apre grandi opportunità di business e razionalizzazione dei processi aziendali grazie alla crescente quantità di Big Data a disposizione, ma anche alcune complessità relative all’impatto di questa mole di informazioni da gestire sulle infrastrutture informative aziendali e alla difficoltà di reperire le competenze necessarie alla loro gestione e interpretazione.

Open ApplicationCirca un CIO su tre del campione intervistato (36%) ha indicato la Open Application fra i trend più rilevanti. Costruire Open Application consente di avere processi di business sempre più interconnessi, sia all’interno sia all’esterno dell’azienda, che si arricchiscono con apporti esterni. Per raggiungere l’obiettivo, i sistemi informativi aziendali devono essere flessibili, scalabili e aperti all’integrazione con altre applicazioni.

Pervasive ComputingL’ultimo trend per ordine di importanza (rilevante per il 34% del campione) è quello del Pervasive Computing, fortemente legato all’affermarsi di nuovi oggetti sempre connessi (il cosiddetto IoT), in grado di raccogliere dati dalla realtà o di agire direttamente sull’ambiente fisico. Gestire un parco di dispositivi hardware così eterogeneo e disperso è considerata la sfida principale da parte dei decisori IT, che vedono come ostacoli l’adeguamento dell’infrastruttura di networking e l’elaborazione dei dati, oltre a nuove e delicate problematiche di sicurezza.

L’architettura dei Sistemi Informativi

Oltre a intercettare le tendenze di sviluppo del settore, le imprese dimostrano anche di essere pronte a investimenti importanti per adeguare la propria architettura applicativa. Il 33% delle aziende, infatti, investe molto e in maniera continuativa in iniziative di razionalizzazione ed evoluzione dell’architettura informativa; un altro 33% destina molte risorse anche se in modo discontinuo, il 29% investe poco e solo il 5% dedica quote marginali di budget o non investe affatto in questa direzione.

Per quanto riguarda la governance dell’architettura, le imprese stanno dedicando una quota crescente di personale a queste attività. Circa un’azienda su tre (34%) ha creato unità organizzative apposite, nel 18% dei casi già consolidate da tempo. Il 25%, invece, pur non dedicando unità vere e proprie alla funzione, ha inserito figure con competenze verticali di Enterprise Architecture. Le principali attività svolte da queste figure sono la definizione delle linee guida per lo sviluppo applicativo (33%), la partecipazione attiva in progetti di sviluppo (32%) e la gestione dell’architettura a livello infrastrutturale (30%).

Quali sono i benefici di una corretta gestione dell’Enterprise Architecture aziendale? Secondo il 58% delle imprese coinvolte nella ricerca, il principale effetto positivo è la capacità di rendere il sistema informativo più flessibile e pronto per rispondere alle richieste di Business. Seguono la possibilità di fornire un indirizzo strategico e uniforme alle differenti scelte architetturali (57%) e la riduzione della complessità del parco applicativo (36%). I principali fattori frenanti sono invece stati individuati nello scarso coinvolgimento dei vertici aziendali (25%), nella mancanza di budget (18%) e di competenze all’interno della Direzione IT (17%).

I processi della Direzione IT

Nel percorso di trasformazione delineato, le aziende stanno prendendo coscienza di come sia importante far evolvere le modalità con cui affrontano i progetti di sviluppo informatico.

Per quanto riguarda la fase di analisi e pianificazione dei progetti, consci dei limiti dell’approccio tradizionale, le aziende stanno adottando nuovi approcci basati sulle condivisione degli obiettivi degli utenti e sulla raffinazione dei requisiti per cicli iterativi. Oggi questi approcci sono adottati dal 33% delle aziende e sperimenti o in corso di valutazione da un altro14%. I benefici indicati come prioritari sono il maggiore controllo delle attività di progetto (25%) e il miglioramento della relazione con il business (23%).

Per quanto riguarda la fase di progettazione e sviluppo, il tipico approccio sequenziale è sempre più spesso sostituito da approcci agili (come SCRUM ed Extreme Programming), che sono per loro natura iterativi e che prevedono un forte coinvolgimento del business. Ben il 53% delle aziende è già andato in questa direzione, e un altro 20% si sta avvicinando. L’obiettivo che emerge chiaramente è il miglioramento della velocità di risposta al business (44%) e la riduzione di tempi di svolgimento delle attività (37%).

Per finire, nella fase di passaggio dallo sviluppo all’esercizio, si sta lavorando per accoppiare e migliorare la collaborazione fra questi due mondi grazie all’automatizzazione dei processi (disciplina conosciuta come DevOps). Il 39% delle aziende ha già adottato, pur in diversa misura, questo tipo di pratiche, e un altro 22% le sta sperimentando o ne sta valutando l’introduzione. I benefici principali sono l’aumento dell’efficienza operativa (32%) e la maggiore flessibilità ai cambiamenti (21%).

In tutte le fasi l’ostacolo identificato come prioritario è la scarsa conoscenza di queste metodologie e la difficoltà di reperire competenze adeguate per adottarle.

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